Final Fantasy 7 Remake: Zack Fair e le teorie in seguito ai recenti annunci

Fin dalla sua uscita Final Fantasy 7 Remake ha fatto discutere gli appassionati che adesso, con il finale restano ancora più confusi.

Nicholas Massa
Di Nicholas Massa Analisi Lettura da 21 minuti

Final Fantasy 7 Remake è uno di quei videogiochi che fin dal principio ha fatto discutere in lungo e in largo, generando riflessioni sia sulle reali intenzioni di Square Enix nei confronti di questa serie di videogiochi, sia su quanto sarebbe avvenuto in relazione al capitolo originale. L’indecisione generale venne primariamente ispirata proprio dal fatto che si trattava di un remake, termine fin troppo consumato al giorno d’oggi, soprattutto in questo settore specifico. La scelta di restaurare un titolo leggendario come Final Fantasy 7 avrebbe potuto facilmente rivelarsi fallimentare, data la delicatezza di questo gioco, la sua fama e soprattutto l’impatto che ebbe non soltanto sulla vita degli appassionati, ma sulla storia del medium stesso. Stiamo parlando di un lavoro che non si limitò ad uscire soltanto sulla prima Playstatation, ma di un vero e proprio simbolo che si prestò fin dal principio a tutta una serie di ampliamenti (alle volte mere operazioni commerciali) che ne approfondirono determinati aspetti, complicandone altri, riuscendo però sempre e comunque a stregare coloro che ci hanno creduto, portando alla genesi di nuovi “idoli” e a una vera e propria saga indipendente, con una risonanza mondiale.

È proprio partendo dalle immani possibilità che Final Fantasy 7 ha sviluppato che, presumibilmente, è partito questo nuovo progetto, progetto che ovviamente vuole far leva su alcune peculiarità emotive specifiche, tenendo conto, sempre, del peso e dell’incredibile storia che si sta manipolando. Da tutto ciò, dicevamo, le primissime discussioni in merito, sia tra le fila dei fan che tra quelle dei profani. Final Fantasy 7 Remake ha dovuto fronteggiare non pochi ostacoli sociali, uscendo in seguito a un’attesa che ha saputo dosarne i dettagli fino all’ultimo, dettagli che in seguito hanno inevitabilmente alimentato un altro fuoco, un’altra discussione, sia lessicologica che tematica, conducendo a una speranza che, con le ultime notizie in merito, è tornata a divampare.

Final Fantasy 7 Remake

Le terminolgie reboot, remake, remaster, sono ormai parte integrante del nostro quotidiano vivere, essendosi, attraverso l’attuale mercato, stampate a fuoco nell’immaginario che tutti noi conosciamo. Restano però termini che alle volte presentano peculiari possibilità interpretative e una lettura aperta che potrebbe tranquillamente condurre verso lidi inaspettati. Questa una delle lamentele maggiori nei confronti del suddetto titolo, soprattutto in seguito al suo completamento. (Penso sia ovvio specificare che l’articolo da qui in avanti sarà sporcato dai più variegati spoiler, dunque, nell’eventualità in cui non aveste completato il gioco, vi si sconsiglia di proseguire nella lettura).

Il progetto di Finale Fantasy 7 Remake è stato chiarificato fin dal suo principio. Sapevamo tutti, più o meno, come si sarebbero mossi, come avrebbero suddiviso e distribuito gli eventi di un titolo senza dubbio vasto, rielaborandoli attraverso un filtro fotorealistico impregnato anche di una particolare reinterpretazione che si sarebbe legata alle possibilità fruitive odierne. Lo sapevamo. Sapevamo che sarebbe stato diviso in capitoli. Sapevamo, più meno, quale sarebbe stata la loro prezzatura (molte discussioni ancora oggi ruotano intorno a questa particolare scelta). Sapevamo quali passi in vanti estetici erano stati affrontati per restaurare il gioco. Sapevano che tutto ciò avrebbe indubbiamente inficiato su alcuni suoi aspetti, anche di trama, data soprattutto la sua provenienza temporale e il fatto che moltissimi suoi aspetti si presentavano come estremamente tipizzanti, ancorati a un periodo storico totalmente differente per il medium. Sapevamo insomma che qualcosa sarebbe accaduto. Così è stato.

