Kraven Il Cacciatore è un film del 2024 diretto da J. C. Chandor e con protagonisti Aaron Taylor-Johnson, Russell Crowe, Ariana DeBose, Fred Hechinger, Alessandro Nivola, ecc. È il sesto (ed ultimo?) film del Sony’s Spider-Man Universe (stesso universo condiviso con la trilogia di Venom, Madame Web e Morbius), ed è basato su uno degli acerrimi nemici di Spider-Man, nato nei Marvel Comics e dalla penna di Stan Lee e Steve Ditko.
La caccia di Kraven è aperta
Nikolai Kravinoff (Russell Crowe) è un noto boss del crimine russo, un uomo dedito alla caccia, molto insensibile e violento. Vuole allevare i suoi figli Sergej (Aaron Taylor-Johnson) e Dmitri (Fred Hechinger) per renderli dei predatori alpha e far seguire loro le sue orme.
Il giorno della morte della moglie (si viene a sapere che si è suicidata), Nikolai la ritiene una debole, e decide di portare con sé i suoi figli in Africa per una battuta di caccia contro un leone gigantesco. Nel tentativo di proteggere suo fratello, Sergei viene ferito gravemente dalla belva, ma in suo aiuto accorre Calypso (Ariana DeBose) che gli fa bere una pozione curativa che, secondo la leggenda, possiede dei poteri magici.
Per Sergei sembra la fine, ma miracolosamente si salva, e si ritrova con dei superpoteri, che hanno incrementato le sue capacità umane e le sue abilità di cacciatore. Questo è dovuto al fatto che il suo sangue si è mescolato a quello del leone e ora è divenuto il cacciatore perfetto: fortissimo, agilissimo e spietato con i suoi nemici. E allora Sergei decide di sfruttare le sue nuove capacità, non per seguire le orme del padre, ma per divenire il suo opposto, cacciando ed eliminando tutti i peggiori criminali che si trovano in circolazione.
Ancora cinecomics di bassa qualità
È assolutamente incredibile, per non dire assurdo, che la Sony abbia realizzato dei film di bassa qualità all’interno di questo universo incentrato sui personaggi che abbiano avuto a che fare con l’Uomo Ragno. Ci vuole veramente impegno nel sbagliare ogni singolo film, eppure la Sony è riuscita ad essere coerente e a sbagliare ogni cinecomic. Già non si spiega il successo commerciale della trilogia di Venom (forse per la comicità, ma anche quella è stata estrema), ma evidentemente dopo il primo film uscito nel 2018, la Sony si sarà montata la testa e hanno voluto realizzare questo universo gestito male, ma se si guarda la qualità, non se ne salva neanche uno.
Sony ha voluto realizzare un universo incentrato sugli acerrimi nemici di Spider-Man (senza Spider-Man) e farli passare per degli antieroi. In più, ha sempre investito il minimo indispensabile per cercare di raggiungere più facilmente la cifra minima per risultare un successo commerciale. Un’idea che si è rivelata un’arma a doppio taglio, perché la qualità ne ha risentito parecchio, e si è anche percepita la mancanza di impegno. Anche Kraven è un totale disastro. Come gli altri, si presenta già vecchio e sembra più una pellicola girata negli anni 90/inizio 2000.
Una caccia che ha portato al fallimento
Innanzitutto, del nome questo non ha praticamente nulla, perché il Kraven del film fa tutto tranne che cacciare. Il comparto tecnico è un qualcosa di illegale, perché comprende una regia scialba, ed essa è accompagnata da un montaggio confusionario. Il film parte da una scena poco chiara, e ad un certo punto fa un salto temporale all’indietro e prosegue su un background del protagonista che scorre con un ritmo accettabile. Ma nel momento in cui si fa un altro salto in avanti e si ritorna al presente, il ritmo cala drasticamente, e scorre con una lentezza allucinante. Inoltre il minutaggio è di quasi due orette, e l’unico pensiero che viene in mente durante la visione è “Ma quando finisce?”
La trama non aiuta perché non c’è alcun coinvolgimento, e appare persino insulsa, banale, scontata, e soprattutto scritta male. Tuttavia, in questa trama piatta, c’è spazio per tematiche interessanti come la riflessione sui rapporti famigliari, il tocco animalista e la psicologia del personaggio (seppur trattati superficialmente). Peccato che non sia sufficiente per salvare una pellicola. Anche la CGI è pessima, e ci si chiede come sia possibile che nel 2024 (a breve, nel 2025) possa venire su in quel modo.
Un cast sprecato
Aaron Taylor-Johnson non sembra che sia stato ingaggiato per recitare, ma per mostrare il suo fisico scolpito, e sinceramente dà parecchio fastidio l’idea che venga messa più in evidenza l’estetica degli attori, rispetto alla loro capacità recitativa. Addirittura, sembra che abbia dimenticato totalmente cosa significhi recitare, in questo film. Peccato, perché esteticamente è adatto per il personaggio, ma la caratterizzazione viene un po’ a mancare.
La stessa sorte è toccata anche ad Ariana DeBose, che ha fatto decisamente di meglio in altre occasioni nel passato, e a Russell Crowe che oltre ad interpretare un personaggio odioso, lo fa anche male. Ultimamente, non ne azzecca una e non si spiega come un attore come lui che abbia preso parte a dei filmoni nel passato, abbia deciso di recitare in filmetti di Serie Z. Fred Hechinger e Alessandro Nivola sono incommentabili ed interpretano delle parodie riuscite male di Camaleonte e Rhino, che sono anche brutti da vedere anche dal punto di vista estetico.
Ma un altro elemento fastidioso sta nell’aver inserito una marea di personaggi che hanno avuto a che fare con Spider-Man (ma poi, solo di nome) così a caso, e una manciata di riferimenti fumettistici, solo per far capire a tutti i costi che sono di quell’universo.
Visto il flop e le voci che girano, sembra che Sony voglia fermarsi. Le opzioni sono due: vendere i diritti ai Marvel Studios (e sarebbe una buona idea) o resettare tutto (e qui, subentra il scetticismo). Una cosa giusta, intanto, sarebbe di abbandonare questo modus operandi, perché questo universo è stato un totale fallimento, dall’inizio alla fine.