Farpoint Recensione

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 7 minuti

Dire che fin ora la realtà virtuale non sia decollata a livello di fruibilità, vendite e qualità dei prodotti, significherebbe eufemizzare su un fenomeno che a malincuore ha segnato questa fetta temporale della current gen. Quasi a voler salvare baracca e burattini, arriva come una ventata d’aria fresca Farpoint, titolo in esclusiva per PlayStation 4 con PlayStation VR. Si tratta di uno sparatutto in prima persona con ambientazione spaziale, che anche se giocabile con i classici controller move, arriva in bundle con la sua periferica dedicata, ovvero lo splendido PlayStation Aim. In un campo dove in pochi hanno osato, finalmente il team di Impulse Gear decide di alzare la testa e di spingersi un passo avanti confronto alla maggioranza dei titoli VR presentati fin ora al pubblico. Come hanno fatto? Proponendo per l’appunto un FPS: questo genere richiede un certo livello standard, che racchiuda una realizzazione grafica almeno buona, una componente immersiva non da poco, e soprattutto una calibrazione e precisione millimetrica della periferica utilizzata.

Il risultato del lavoro del team è senza dubbio di rilievo e, se non fosse stato trascurato su alcuni fattori cardine, sarebbe stato senza dubbio il titolo definitivo (almeno arrivati ad oggi) per la realtà virtuale. La trama del titolo si basa sulla ricerca di due astronauti, che analizzando un’anomalia, vi sono stati “risucchiati” dentro insieme all’intera stazione spaziale dopo che questo strano fenomeno si è tramutato in una galleria gravitazionale. Ci si ritroverà dunque su un pianeta sconosciuto e decisamente poco ospitale, dove pian piano seguiremo i passi di Moon e Tyson, e ovviamente incappando in un numero sempre crescente di nemici. La parte fulcro di Farpoint di cui è impossibile non tessere le lodi è il gameplay: non solo rispecchia le caratteristiche fondamentali descritte in apertura, ma rende molto anche dal punto di vista tecnicoistintivo. Il controller PlayStation Aim ci mette di certo del suo, permettendoci di sfruttare la sua ergonomia per simulare un vero e proprio fucile, che sia un mitragliatore con proiettili illimitati o un fucile a pompa devastante. La varietà delle armi disponibile sarà indispensabile contro la razza aliena padrona di casa, che non è proprio contenta di vederci.

Sul punto di vista della precisione nel puntamento, Farpoint è all’effettivo il miglior titolo per PlayStation VR attualmente in commercio, che non solo dispone di un sistema di calibrazione tanto breve quanto efficace, ma non subisce scomodi mutamenti in game e non è vittima di spiacevoli bug grafici. L’istinto in un FPS è tutto e questo titolo riesce a rendere giustizia al genere anche in questo ambito, creando meccaniche di cambio arma immediate (simulandone il movimento passando il controller sulla spalla), ma anche mirando attraverso il mirino dell’arma con un occhio chiuso senza toglierci la possibilità di sparare a bruciapelo o a distanza semplicemente basandoci sulla nostra abilità. Trovandoci su un pianeta alieno, sembrerebbe quasi scontata la presenza di una componente esplorativa, eppure in questo ambito ci troviamo di fronte ad uno dei primi difettucci di Farpoint: le possibilità di scelta che abbiamo infatti nelle varie mappe, e nemmeno in tutte le situazioni, è solamente quella di percorrere alcuni metri in una strada a destra o in una a sinistra, ma che segue sempre lo stesso “corridoio fisso”. Ovviamente non è del tutto un male, dato che in caso contrario avremmo avuto di fronte un titolo più dispersivo e dove orientarsi sarebbe stato ben più complicato, ma la sensazione di sentirsi “in gabbia” aleggerà proprio sulle vostre spalle.

farpointAl di là delle meccaniche VR, il resto dei comandi sarà confortabile, permettendovi anche più variabili nello “stile” dei movimenti, giocando un po’ con le levette analogiche del PS Aim. Tutte queste caratteristiche insomma vi faranno vivere come se foste in prima persona tutti gli epici scontri con le creature aliene, ed il livello di immersione sotto questo punto di vista è altissimo, tanto che azzardo a dire che Farpoint è al momento il titolo che sul piano del gameplay è quello che si avvicina di più all’idea di Realtà Virtuale che ci siamo fatti negli anni, e senza dubbio il titolo più divertente al momento disponibile per essa. Purtroppo l’esperienza, anche se non cortissima, si prosciuga quasi subito: stiamo parlando di circa sei ore di gioco che passeremo vagando su 8 mappe diverse, e pian piano scoprendo una trama interessante. Anche questa purtroppo verso il finale subisce la stessa sorte del titolo, inaridendosi e troncando tutto sul più bello. La longevità però subisce una discreta impennata grazie ad una modalità cooperativa online, che vi permetterà di giocare (e soprattutto vedere) il vostro compagno. Le caratteristiche negative di questa però, sono che dispone solamente di 4 mappe, e al momento data la poca diffusione della periferica Sony non è proprio facilissimo trovare qualcuno in game.

A livello grafico Farpoint non raggiunge proprio l’eccellenza (modelli e texture che potevano regalare qualcosa di più), caratteristica che però viene arricchita dall’assenza del Motion Sickness e dunque dalla possibilità di affrontare senza paura tutte le creature che ci ostacoleranno, e soprattutto muovendoci (e correre!) liberamente. Questa caratteristica da sola, in un gioco VR non è affatto da sottovalutare, perché concede al giocatore una libertà estrema nei propri limiti, permettendogli di vivere l’esperienza come lo avrebbe fatto nella vita reale, e di conseguenza conferendo un’immersione eccellente.

Modus Operandi: Questa recensione è stata redatta basandosi ovviamente sulla versione PlayStation 4 del gioco con PlayStation VR, ed utilizzando il nuovo controller PlayStation Aim. L’esperienza è stata giocata nella sua interezza in circa sei ore, ed abbiamo testato la modalità cooperativa su tutte le mappe disponibili.

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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.