Stranger of Sword City – Recensione

Alessio Cialli
Di Alessio Cialli - Senior Editor Recensioni Lettura da 12 minuti
6.9
Stranger of Sword City

La PlayStation Vita, console da molti criticata, a volte snobbata ed oggi sorprendente abbandonata addirittura dalla sua casa madre, Sony, sembra non volersi arrendere e come accade quando si è ormai finiti sembra iniziare a dare il meglio di se “metaforicamente parlando” solamente negli ultimi mesi. La console sta infatti divenendo patria di titoli che finalmente cercano o comunque tentano di sfruttare le potenzialità offerte da essa sotto ogni punto di vista; lo abbiamo già visto con Severed, titolo profondo e ammirevole, e lo rivediamo anche se non con la stessa intensità con quest’ultimo Stranger of Sword City, titolo sviluppato da Experience Inc. approdato anche su Xbox 360, PC e Xbox One. Questo profondo titolo porta con se dinamiche non di certo innovative anzi, ha forti richiami con i titoli del nostro passato, arrivando a proporci un JRPG classicissimo, e che trae profonda ispirazione dal più noto Demon Gaze.

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Un fatale incidente

La storia di questo interessante Dungeon Crawler, inizia dal Giappone, continente dal quale parte un’aereo che non arriverà mai a destinazione, ma per qualche e strana coincidenza astrale precipita all’interno di un’altra dimensione. Una storia che avrete sentito ripetere chissà, forse altre cento volte, sulla quale però è sempre facile costruirci su qualcosa, ma difficile renderla coinvolgente e profonda come hanno fatto i bravissimi sviluppatori di Experience Inc. In questa strana vicenda noi saremo gli “Stranieri“, personaggi che grazie ad una pressione atmosferica minore presente nel nuovo pianeta e qualche altro mistero, saremo in grado di sprigionare una potenza fenomenale e acquisire grandiosi poteri. Ed è così che una volta approdati sul pianeta Escario, inizierà il titolo che ci porterà alcune volte molte bene altre molto meno bene all’interno di questa mirabolante avventura tanto difficile quanto profonda, nella quale affronteremo mostri dallo stile puramente fantasy a volte però modernizzati e con qualche richiamo orientale. Su questo pianeta che non mancherà di proporci lunghi dungeon, gli “Stranger“, ovvero tutti quelli che, come noi, sono arrivati dal cielo, hanno deciso di riunirsi, coalizzandosi e cercando di raggiungere un unico obiettivo: tornare a casa. Questo sarà possibile solamente grazie a duri combattimenti ed affrontando numerosi pericoli cercando di scoprire il mistero e soprattutto raccogliendo quanti più Blood Crystal sia possibile. Questi particolari oggetti che troveremo solamente cacciando i mostri più pericolosi di Escario, saranno la nostra moneta di scambio con gli dei, che grazie ai nostri doni ci renderanno il percorso più semplice ed abbordabile. Questa è la story line del titolo, che sembra ed è molto classica ma che non mancherà di affascinare il giocatore, grazie anche a molte componenti personalizzabili ed ai finali multipli dei quali il titolo dispone e che varieranno in base alla nostra devozione riguardo un particolare dio rispetto ad un altro. stranger of sword city

Gameplay

Dopo il lungo preambolo iniziale, dovuto alla presentazione iniziale che ci introduce al pianeta, le prime ore del gioco verranno spese tra la prima parte di personalizzazione del gioco ed il tutorial che, una volta terminato, lascerà molte dinamiche incomprese ed introdotte puntualmente lungo il nostro percorso. Come prima cosa inizieremo con la creazione del nostro alter ego: in questa occasione va sottolineata la libertà di scelta che gli sviluppatori hanno voluto lasciare agli utenti, i quali potranno decidere di creare dei personaggi con i più disparati accostamenti. Potremo scegliere tra cinque razze e otto classi iniziali, oltre all’età, voce ed aspetto selezionabile tra i tanti ritratti creati da due artisti d’onore come En Okishiji e Yoko Tsukamoto. Finita la creazione del personaggio ci aspetterà una lunga sessione di dialoghi; questi avverranno con le classiche righe di testo, tutte da leggere, perché in questa fase apprenderemo quelle che poi saranno le dinamiche di base dell’intero titolo, conosceremo i vari personaggi secondari, utili a vendere ed acquistare equipaggiamenti o a curare le nostre ferite. Dopo di ciò, verremo catapultati all’interno di un brullo dungeon ed inizieremo la nostra esperienza con l’elemento chiave del gioco: i combattimenti. Le dinamiche generali sono le solite dei dungeon crawler in prima persona, ed una volta creato il nostro team, composto da ben 6 personaggi, inizieremo sin da subito a capire di che pasta sia fatto questo intrigante ma difficile titolo. Già dalle prime battute Stranger of Sword City si dimostrerà essere un titolo per chi è armato di buona pazienza, poiché non sarà possibile salvare all’interno dei lunghi e difficili dungeon, punendo pesantemente gli errori dei giocatori, con pene che analizzeremo più avanti.

