Resident Evil 2 e Resident Evil 3 – Due remake tra diverse accoglienze

Resident Evil 3 Remake non è stato accolto come ci saremmo aspettati. Cosa è andato storto nella nuova operazione di Capcom?

Gabriele Barducci
Di Gabriele Barducci GL Originals Lettura da 9 minuti

Giocato, finito, sviscerato, rigiocato ancora una, due o tre volte e poi cancellato dalla memoria (fisica quanto mentale). Resident Evil 3 è stato davvero un piccolo caso di aperta discussione da parte dei fan, come per quanto riguarda la stampa specializzata. Non è un mistero dunque che buona metà dei videogiocatori si è detta insoddisfatta del trattamento che Capcom, o meglio M-Two, studio sussidiario del colosso che si è adoperato in prima linea, ha dedicato al progetto del remake di Resident Evil 3. Se proviamo a guardarci dietro, lo scorso anno era iniziato con il fantomatico “botto” che portava il nome di Resident Evil 2 Remake, con un’accoglienza che è andata ben oltre il solito ottimo gioco.

Come è stato possibile dunque che nel giro di poco più di un anno ci siamo ritrovati con un titolo della rinata Capcom ad essere più discusso che lodato? Proviamo a tirare una diretta cronaca tra tutte le informazioni che abbiamo ricevuto prima e dopo il lancio dei rispettivi due titoli.

Tutti pazzi per Leon e Claire

Ricordate i mesi, anzi, gli anni che hanno preceduto il primo vero e proprio reveal al mondo di Resident Evil 2 Remake? Io perfettamente, perché, detta in parole povere, non c’era praticamente nulla con cui fantasticare, ipotizzare o rifarsi gli occhi.

Capcom stessa si divertiva a stuzzicare l’attenzione dei suoi fan, qualche citazione e oggetto iconico mostrato sui social e per quasi tre anni dal 2016, anno del suo annuncio, non c’era praticamente nulla. Tutti si sarebbero aspettati dunque un silenzio che avrebbe favorito poi l’ambito creativo e infatti poi nel momento del reveal e l’annuncio dell’uscita da lì a pochi mesi, l’entusiasmo era alla stelle: il lavoro di remake era stato titanico, quasi alla stregua di un gioco del tutto nuovo, atto a valorizzare la gloria del passato e lodare quello di oggi.
La cosa assolutamente fuori di testa, era che uno dei migliori giochi del 2019, in special modo per il genere survival horror, era un remake.

Una Capcom in pieno splendore dunque aveva dimostrato che le operazione di remake, se ben pensate e costruite da zero cercando di attingere dai buoni gusti e ricordi dell’originale, possono essere un bene, al di fuori dell’opinione comune che vede i remake come mere operazioni commerciali pigre e senza inventiva. Resident Evil 2 Remake si è dimostrato caposaldo importante per tutti i remake esistenti e quelli a venire. Resident Evil 3 compreso.

Inutile dire dunque che l’accoglienza era stata unanime, con ottime vendite ovunque e recensioni stellari. Un ennesimo colpo andato a segno da Capcom dopo anni di terribile mediocrità.

Resident Evil 2 Remake

La schivata di Jill e i capelli di Carlos

Come facilmente prevedibile, l’internet è il bar del popolo, e nei forum e altri aggregati digitali l’entusiasmo aveva contagiato tutti, anche i più scettici. Da chi voleva un remake del primo Resident Evil a chi evocava un rifacimento del quarto capitolo, ma in molti viaggiavano in parallelo con la timeline della saga, parlando di un Resident Evil 3 Remake. D’altronde alcuni asset erano già pronti, in particolare quelli del Nemesis: bastava prendere Mr. X e lavorare direttamente su quel modello.

