Dopo aver partecipato al torneo di Soulgivers organizzato su Tabletopia, abbiamo iniziato ad appassionarci (e chi vi scrive in particolar modo) a quello che si preannuncia un bellissimo progetto, in partenza a breve su Kickstarter. Grazie alle diverse prove fatte sul simulatore 3D, abbiamo potuto scrivere anche una piccola anteprima del gioco (utile a tutti gli utenti che ancora non lo conoscono) che ancora, purtroppo, non riesce a racchiudere pienamente il grandissimo potenziale del titolo. Dopo averne saggiato le grandi qualità e aver redatto l’articolo, ho voluto personalmente contattare Luca Cervini, il creativo che si cela dietro cotanta bellezza. Fortunatamente per noi (e per voi) è una persona disponibilissima e cordiale, che ci ha regalato un po del suo tempo per rilasciare una piccola intervista, nonostante in questo momento sia nel pieno delle attività per il lancio del suo primo gioco da tavola.
Abbiamo quindi cercato di racchiudere in poche domande tanti aspetti del gioco, qualche parentesi puramente personale, piccoli spunti sul futuro, e la piega che potrà prendere Soulgivers dopo il lancio ufficiale. Di seguito il nostro interessante botta e risposta!
Chi è realmente Luca Cervini? Oltre ovviamente che un nuovo ideatore di giochi da tavola?
Luca Cervini: iniziamo subito con le domande difficili, eh? La risposta più immediata è:
“un creativo che lavora da oltre quindici anni nel settore promozionale, che per alcuni anni della sua vita ha fatto mostre di fotografia digitale – direi surreali, per darti giusto un’idea in una parola – e che nel tempo libero ama collezionare giocattoli vintage, toy design e Funko Pop!, giocare a giochi in scatola, videogiochi e leggere un sacco di fumetti e libri.”
Detto questo, parlerei di cose più importanti: Luca è arrivato da poco a 36 anni e ha l’esigenza assoluta di creare delle storie per il pubblico, indipendentemente dal media scelto. Sperimentare il più possibile, mescolando più strumenti e tecniche per vedere che succede: nella vita vorrei fare un fumetto tutto mio, un gioco da tavolo, un videogioco e via dicendo. Ma allora, perché non provare a mischiare un po’ questi prodotti e lasciare che si contaminino a vicenda? Ecco perché il Soulgivers che vedrete su Kickstarter sarà solo il primo sasso lanciato, perché è un gioco da tavolo che può contenere molte cose, posso scrivere delle storie per ampliarne la lore, posso inventare e illustrare i suoi personaggi, curare l’aspetto ludico e collezionistico dei pezzi, e magari un domani trasformarlo in una app o un videogioco. Dare vita a nuovi mondi è difficilissimo, ma è una sfida che mi piacerebbe affrontare, sia con SG (Soulgivers) che con altri titoli in futuro, e non necessariamente partendo sempre dal gioco da tavolo. Ecco, tornando alla tua domanda, sono un po’ incasinato ma sono qui e spero di trovare o avere l’opportunità di mettere in pratica nei prossimi anni quanto scritto sopra.
Come è nata l’idea di Soulgivers?
Luca Cervini: Nel 2015, quando abbozzai le prime regole di Soulgivers, Overwatch non era ancora uscito (ma lo cito lo stesso come ispirazione a posteriori), ma il concetto di eroi con poteri variabili era già ampiamente diffuso nell’ambito del fumetto, del cinema e dei giochi (video e non). Inoltre, la meccanica di Capture the Flag (Frammento, anziché bandiera, nel nostro caso) ricorda una delle più famose modalità di gioco di Unreal Tournament, fine anni novanta. Eroi con vari poteri li troviamo invece nei giochi MOBA come DOTA2 o League of Legends, ma anche la suddivisone in classi tipica dei GDR e dei MMORPG. Ho passato tante ore della mia vita scoprendo nuovi videogiochi, quindi è normale che Soulgivers sia un tributo a tutto quel mondo. Tuttavia, la sequenza iniziale del film “X-Men Giorni di un futuro passato” mi ha colpito tantissimo e mi ha messo davanti agli occhi il ritmo giusto che avrei voluto replicare nel mio gioco da tavolo, dove una combinazione di eroi si alternano con i propri poteri durante le fasi concitate della battaglia. Queste sensazioni le volevo assolutamente ritrovare nel mio gioco, insieme ad un setup che da lontano sembra Scacchi o Dama (quindi molto cervello e poca frenesia). Si tratta di una bella sfida! Anni dopo, la saga di Thanos dei film Marvel avrebbe fatto di più e meglio in termini di cooperazione tra (super) eroi, ma allora non potevo saperlo e quel film degli X-Men è stato sufficiente a far scattare in me qualcosa. C’è poi il fattore collezionismo: accumulo da una vita pupazzetti e giocattoli, quindi ho una certa sensibilità estetica e di contenuto nei confronti delle squadre da completare, siano essi eroi, alieni o chissà che altro. Soulgivers non è un gioco di carte collezionabili come Magic e similari, ovviamente, ma la possibilità di espandere le squadre iniziali con nuovi eroi e altrettanti nuovi poteri mi fa impazzire. Quel che invece non ha apparente ispirazione esterna, almeno a livello conscio, è la meccanica delle combinazioni con le anime: ogni eroe morto può essere assorbito dai compagni che ne acquisiscono i poteri, in aggiunta ai propri.
