Un anno fa circa vi abbiamo accennato ad un titolo che ci aveva sorpresi nel suo piccolo, pur ricordandoci tantissimi altri prodotti che nel suo stesso genere si sono fatti strada. King Arthur: Knight’s Tale è uno di quei videogiochi che sfrutta un immaginario ben consolidato, facendo leva sull’attenzione del suo pubblico per poi impegnarsi in approfondimenti e digressioni tutte personali. Come vi anticipammo nel nostro precedente articolo di anteprima si tratta di una storia che trova le sue radici nel ciclo arturiano di celeberrima memoria per poi mescolare completamente le carte in tavola. Sviluppato da NeocoreGames all’epoca il titolo era in early access (come tutt’ora), e mano a mano che la sua uscita ufficiale si avvicina, prevista per il 29 marzo su Steam, gli sviluppatori ci hanno dato la possibilità di assaggiare qualche altro “piccolo boccone” di questo videogioco con una nuova anteprima, che ci permette di esplorare maggiormente le possibilità del gioco. Il secondo atto quindi ci attende e con esso la speranza che quanto visto prima di oggi si sia conservato e migliorato.
Dalla parte del cattivo
Durante la nostra prima anteprima di King Arthur: Knight’s Tale ci è stata offerta la possibilità di esplorare soltanto il primo dei quattro atti che andranno a comporre il titolo completo. Abbiamo quindi fatto la conoscenza del protagonista, di coloro al suo fianco e di tutte le altre dinamiche a disposizione già in quelle prime fasi di gioco. Dal punto di vista strutturale il titolo si presenta come il classico strategico a turni da gestire con il mouse.
Ne abbiamo comunque già parlato in passato (se siete curiosi in merito ai dettagli tecnici trovate tutto nel precedente articolo), menzionando anche le varie possibilità gestionali che il gioco metteva a disposizione oltre alle missioni secondarie. Il tratto più curioso dell’intera esperienza resta il suo protagonista, ovvero la possibilità di vestire i panni di Mordred e non del leggendario re che fa da nome del titolo. Mordred è il male per eccellenza nelle trame del ciclo arturiano e la scelta di renderlo protagonista principale ci ha attratti all’epoca e continua a farlo, soprattutto nel momento in cui si dà anche possibilità multiple di dialogo.
King Arthur: Knight’s Tale però non è affatto rimasto fermo, i suoi sviluppatori si sono dati parecchio da fare nel corso di quest’anno continuando a supportare il progetto di mese in mese, di aggiornamento in aggiornamento, dimostrando il valore che danno sia al proprio lavoro e visione, sia alla community andata formandosi partendo proprio dal Kickstarter. Ascoltare il proprio seguito si è infatti dimostrato determinante nel corso del tempo in funzione delle migliorie fatte, che si tratti di miglioramenti strutturali, di nuove piccole aggiunte o di veri e propri fix.
Seguendo quindi gli aggiornamenti passo passo parecchie sono state le aggiunte, dall’inserimento di vere e proprie missioni, a quella di personaggi e classi, fino ai vari bilanciamenti per quanto concerne la difficoltà di gioco, e alle grandi possibilità che i giocatori avranno una volta terminato il titolo in fase di endgame, il tutto sempre supportato da informazioni dettagliate e video dedicati per tutti coloro che ci stanno investendo denaro e aspettative.
Nuovamente fra le vie di Camelot
Ora che siamo tornati lungo le strade di Camelot le differenze si fanno parecchio sentire sia in termini di struttura che di possibilità di approccio. Le varie aggiunte applicate in questi mesi hanno sicuramente dinamizzato il titolo ampliandone anche le sensazioni generali. Fra queste si è parlato anche della sezione sezione PVP attraverso cui si potranno sfidare gli altri giocatori con party creati sul momento, in una delle varie arene.
Nella nuova build che abbiamo avuto la possibilità di tastare con mano, siamo stati lanciati nei meandri narrativi del secondo atto del titolo (ricordandovi che a gioco concluso King Arthur: Knight’s Tale sarà composto in totale da 4 atti principali, più tutti gli altri piccoli segreti successivi), più precisamente nelle 11 missioni che lo compongono. Di primo acchito il titolo parrebbe continuare a percorrere la propria strada attraverso le varie migliorie apportate fino ad ora.
La situazione è quindi abbastanza levigata in generale, pur nel suo essere ancora estremamente classica. Nel corso del nostro viaggio abbiamo anche avuto la possibilità di fare qualche digressione dalle missioni suddette, esplorando una parte di Avalon prima non raggiungibile ed accedendo alle sue missioni anche secondarie, quindi ai dettagli microscopici a disegnarla. Se nella prima parte, ad esempio, queste secondarie non erano troppo approfondite e abbastanza lineari nel loro sviluppo, qui la situazione cambia un minimo offrendo anche qualche spunto e dettaglio contestuale in più.
La sensazione di trovarsi in un mondo vivo ora si fa sentire maggiormente, come anche quella di una crescita più ampia per il proprio party. Nella nostra build abbiamo infatti avuto la possibilità di far crescere i personaggi fino al livello 11, differentemente dalla volta precedente in cui il cap era stato impostato a 6-7. Questo ovviamente ha comportato una sperimentazione maggiore per quanto concerne le abilità specifiche dei personaggi nel party, con una conseguente analisi del sistema di crescita corrente piuttosto gratificante.
Le nostre possibilità, in ogni caso, non si sono limitate soltanto a questo, anche perché una maggiore esplorazione sia letterale che narrativa ha comportato anche il sopraggiungere di nuovi personaggi (con specifiche caratteristiche) e di nuovi oggetti ed equipaggiamenti. Tutto ciò va a fondersi con alcune delle migliorie ed aggiunte suddette. In questo secondo atto tutto si amplia rispetto al passato, pur mantenendo alcune delle dinamiche vetuste e classiche viste nella build precedente. Questo ovviamente inciderà sulla percezione del titolo in sé da parte del pubblico sia in bene che in male.
Crescita e supporto restano dunque le due parole chiave per descrivere quanto sta avvenendo con questo videogioco che mano a mano delinea la propria strada. Per quello che abbiamo potuto quindi vedere fino ad ora la piega che King Arthur: Knight’s Tale sta prendendo sembrerebbe sempre più promettente, sia per via dell’amore che i suoi sviluppatori stanno dimostrando, sia per l’impegno nel cercare di impacchettare il tutto sempre per il meglio. La sensazione che un mondo stia lentamente prendendo forma sotto i nostri piedi si dimostra sempre più tangibile, anche se ancora non abbiamo avuto modo di vedere il “dipinto” per intero.