Gekido Kintaro’s Revenge – Recensione del picchiaduro a scorrimento di Naps Team

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 4 minuti
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Gekido Kintaro's Revenge

Certi generi sono intramontabili: ricordo ancora quando nel 2000, sulla mia PlayStation, giocavo a quel titolo che vedeva me e mio cugino continuamente sbattere la testa su un level design ben caratterizzato e difficile. Parlo di Gekido, che sfruttava la grafica poligonale della prima PlayStation per portare un genere visto spesso solo in sala giochi, sulle console domestiche. Nel 2002 Gekido è divenuto Gekido Advance: Kintaro’s Revenge. Dimenticata la grafica poligonale, stavolta il Gameboy Advance permetteva uno stile più classico, una grafica più curata e un’osservanza quasi dogmatica verso quei pilastri che reggevano il genere di picchiaduro a scorrimento. Dopo 16 anni, gli sviluppatori di ambo i giochi, gli italianissimi Naps Team, hanno fatto tornare Tetsuo sulla console Nintendo, ora potente di caratteristiche hardware completamente diverse.

Tornare quindi a giocare ad un titolo simile, complice il grande ritorno in auge dei vecchi generi, ha un qualcosa di solenne: se a questo andiamo ad aggiungere che il titolo non è un mero porting, ma qualcosa di più strutturato e stratificato, allora c’è da dire che i 14.99€ del gioco valgono la pena fino in fondo.

Per iniziare, il titolo vanta delle texture completamente ricreate per l’occasione: provateci voi a giocare ad un titolo per GBA su uno schermo da 6 pollici. A migliorarlo ulteriormente, stavolta comparirà nel gioco anche Shingo, nuovo personaggio da utilizzare per poter giocare il titolo completamente in cooperativa locale, sfruttando i joy-con della Nintendo Switch. La profondità del titolo inoltre si mostra in alcune sezioni esplorative: in queste fasi, discostandosi dagli altri titoli del genere, si aggiungono delle sezioni più calme, capace di trasformare le continue risse in qualcosa di più studiato.

Tetsuo potrà contare su delle mosse basic: alcuni calci, alcuni pugni, una presa, e le combinazioni tra tutte queste mosse. Una barra speciale inoltre, molto veloce nel caricarsi, permetterà al protagonista di rilasciare un’onda di energia che allontanerà e ferirà i nemici. Quest’ultimi potrebbero diventare un fastidioso inconveniente nel gioco, a causa della difficoltà generale che tende a punire ogni singolo errore. Molto fastidiosi inoltre dei crateri sparsi nei vari livelli che, oltre a rallentarvi, vi toglieranno vita e vi faranno perdere tempo e pazienza.

Alcune dinamiche sono da rispettare obbligatoriamente in questi titoli: ecco perché Gekido Kintaro’s Revenge permette l’utilizzo del D-Pad, cosa che gli ultimi giochi e gli ultimi remake hanno dimenticato.

Il titolo non si basa soltanto sulla Story Mode – purtroppo corta e veloce da finire, con poca rigiocabilità – ma possiede anche una modalità Survival, dove orde di nemici vi aggrediranno, e la modalità Caccia alle Reliquie, che vi porterà a visitare i posti già visti nel gioco, ma con oggetti sparsi in posti diversi da dover recuperare.

Se siete amanti dei giochi vecchio stile, di quei beat ‘em up fatti col cuore, Gekido Kintaro’s Revenge fa al caso vostro: una piccola aggiunta, più uno sfizio che altro, permetterà di poter modificare alcune impostazioni grafiche, trasformando ulteriormente la grafica di gioco in qualcosa di molto retrò.

Gekido Kintaro's Revenge
8
Voto 8
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.