Come avverrà la distribuzione del prodotto una volta uscito dal periodo del Kickstarter?
Luca Cervini: Una volta che la campagna Kickstarter avrà raggiunto il successo che tutti ci auguriamo, sarà possibile fare acquisti legati a Soulgivers in tre modi (stiamo ancora lavorando in questa direzione, ma al momento l’ipotesi è questa): la vendita nei negozi specializzati attraverso un importante editore italiano con il quale siamo in trattativa, un sito web dedicato dove poter acquistare merchandising e accessori collaterali al gioco in scatola e, ci piacerebbe molto, una distribuzione all’estero.
Come hai vissuto questo periodo di incertezza dovuto al COVID-19? Come hai affrontato questa emergenza in termini di progetto?
Quale sarà il giorno esatto in cui verrà lanciato Soulgivers su Kickstarter?
In futuro prevedi o immagini di creare un circuito competitivo dietro al gioco?
Come vedi il tuo futuro dopo l’esperienza di Soulgivers?
Luca Cervini: Soulgivers mi ha insegnato tanto. Al di là dell’impegno mostruoso che richiede la creazione di un gioco dove allo stesso tempo (almeno all’inizio) devi occuparti delle regole, dei testi, delle meccaniche di gioco, dell’ambientazione e delle illustrazioni, ti rendi conto col tempo che da solo non puoi farcela. Dal periodo del Lucca Comics & Games si sono aggiunti alla squadra Riccardo, Giulia e Marta che conoscete dalle live. Grazie a loro siamo arrivati fin qui e io non sono imploso malamente nel tentativo di fare tutto senza un supporto esterno.
Io sono felicissimo di essere arrivato alla fine di questa prima parte, significa molto per me l’abisso che c’è tra l’avere una bella idea nel cassetto (chi non ne ha almeno una?) e portarla effettivamente a termine. La soddisfazione è impagabile. E poi, in mezzo a quell’abisso ci sono le cose che ho imparato strada facendo. Quel che è certo è che il mio futuro vorrei rimanesse per sempre legato al mondo dell’intrattenimento, da sempre parte della mia vita: giochi da tavolo o videogiochi e altre forme espressive che non vedo l’ora di esplorare e trasformare in un lavoro.
Hai già altre idee in mente?
Luca Cervini: Sì. Ora passiamo alla prossima domanda? A parte gli scherzi, credo sia fisiologico pensare ad altre idee durante l’avanzamento lavori di un progetto. Per me è un modo per alimentare maggiormente i momenti di stanca, per ritornare poi sul progetto principale con l’energia giusta. Certo, le nuove idee non dovrebbero avere la priorità sul resto, altrimenti si rischia di rimanere con un pugno di progetti lasciati a metà e tanta frustrazione. E sono quasi sicuro che molti cadano quotidianamente in questo errore (io credo di avere una o due lauree sul lasciare i progetti a metà per inseguire idee più fresche). Soulgivers mi ha insegnato anche questo, a non mollare, anche quando ci stai lavorando da così tanto che sembra stantio. Non è così, il progetto va finito.
Se invece vuoi un elenco, rimanendo solo nell’intrattenimento dei giochi, ti posso dire che ho da parte le bozze per un paio di giochi da tavolo e altrettanti videogiochi, senza escludere il futuro di Soulgivers. Vedremo.
Puoi rivelarci in anteprima assoluta quali saranno i primi due o più popoli che usciranno dopo il Kickstarter?
Luca Cervini: Ahahah, no. Quello che posso dirti è i due nuovi popoli saranno in un certo senso uno l’antitesi dell’altro, i primi arriveranno dal cielo e gli altri dagli abissi. Questo perché voglio introdurre altri due aspetti fisici ed estetici nei personaggi, dettagli per me interessanti da illustrare. I colori delle anime di questi due nuovi popoli saranno il giallo e il viola, e il set base prevederà lo stesso numero di Soulgivers dei Gusci e degli Spettri. Con molta probabilità, anche le tessere della loro mappa cambieranno per allinearsi meglio alle abilità di questi nuovi popoli.
Ringraziando infinitamente Luca, dichiariamo l’intervista ufficialmente conclusa, speriamo che alcune vostre curiosità siano state soddisfatte, se avete però qualche dubbio o qualche domanda aggiuntiva da porre a Luca Cervini, non mancate di condividerla con noi! Ne faremo tesoro e, se sarà possibile, continueremo questo interessante dialogo con il padre di Soulgivers.