Dopo aver giocato alla prima versione di Resident Evil Revelations, uscita inizialmente il 27 gennaio del 2012 su Nintendo 3DS, e averlo completato nuovamente nella prima versione riadattata un anno dopo l’uscita su PlayStation 3 e Xbox One, non potevamo redimerci dal completare anche quest’ultima (speriamo definitiva) versione remastered per PlayStation 4. Ne abbiamo sentite di tutti i colori sulla bellissima saga di Resident Evil in tutti questi anni, perché in molti sostengono (e come dargli torto) che Capcom da qualche tempo a questa parte abbia abbandonato lo stile “Survival Horror” per sviluppare titoli molto lontani dall’originale, e più affini al genere degli action irti di sparatorie. Se pensiamo al quarto capitolo della serie ci rendiamo conto immediatamente di come la direzione del titolo iniziasse a prendere una piega differente e infatti con il quinto e il sesto capitolo la società abbandonò del tutto il genere horror lasciando ampio spazio a degli sparatutto buoni, ma contenenti forzature davvero inutili atti a ricongiungerli alle storie del passato: una scelta sciocca che si potevano tranquillamente risparmiare. Ed è per i motivi sopra elencati che quando la software house giapponese tirò fuori dal “cilindro” questo Resident Evil Revelations HD, gli appassionati si accorsero subito del suo ritorno alle origini, ottenendo così un grandissimo successo sia per la versione Nintendo 3DS che nelle versioni successive per Xbox 360, PlayStation 3 e PC.
In mezzo al MAR
In questo capitolo il giocatore verrà catapultato senza troppi fronzoli (proprio come si addice a un gioco sviluppato per console portatili) in mezzo al mediterraneo, più precisamente su di una nave da crociera alla deriva, la Queen Zenobia. Per la felicità degli storici fan, e non solo, torneremo a vestire i panni di una Jill Valentine alla ricerca del suo ex-compagno Chris Redfield, che ha lanciato dalla nave un ultimo segnale prima di sparire completamente. L’affascinante eroina è accompagnata da un nuovo partner, Parker Luciani, personaggio poco sviluppato e ancor meno carismatico che nonostante le tre versioni del titolo non è riuscito proprio a far breccia nei nostri cuori. I due avventurieri, una volta saliti a bordo della grandissima nave da crociera, capiranno ben presto (e voi con loro) che l’imbarcazione contiene qualcosa di molto pericoloso e molto importante da scoprire. È abbastanza semplice capire che trattandosi di un Resident Evil, questo gioco sarà pieno di mostri aberranti, anche se in questo caso non saranno veri e propri zombi ma esseri geneticamente modificati, provenienti da una catastrofe battereologica militare. Nonostante questo, il gioco è un vero e proprio ritorno al passato, perché per la prima volta torniamo a spaventarci e ad aver paura, trasportandoci ancora una volta tra vecchi enigmi fatti di porte con simboli da aprire, boss-fight intense e due storie da scoprire grazie alla biforcazione nella linea temporale. L’avventura si svilupperà per la maggior parte sulla nave da crociera, ci saranno solo pochi intermezzi che ci porteranno ad affrontare mostri nelle vicinanze, il tutto condito anche da qualche bella nuotata sott’acqua. In questo titolo gli sviluppatori hanno puntato molto sullo sviluppo della storia e, per permetterci di approfondire le nostre conoscenze, hanno inserito un oggetto chiamato Genesis, utile a scannerizare l’ambiente per trovare oggetti e segreti sparso lungo i corridoi bui della Queen Zenobia.
Ho detto Mostri non Zombie!
Il gameplay di questo titolo è identico a quello visto nella versione precedente, quindi dovremo combattere con una visuale molto limitata, per via di una telecamera vicina alle spalle del nostro personaggio. Questa struttura è stata volutamente cercata dagli sviluppatori per ricreare anche in spazi molto aperti un senso di ristrettezza e limitando di molto il campo visivo. La grande nave da crociera, costituita da infiniti corridoio e cunicoli, grazie anche a questo escamotage, riesce perfettamente a farci sentire in costante pericolo, sotto una minaccia latente e a malapena visibile, rendendo anche i combattimenti più semplici un po’ più impegnativi. Per quanto riguarda invece le varie fasi di combattimento dobbiamo per ovvie ragioni segnalare che i nuovi nemici mutati grazie al virus T-Abyss incassano molto meglio dei cari e vecchi zombie e così, grazie anche a una velocità di movimento sempre costante e senza avere la possibilità di utilizzare scatti, ci ritroveremo a svuotare infinità di caricatori sui nostri nemici (tra l’altro molto rari da trovare), e messi alle strette dovremo affidarci esclusivamente ad attacchi corpo a corpo (vere e proprie carezze) e schivate, anche queste poco intuitive perché attivabili solo nel momento in cui il mostro sferra il suo colpo. Nel corso dell’avventura potremo equipaggiare il nostro personaggio con sole tre armi da fuoco per volta, e ognuna di queste sarà potenziabile grazie alle mod sparse all’interno della Queen Zenobia. Una delle pecche del titolo, almeno secondo il nostro punto di vista, è l’utilizzo forzato del Genesis scanner: un oggetto senza il quale non si potranno trovare rarità sparse lungo il nostro cammino e neanche altri tipi di oggetti apparentemente invisibili ad occhio nudo. Questo fa sì che i giocatori una volta entrati in una stanza apriranno sempre lo scanner prima di ogni cosa e, a lungo andare, questo iter potrebbe risultare fastidioso. Resident Evil Revelations, oltre ad offrire una bellissima campagna, della durata di circa 8-10 ore di gioco, contiene la modalità Raid, che ci consente di condividere le nostre missioni in cooperativa o in single player. In questa modalità le stesse mappe visitate nella campagna principale verranno popolate da nuovi nemici e ripresentate con difficoltà sempre crescenti. Un’aggiunta semplice, che però allunga in maniera intelligente la longevità di questo titolo, offrendo ai giocatori una sfida sempre maggiore.