Per celebrare il 60esimo anniversario dalla nascita della società di videogiochi SEGA, è stata rilasciata sul canale Youtube di SEGA Europe un’intervista fatta a Toshihiro Nagoshi, Direttore Creativo della divisione giapponese dell’azienda, svolta da Derek Seklecki, Senior Marketing della divisione inglese. L’intervistatore ha posto delle domande interessanti a Nagoshi, soprattutto per quanto riguarda il suo passato all’interno dell’azienda, svelando qualche dettaglio interessante sul pensiero del creativo nei confronti di Nintendo.
Toshihiro Nagoshi al giorno d’oggi è conosciuto ai molti per essere il creatore della serie Yakuza, iniziata ormai ben 15 anni fa e appena aggiornata dal nuovo capitolo, approdato il 10 novembre scorso: parliamo di Yakuza Like a Dragon. I veterani del mondo videoludico conosceranno anche i suoi lavori meno recenti, come: Virtua Racing, Daytona USA e Super Monkey Ball, del quale si vocifera uscirà un nuovo capitolo principale della ventennale saga. A tal proposito, parlando proprio di Super Monkey Ball (a circa 12 minuti del video in testa all’articolo), Nagoshi spiega che il motivo per il quale fu scelto GameCube come porting del gioco fu proprio il target al quale voleva puntare Nintendo, specificando come ancora oggi le console dell’azienda giapponese siano mirate per quella fascia d’età.
Credo che ancora adesso la piattaforma Nintendo sia una console di gioco che viene utilizzata da una vasta gamma di gruppi di età, ma fondamentalmente, io penso che il suo hardware sia per bambini e adolescenti. In mezzo a tutto ciò, in quel momento, Nintendo stava anche investendo molto nel mercato dei bambini, e io pensai di esserne adatto.
Queste sono le parole di Toshihiro Nagoshi durante l’intervista. Non gli si può dare torto d’altronde, a differenza di Microsoft e Sony, Nintendo ha sempre pensato molto di più ai propri giocatori più giovani. Nagoshi rivela anche ciò che accadde nel 2018 proprio alla Yakuza collection: rilasciata inizialmente solo per il pubblico giapponese. Nintendo si rifiutò di lanciare il gioco su Switch, pubblicandolo invece solo su Wii U, dove si rivelò un disastro commerciale. D’altronde ora su Nintendo Switch abbiamo titoli come The Witcher 3, DOOM e Wolfenstein II, a dimostrazione che – sebbene il mercato principale Nintendo sia incentrato sulla fascia dei più giovani – ci sono anche giocatori di vecchia data che utilizzano tale console per giocare delle IP ben più mature.
Per quanto riguarda quest’intervista, c’è chi sostiene che la traduzione delle parole di Toshihiro Nagoshi non sia del tutto corretta, specialmente per quanto riguarda i toni da lui utilizzati nei suoi commenti e pareri a proposito di Nintendo.