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Se amiamo questo tipo di JRPG sapremo sicuramente come comporre inizialmente il nostro team, rendendolo capace di affrontare le insidie che ci si pareranno di fronte. Purtroppo, però, non sempre gli scontri saranno semplici: il divario tra i livelli dei nemici è impressionante, passando da scontri blandi a sfide impossibili. Il combat system riprende tutte le classiche dinamiche dei titoli del genere, caratterizzato da combattimenti a turni, permettendoci di gestire tatticamente l’evoluzione della battaglia. In ogni turno dovremo scegliere le mosse di tutti i personaggi del party, che si divideranno in attacchi base, magie, skills o oggetti; una volta stabilite le azioni da compiere i vari personaggi agiranno in base al parametro di velocità. Nella battaglie potremo scegliere di utilizzare anche il potere delle “Divinità“, unico tocco originale nel gameplay, che ci permetterà di sfruttare un potere capace di ribaltare le sorti della battaglia, consumando dei punti “morale”. Questi punti si consumano con l’utilizzo di specifiche abilità o fuggendo dai combattimenti scomodi: unica pecca di questa piccola innovazione è che il “morale” si guadagna semplicemente grazie all’utilizzo di attacchi o magie, permettendo così un uso smodato di poteri devastanti. Il farming è una componente essenziale del gameplay, dati gli sbalzi di difficoltà sopracitati, ragione per cui sarà importante livellare. Ciò non è strano se pensiamo ad un JRPG, peccato che passare da un livello ad un altro del nostro personaggio non è semplice, poiché saranno richiesti molti combattimenti per accumulare l’esperienza necessaria. Dobbiamo dire però che gli sviluppatori sono stati coerenti ed hanno introdotto un sistema di “Imboscate”: questa innovazione ci permetterà, in determinati punti della mappa, di nasconderci e far partire una sequenza in cui appariranno dei gruppi di nemici intenti a trasportare gustosi bottini; una volta apparsa la prima carovana di mostri potremo decidere se partire all’attacco o aspettare un secondo giro, magari più ricco e facile da affrontare. Sappiate però che più tempo si aspetterà in questa modalità e più sarà probabile che l’imboscata non vada in porto, perdendo così tempo ed un probabile denaro.

Stranger of Sword City

Meglio scappare che morire

Come vi abbiamo spiegato in precedenza, dopo aver personalizzato il nostro party e magari essercelo cresciuto a dovere, il consiglio che vi diamo è di scappare piuttosto che perdere un personaggio del vostro gruppo. Purtroppo in questo titolo esiste la dinamica del permadeath, ovvero se un personaggio muore in battaglia non sarà cosa semplice farlo tornare in vita. Per curare un vostro personaggio con 0 HP esistono poche soluzioni, tanto che in alcuni momenti del gioco si preferirà sostituire il defunto piuttosto che pagare la pena ideata dagli sviluppatori. Questo perché se un vostro personaggio muore, e non è cosa difficile soprattutto nelle fasi iniziali del titolo, si potrà resuscitarlo solamente tornando alla “base” e pagando un costo in denaro. I costi da pagare saliranno con il numero delle volte che utilizzeremo il servizio ed ogni personaggio ha un numero determinato di Life Points, i quali graveranno sulle tasse da pagare ogni volta che si andranno a ridurre; inoltre, una volta terminati non sarà più possibile farlo tornare in vita e lo perderemo per sempre. Le cose progrediscono marginalmente grazie ad alcuni oggetti consumabili, i quali ci renderanno capaci di far rianimare un personaggio e ripristinare pochi Life Points, ma sono oggetti difficili da trovare, oltre che presenti nella fase più avanzata del gioco. Abbiamo voluto creare un paragrafo a parte per questa sgradevole dinamica perché secondo noi rovina il lavoro svolto dai ragazzi di Experience Inc.: il sistema di permadeath inserito, almeno secondo il nostro parere, non aveva senso di esistere all’interno del titolo; bastava la scocciatura di dover restare in giro per i dungeon con sempre meno personaggi più che perderli in maniera definitiva. Questo causa frustrazione, perché dover giocare sempre con il freno a mano tirato non è bello, e pensare di dover spegnere la console e riaccenderla per ricominciare potrebbe causare più di qualche piccola noia.

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Tanti dungeon ma…

Stranger of Sword City ci porta all’interno del già citato pianeta Escario: questo però lo avremmo preferito più curato e dettagliato, visto che inizialmente il gioco ci propone dei bellissimi artwork, e ritratti dei personaggi. Da questo punto di vista il titolo è impeccabile: i disegni dei personaggi e tutto ciò che non è in movimento è stato realizzato con grande cura precisione, ed è forse questo il motivo per il quale rimaniamo delusi da ambientazioni spesso piatte e senza enfasi. Il titolo fortunatamente è pieno di dungeon da esplorare, ben differenziati tra loro. Deserti senza fine, grandi foreste e torri labirintiche da esplorare saranno le ambientazioni in cui ci inoltreremo. Le ambientazioni, purtroppo, nonostante cambino restano una grave pecca del gioco, il quale già è privo di animazioni (e le poche che stanno meglio lasciarle perdere), e quindi perde l’unico elemento sul quale poter far leva dal punto di vista visivo. Gli sfondi piatti, privi di particolari e senza dettagli, renderanno le ambientazioni dei semplici blocchi da esplorare per i nostri scopi, senza che nessuno di questi riesca ad attirarci veramente. Infine vi lasciamo alla visione di un filmato del titolo, il quale ci offre una finestra di anteprima sul gioco, per farci un’idea dell’esperienza che ci attende:

https://www.youtube.com/watch?v=B-7eQ3kQBnc

 

Stranger of Sword City
6.9
Voto 6.9
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Senior Editor
Eclettico personaggio, ha iniziato la sua carriera videoludica con un Commodore 64. Si consacra nei titoli Platform, Stealth e GDR. Titolo preferito: Alex Kidd in Miracle World "Sega Master System", gioco più vecchio di lui!