I commenti generali sono stati comunque quasi tutti positivi, anche se i primi cambiamenti, sia a livello di trama che di struttura, erano riusciti a colpire senza troppo infastidire, con l’ultimo capitolo del gioco la rabbia di una parte della community è montata fino alle stelle. Il capitolo 18 Final Fantasy 7 Remake esplode in una serie di sviluppi che passano dal surreale, al vago e al cliché, stravolgendo tutto quello che abbiamo visto fino a quel momento. Anzi, forse sarebbe più corretto dire che quanto avviene nel diciottesimo capitolo ci è stato telefonato nel corso di tutto il gioco, e che alla fine, quando il lupo sotto al tappeto esce fuori inesorabilmente, lascia senza fiato.

Il finale di Final Fantasy 7 Remake

Nel corso di tutto Final Fantasy Remake, partendo dai primi sviluppi, si può notare tranquillamente che qualcosa non quadra, che ci troviamo davanti ad una storia che non si limita a seguire le vicende del passato, ma che ci passa attraverso in maniera differente. Questo per via di alcune reinterpretazioni narrative (che possono anche far piacere) e soprattutto per via della presenza di alcuni strani esseri: i cosiddetti Numen. Questi son la chiave di volta e di lettura principale del titolo, elemento indefinito, esoterico, inquietante e intangibilmente fumoso, almeno fino a che non arriviamo agli sviluppi finali. Questi Numen ci vengono descritti, almeno per adesso, come “i guardiani del destino”. Ovviamente si tratta di una definizione vaga e anche abbastanza banale, ma la loro presenza viene in un certo qual modo delineata alla fine. Questi “esseri” incappucciati ci tormentano nel corso di tutta l’avventura, forzando ogni tentativo di uscire fuori dai binari della storia originale. Si tratta di una sorta di “controllori “ atti ad equilibrare gli eventi, pronti ad assicurarsi, sempre e comunque, che tutto fili come dovrebbe, e pur di riuscirci saranno pronti ad ostacolarci con qualsivoglia mezzo a loro disposizione.

Final Fantasy 7 Remake

Perché parlarne? Perché sono proprio questi Numen ad aprire le domande più affascinanti sia nei confronti di quello cui abbiamo assistito, sia nei confronti di quello che potenzialmente potremo vedere. Li vediamo, nel corso di tutta la storia, intervenire prontamente per svariate volte e poi giungiamo al finale di Final Fantasy 7 Remake, dove avvengono un’infinità di cose che tutt’ora restano senza una spiegazione ufficiosa o diretta. Sull’autostrada che conduce fuori Midgar, Sephiroth (o quello che parrebbe essere tale) apre un portale che diventa immediatamente metafora di ribellione al destino, a tutte le limitazioni che i Numen, appunto, hanno disegnato fino a quel punto. Una volta attraversato la situazione precipita nell’interpretativo più puro, nel vago magmatico, con uno scontro che ha fatto storcere il naso a molti, ed affascinato tutte le teorie che ancora oggi alimentano l’internet.

I Numen vogliono impedirci di avanzare e per questo utilizzano tutte le armi a loro disposizione. Lo scontro, con chiari rimandi autocitazionistici a Kingdom Hearts, specificatamente parlando ad un boss di quella saga, è infarcito di elementi particolari, di visioni che colpiscono i nostri personaggi, mostrandogli alcuni eventi del futuro, eventi che, se si ha giocato il titolo originale, risultano immediatamente familiari per la loro importanza e centralità narrativa. Quegli accenni, quei “lampi” vengono qui interpretati come visioni di un futuro che potrebbe non avverarsi. Questa piega narrativa tra futuro, futuro possibile, presente e passato diventa estremamente labile sotto i colpi delle nostre armi ed abilità. Il tutto alternato da immagini in cui assistiamo agli ultimi momenti di Zack Fair.

Questi, attualmente parlando, sono i dettagli che hanno generato maggiori discussioni, alimentando una speranza che resta ancora vaga, ma quasi tangibile. Forse.

La centralità narrativa di Zack Fair, un personaggio importante fin dall’inizio

Tutti i fan della serie Final Fantasy hanno sentito parlare di Zack Fair almeno una volta nella vita. Si tratta di un personaggio centrale del settimo capitolo che però nel tempo è riuscito a costruirsi una sua personale centralità leggendaria, soprattutto grazie agli spin-off in cui lo vediamo comparire, primo fra tutti: Crisis Core (titolo in cui il giocatore entra letteralmente nei suoi panni, guidandolo fino al tragico epilogo che lo ha reso celebre).

