A circa due mesi dall’uscita, prevista per il 26 febbraio 2021, Square Enix ha rilasciato una final demo di Bravely Default 2, terzo capitolo della saga JRPG iniziata su Nintendo 3DS e in continuazione su Nintendo Switch. La prima demo, risalente alla scorsa primavera, aveva suscitato reazioni discordanti a causa di una curva di difficoltà ritenuta da molti utenti troppo accentuata a causa di un elevato spawn rate e di una CPU considerata troppo impegnativa. Square Enix non si è lasciata abbattere dalle critiche e si è rimboccata le maniche: dopo aver invitato i giocatori a compilare un questionario, il team di sviluppo ha migliorato gli aspetti meno graditi, dandone una prima prova in questa inaspettata demo.
Bravely Default 2: dove eravamo rimasti?
Nonostante un titolo ambiguo, Bravely Default 2 non è il sequel diretto né di Bravely Default: Flying Fairy né di Bravely Second: End Layer. Questo è chiaro sin dai primi momenti di gioco, in cui ci troviamo a familiarizzare non con l’ormai rodato continente di Luxendarc, bensì con Excillant, una nuova area suddivisa in 5 regni. Le similitudini con Luxendarc, tuttavia, sono ben evidenti nella conformazione geografica del continente, ma anche nella sua storia fondata sui cristalli elementali, fondamentali soprattutto nella storia del primo Bravely Default.
Similmente alla prima demo di Bravely Default 2, il gioco si apre nei pressi della desertica città di Savalon e con delle importanti informazioni per il giocatore: quello che abbiamo tra le mani è il primo capitolo di gioco, in una versione pressoché identica al titolo in uscita a febbraio. Per questo motivo, a partire dal primo accesso alla demo decorre un conto alla rovescia di 5 ore, tempo massimo che potremo trascorrere a Excillant. In più, in apertura del gioco, è possibile stavolta scegliere uno dei tre livelli di difficoltà (facile, normale, difficile), andando a correggere il principale problema della versione preliminare del gioco.
Visto che il punto di partenza è comune alle due demo, all’inizio un po’ di ripetizione è dovuta: c’è da esplorare nuovamente Savalon e le sue rovine fuori città. Tuttavia, stavolta i rapporti tra i personaggi sono decisamente più chiari e meglio delineati: il gruppo di avventurieri è alla ricerca del cristallo dell’acqua per volere della principessa Gloria (e forse anche di Elvis, che sembrerebbe essere un nobile anche lui?). Così, capiamo perché la città posta nel cuore del deserto è stranamente parzialmente inondata. In più, ben presto si palesano tre nuovi personaggi, nonché portatori di asterischi: Orpheus, Bernard e Anihal, che sembrano essere in qualche modo collegati alla scomparsa del cristallo dell’acqua. E a questa ricerca sono legati dei nuovi dungeon mai visti prima.
Tra novità e innovazione
Rispetto alla prima versione, questa final demo dà un’idea ben più precisa di ciò che ci aspetta in Bravely Default 2, non solo dal punto di vista dello storytelling, ma anche delle meccaniche. Nessuna rivoluzione copernicana: il battle system è rimasto lo stesso di sempre coi brave point da accumulare tramite il default, il che è un bene, dato che si tratta di un sistema ben oliato e che combina strategia, tempismo e versatilità. Su questo fronte, sono state apportate alcune migliorie all’interfaccia di combattimento. Per esempio, si possono visualizzare in modo più scorrevole e analitico i cambiamenti di stato e le debolezze della propria squadra e di quella alleata, in modo molto simile a Octopath Traveler.
L’influenza del Team Asano e della sua esperienza con Octopath Traveler si sente e si apprezza: adesso risulta molto più intuitivo individuare i punti deboli degli avversari, che hanno un numero visualizzabile in anticipo (evitando il trial and error). Inoltre, sono presenti in modo più consistente rispetto ai primi due capitoli della saga gli oggetti che infliggono danno ai nemici (in modo simile alle Pietranime di Octopath Traveler), reperibili sia esplorando le mappe di gioco che nei negozi. Un interessante nuovo strumento è la Tenda, che consente il recupero di tutti i PV e PM della squadra se usata all’aperto o vicino ai punti di salvataggio; questo sopperisce alla mancanza dei mercanti in prossimità dei boss, innalzando lievemente la difficoltà: bisognerà fare scorta di oggetti da battaglia prima di entrare in ogni dungeon!
Nell’overworld, dove anche stavolta abbondano le side quest, la frequenza di comparsa dei nemici non risulta così diversa da quella della prima demo; in più, se sarete incauti e vi lascerete accerchiare da più di un mostro, dovrete affrontare 2 o più orde di nemici consecutive. Questo, tuttavia, si tradurrà in un bonus di esperienza se riuscirete nell’arduo intento. Dato il limite temporale di 5 ore di gioco consecutivo, abbiamo provato più difficoltà di gioco, optando infine per la facile per arrivare fino in fondo quanto più in fretta possibile. Purtroppo o per fortuna (dipende dal vostro stile di gioco), anche la modalità facile non risulta esattamente una passeggiata: volenti o nolenti dovrete grindare e scegliere con cura le vostre classi e abilità. Ma non è forse questo il bello della saga di Bravely?
In sintesi, la final demo di Bravely Default 2 ci lascia ben sperare: grafica onirica come sempre, una colonna sonora firmata da Revo, un’interfaccia di combattimento migliorata e un overworld che, finalmente, si lascia esplorare in modo più organico. La difficoltà è in linea con quella degli altri capitoli della saga, senza sconvolgimenti abissali rispetto alla prima demo, e i personaggi sono tutto sommato promettenti, nonostante qualche cliché mutuato da Bravely Default: Flying Fairy. Al 26 febbraio l’ardua sentenza!