Il CAIR (Council on American-Islamic Relations), il più grande ente di beneficienza musulmano per i diritti civili negli Stati Uniti, ha lanciato un appello attraverso un comunicato stampa ufficiale per richiedere la cancellazione del videogioco di guerra Six Days in Fallujah, il cui lancio è previsto entro la fine di quest’anno su PC, PlayStation 4 e Xbox One (le piattaforme di destinazione devono ancora essere confermate).
Il progetto di Six Days in Fallujah era stato abbandonato ben undici anni fa a causa di polemiche simili, per poi essere rilanciato da Konami a inizio febbraio di quest’anno dopo la cancellazione. Per il CAIR, Six Days in Fallujah “farà percepire gli omicidi di arabi come una cosa normale in America e nel mondo“. Queste le parole di Huzaifa Shahbaz, il portavoce dell’ente:
L’industria del gioco deve smetterla di disumanizzare i musulmani. I videogiochi come Six Days in Fallujah servono solo a glorificare la violenza che ha tolto la vita a centinaia di civili iracheni, giustificare la guerra in Iraq e rafforzare il sentimento anti-musulmano in un momento in cui il bigottismo anti-musulmano continua a minacciare la vita umana.
La richiesta di cancellazione del gioco da parte del CAIR segue le perplessità legate al progetto già evidenziate da alcuni giornalisti del settore, come Rebekah Valentine di IGN che ha ritenuto gli eventi narrati nel gioco come: “complicati da affrontare e dolorosi per coloro che sono collegati agli eventi realmente accaduti“. Sul portale TRTWorld, inoltre, relativamente al gioco è stato dichiarato: “Six Days in Fallujah evidenza il problema dell’islamofobia dell’industria dei videogiochi“.
Da qualche giorno Six Day in Fallujah si era mostrato al mondo con il primo trailer gameplay ufficiale, che per vostra comodità riportiamo nuovamente in calce alla notizia. Il titolo è attualmente in sviluppo presso Highwire Games.