Con Zack, però, non ci troviamo semplicemente davanti a un personaggio celebre, ma a un vero e proprio elemento narrativo centrale nello svilupparsi della storia di Cloud. Durante la prima parte di Final Fantasy 7 quest’ultimo si presenta come un “first class soldier” e lo vediamo districarsi in combattimento mostrando una certa sicurezza di sé alternata a strani momenti di straniamento mentale. Questo perché Cloud soffre di un grave disturbo dissociativo della personalità dovuto ad alcuni forti traumi e esperimenti che ha subito in concomitanza con Zack. Saranno proprio questi eventi a legarli insieme e a condurli alle porte di Midgar, con il conseguente sacrificio di quest’ultimo e la sopravvivenza di Cloud che, in maniera del tutto inspiegabile, assorbirà la personalità di Zack al punto di auto-convicersi di essere lui. Questo è lo sviluppo più importante di Final Fantasy 7, il momento più intimo e profondo in assoluto della sua narrazione, con tutta una serie di connotazioni che trascendono il genere in cui si sviluppa per arrivare a toccare alcune corde particolarmente delicate.

Final Fantasy 7 Remake

Con ciò che vediamo in Final Fantasy 7 Remake, però, tutto questo sembra poter potenzialmente svanire. In realtà intono a Zack e a quello che abbiamo visto nei suoi confronti vi sono alcune interessanti teorie che, almeno per adesso, restano tali. Partiamo con l’analizzare quanto visto. Innanzi tutto vediamo Zack intento a combattere i soldati che ostacolano la sua fuga (con Cloud) verso Midgar. In quella scena particolare la regia e l’esposizione visiva ricordano precisamente Crisis Core. I dubbi fuoriescono con l’ultima cosa che vediamo. Sappiamo che in seguito allo scontro Zack resta ucciso, quello che però non tutti ricordano e che vi sono due rappresentazioni della sua morte: quella in Crisis Core (la più celebre) e quella nel titolo originale.

Il peso della morte di Zack e le varie teorie in merito

In Crisis Core: Final Fantasy 7 vediamo Zack perire per mano dei vari attacchi subiti. Il cielo è plumbeo, carico di pioggia e lampi che si infrangono nell’area circostante. Sulla terra il corpo del nostro eroe disteso, macchiato di sangue. Poi l’addio, poi il passaggio del testimone. Se dovessimo basarci esclusivamente su questo finale, potremmo suggerire che, almeno dal punto di vista della composizione ambientale, quanto visto nel 7 remake è differente, se ne discosta, in un certo qual modo.
In Final Fantasy 7 originale, invece, vediamo Zack combattere e poi trascinarsi verso Midgar con Cloud sottobraccio (immagine identica a quella che vediamo per un secondo nel Remake), per poi essere individuato da alcuni soldati e finito una volta per tutte.

In realtà nell’attuale progetto potrebbero tranquillamente averci mostrato entrambi questi finali, anzi una teoria molto interessante, identificherebbe quanto abbiamo visto come una sorta di fusione fra questi due, atta a depistare.
Il punto è che nel filmato in cui Zack sembrerebbe essere sopravvissuto alcuni elementi anomali distaccano l’azione da tutto quello cui abbiamo assistito in passato. Nel Remake vediamo il soldier  ancora in piedi in seguito allo scontro. Poi un sacchetto di patatine si solleva dal terreno e vola arrivando in primo piano in slow motion. Questo, secondo moltissimi appassionati, è un dettaglio chiave nella lettura e rilettura di quanto abbiamo davanti. Partendo dal presupposto che nel corso di tutta questa nuova avventura ci è stato detto che la Shinra ha adottato una mascotte precisa, mascotte che vediamo rappresentata in più occasioni, anche sui vari alimenti (sto parlando di Stamp, il cagnolino sorridente con l’elmetto da militare), il fatto che sul pacchetto di patatine sia presente una mascotte differente, un altro cagnolino con un cappello, con quello che parrebbe essere lo stesso identico nome, potrebbe in realtà significare che ci troviamo in un’altra linea temporale, un’altra dimensione, dimensione in cui la Shinra è differente da quella che conosciamo bene e forse proprio per questo definita da una mascotte che non conosciamo.

La teoria dell’altra dimensione, poi, culmina con quanto vediamo in seguito. Zack viene colto da un’esplosione improvvisa che lo catapulta in terra, lontano, con una spinta che lo impressiona per poi essere rapito da quanto ha davanti. Vediamo poi una Midgar pervasa dai Numen che parrebbero fuggire via. In molti hanno letto in questa scena una sorta di reazione parallela a quanto abbiamo fatto nella nostra di dimensione, come se le linee temporali fossero in un certo qual modo collegate fra loro e le azioni avvenute contro il destino avessero avuto una risonanza generale, forse liberando anche Zack stesso dai limiti posti al suo di destino. Se questa teoria si rivelasse calzante, ovviamente ci troveremo per le mani una storia che andrà a toccare lidi inesplorati, prendendosi molti rischi e interpretazioni non facili.

