Resident Evil 6 è un videogioco sviluppato e pubblicato da Capcom uscito per Playstation 3 e Xbox 360 il 2 ottobre 2012, mentre su Microsoft Windows è uscito solo diversi mesi dopo, il 15 marzo 2013. È il sequel della famosa e prolifica saga Resident Evil, cominciata nel lontano 1996 sulla prima PlayStation. La versione da noi provata è quella di Resident Evil 6 HD Remaster per Playstation 4, rilasciata il 25 febbraio 2016 con diverse migliorie grafiche, su tutte la risoluzione a 1080p e un frame rate fisso a 60.
Il gioco inizia con un prologo nel quale vestiremo i panni di uno Leon Scott Kennedy in grande spolvero e sempre più spavaldo, che trarrà in salvo la sua partner Helena visibilmente ferita. Il prologo funzionerà da vero e proprio tutorial, ma si svolgerà piuttosto lentamente. Ci ritroviamo a dover attraversare la città in fiamme invasa da zombie, dove impareremo ci verrà spiegato come utilizzare i comandi di gioco. Una volta terminata questa lunga sequenza, accedieremo al menu dove ci verranno rivelate le 4 campagne: quella di Leon e Helena, Chris e Piers, Sherry e Jake, e quella di Ada. La presenza di più trame che vanno ad intrecciarsi è stata una buona trovata, poiché spinge ancor di più gli utenti a terminare il gioco e mettere assieme i pezzi del puzzle. Il problema della lentezza nell’evoluzione del gioco, non sta purtroppo solamente nel prologo, come accennato. Altro punto che ha fatto storcere il naso a molti, è che anche in questo caso, come nei due capitoli precedenti, il gameplay si allontana moltissimo dalle origini: lo stile survival Horror degli albori viene accantonato, a favore di un approccio più action. Sono stati aggiunti anche i Quick Time Event, una meccanica che permette di sfruttare anche le parti più “cinematiche” del titolo, e di partecipare attivamente alle scene. Un’altra novità introdotta con questo capitolo – e qui ci rifacciamo al genere action e sparatutto citato – è stata la possibilità di muoversi mentre si mira: funzionalità di certo molto comoda, assente nei precedenti titoli, ma che non fa altro che ampliare la distanza dai nostalgici primi giochi.
Sono stati aggiunti anche i Quick Time Event, una meccanica che permette di sfruttare anche le parti più “cinematiche” del titolo, e di partecipare attivamente alle scene. I jumpscare, anche un pò retrò, sono un discreto espediente per aumentare il fattore ansia nei giocatori, con fulmini e tuoni improvvisi, o con persone che compaiono da dietro gli angoli correndo all’impazzata e senza un reale motivo. Tuttavia, l’effetto sorpresa è smorzato dal sottofondo musicale, che lascia intuire che qualcosa sta per accadere. Un’altra novità introdotta con questo capitolo – e qui ci rifacciamo al genere action e sparatutto citato – è stata la possibilità di muoversi mentre si mira: funzionalità di certo molto comoda, assente nei precedenti titoli, ma che non fa altro che ampliare la distanza dai nostalgici primi giochi. Esaminando però Resident Evil 6 come un titolo a sé stante, può essere considerato piacevole. Dopo tutto, il tempo va avanti, ed esigenze e richieste dei videogiocatori cambiano nel tempo.
Gli amici si vedono nel momento del bisogno!
Del vecchio survival horror, che ha appassionato generazioni intere, è rimasta solo lei: l’erba verde. Questo oggetto curativo, tramandato per anni, è praticamente l’unica cosa rimasta dei vecchi Resident Evil (e sarà presente anche nel settimo capitolo). Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, gli alleati che avremo nelle varie campagne saranno spesso in grado di gestire momenti di difficoltà contro i morti viventi. La modalità multiplayer del titolo è la parte meglio riuscita del gioco: ha la capacità di farci divertire con i nostri amici senza il bisogno di una connessione internet, il tutto unito alla splendida trama già citata. La possibilità che ci offre il multiplayer, è quella di utilizzare i personaggi che, durante la modalità storia in single player non sono disponibili (perché comandati dal computer). Questi sono Helena nella campagna si Leon S. Kennedy, Pierce, compagno fidato di Chris Redfield, Sherry collaboratrice del figlio di Alber Wesker, e Jake Wesker (anche chiamato Jake Muller). Facciamo presente che quest’ultimo è immune al Virus C, ed infatti il suo sangue potrebbe essere l’unica speranza per salvare la razza umana.