Zack Fair

Essendo Zack fondamentale nella narrazione di Final Fantasy 7 in molti hanno escluso a prescindere la possibilità di una sua sopravvivenza nella trama che abbiamo giocato fino ad ora. Lo sappiamo benissimo quanto sia centrale il suo addio, soprattutto nella costituzione mentale di Cloud e nel lascito anche materiale della leggendaria spada, brandita dal protagonista biondino. Il disturbo dissociativo di Cloud e il viaggio verso le ombre del suo passato, verso quel “progressivo definirsi” che tutti noi conosciamo bene andrebbe forse perduto con la sopravvivenza di Zack. Da tutto ciò un’altra teoria estremamente curiosa: e se in questo primo capitolo del Remake in realtà ci avessero spiegato che si tratta sì di più universi, linee temporali o dimensioni, e che le varie scelte attuate da tutti noi avessero non soltanto impattato con il nostro viaggio ma anche con quello degli altri? E se avessimo, con la nostra sfida al destino, cambiato il passato di un Zack che non appartiene però alla nostra linea narrativa?

Da tutto ciò la possibilità, nei prossimi episodi, di indossare i panni del soldier dai capelli corvini in una sorta di prequel, di tornare nuovamente a guardare il mondo dai suoi occhi, occhi che però non hanno nulla a che fare con il Cloud che abbiamo spinto a lottare fin dove sappiamo. Questa teoria scinde la narrazione in due strade differenti, due realtà diverse ma comunque parallele nel senso che si influenzano a vicenda, con una scrittura che muove le sue pedine cercando di costruire una sorta di sottile continuum con un peso specifico in cui il giocatore giocherà sia i panni di Cloud che quelli di Zack, senza però vederli mai incontrarsi direttamente, ma comunque, in qualche modo uniti nei loro viaggi. 

La teoria dei “7 secondi”

In realtà il finale di questo Final Fantasy 7 Remake non ha visto fiorire speculazioni soltanto nei confronti di Zack, ma anche verso una manciata di altri elementi che ancora adesso restano fondamentalmente aperti, indefiniti, magmatici. Fra questi, però, una frase specifica ha catturato l’attenzione degli appassionati: “7 seconds ‘till the end” (sette secondi alla fine).

Questa viene pronunciata da Sephiroth alle spalle di Cloud in seguito al loro personalissimo scontro da soli. Ecco, partendo da tutto ciò c’è chi sul web si è messo a ragionarci su, arrivando a calcolare quanti secondi dura la sequenza in cui Sephiroth piomba dal cielo sulla giovane Aerith, giungendo alla conclusione che nel Remake i 7 secondi nominati corrispondono proprio ai 7 secondi che “capelli grigi” ci mette per uccidere la ragazza. Teoria che ha trovato, curiosamente, molti riscontri positivi, anche se come tutto il resto si tratta di pura speculazione, anche emotiva.

I nuovi sviluppi ipotetici e le speculazioni che verranno con Final Fantasy 7 Remake

Recentemente Square Enix ha ufficializzato la registrazione di due marchi, legati a Final Fantasy 7 Remake che fin dal principio hanno dato parecchi pensieri agli appassionati più fantasiosi. Fra questi due una teoria si lega specificatamente a quello nominato “First Soldier”. La maggioranza ha individuato in queste due parole il nome di Sephiroth. Si ipotizza, infatti, che si tratterà di un approfondimento legato a questo celeberrimo ed intramontabile villain, approfondimento che non si discosta dal modus operandi aziendale e commerciale di questi anni. La possibilità di vedere nello specifico Sephirot potrebbe, in un certo qual modo, illuminarci nei confronti di quanto abbiamo assistito fino ad ora con questo progetto in atto, anche perché Sephirot resta tutt’ora uno dei tasselli più indecifrabili e indecifrati di questo remake. 

Nel corso degli eventi lo vediamo intervenire, fumosamente parlando, più volte, lo vediamo rivolgersi a Cloud seguendo lo stile del capitolo originale, fino al finale che, come ben sappiamo, rimescola tutte le carte in tavola a disposizione.

Forse questo marchio altro non sarà se non il preambolo a un frangente narrativo in cui si potrà comprendere, finalmente, l’obiettivo definitivo di un Sephirot che ancora non si è mostrato in toto. Non sappiamo se potremo vestire i suoi panni, ma la speranza della community, o almeno di una sua parte, vorrebbe vedere chiariti gli elementi che fino ad ora hanno disegnato le azioni di questo personaggio, magari riallacciandosi alla teoria delle linee temporali parallele.  

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Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.