Il piatto dunque era particolarmente succulento e possibilmente anche facilmente realizzabile. Dopo numerosi rumor arrivò il leak poi confermato da Capcom: Resident Evil 3 Remake è realtà e anch’esso ha visto passare pochi mesi dal suo annuncio al suo lancio, segno che i lavori sul titolo molto probabilmente erano partiti assieme a quelli di Resident Evil 2 – o comunque poco dopo – e Capcom avrebbe lasciato più spazio ad un suo studio associato, M-Two, supervisionando comunque l’intera produzione.

Anche questa volta la notizia fu accolta con grande clamore. Allo scadere dell’embargo però vennero fuori i primi problemi: ottimo gioco, remake di grande spessore, ma essenzialmente breve, praticamente nessuna novità, addirittura drastici tagli di scenari e puzzle. Al lancio dunque l’opinione si spaccò irrimediabilmente. Da una parte in molti hanno difeso il prodotto, lodandone comunque l’esperienza, seppur breve, rivendicando lo stesso esiguo numero di ore anche nella controparte originale, altri invece hanno trovato inaccettabile la spesa a prezzo pieno per un pomeriggio scarso di gioco.

Resident Evil 3

Nel pacchetto proposto da Capcom è presente anche Resident Evil Resistance, un particolare multiplayer asimmetrico che può in parte giustificare l’operazione commerciale, ma mettendoci nei panni di giocatori che non si adoperano per il gioco online, questo diventa un prodotto praticamente inutile.

Nel giro di poco più di un anno, il fantasma di una Capcom allo sbando si è riproposto. Come mai l’accoglienza ha generato un così grande divario tra i due prodotti? Da tutte queste informazioni possiamo tirare fuori qualche ipotesi, tra cui quelle delle più gettonate è sicuramente da ritrovarsi nell’effetto sorpresa. Come già detto Capcom ci ha fatto sudare per non mostrarci nulla di Resident Evil 2 Remake per quasi tre anni, tempo di silenzi e sole conferenze dei producer. Il suo reveal dunque è stato come aprire la finestra su un mondo nuovo. Resident Evil 3 Remake paga purtroppo questo scotto, ovvero essere un gioco nuovo, ma già mostrato dal suo predecessore, essere estremamente limitato e ridotto all’osso. Le aspettative dell’utenza hanno sicuramente influenzato il giudizio, ma la ridotta ed esigua campagna – facilmente rigiocabile certo – ha avuto sicuramente il suo peso in un’operazione discutibile. Poi ci sono i tagli ingiustificati. Resident Evil 2 Remake aggiungeva qualcosa, roba di poco, ma c’era dunque la possibilità di esplorare qualcosa di davvero inedito.

Resident Evil 3 invece ha invertito questo aspetto, addirittura tagliando, scelta non delle migliori.

Resident Evil 3

Altro aspetto fondamentale è il prezzo, come già citato. Un titolo come Resident Evil 2 Remake non era certo molto più lungo dell’originale, ma la giusta rigiocabilità tramite le due run con Leon e Claire e i relativi b-side, poteva intrattenere per ben venti ore abbondanti. Resident Evil 3 Remake invece con le sue 4/5 ore è alla stregua di un DLC, motivo per cui avrebbe beneficiato di un prezzo budget adeguato all’operazione (quindi circa 30 ). A giustificare dunque il prezzo pieno è arrivato Resident Evil Resistance a cui abbiamo già posto il quesito: ottimo per chi gioca online, ma meno per chi non si avventura in prodotti del genere.

Resident Evil 3 Remake è stato un passo falso? In parte no. Vero è che il lavoro è stato principalmente di M-Two, ma Capcom ha comunque dato la sua benedizione al progetto, motivo per cui dal publisher nipponico c’è comunque una rinnovata fiducia e speriamo che dalle diverse accoglienze per i due titoli, Capcom ne abbia tratto i migliori feedback per non tornare a situazioni abbastanza criptiche come queste.

Addirittura adesso di parla di un quasi certo Resident Evil 4 Remake sempre ad opera di M-Two: ecco dunque che un’accoglienza in parte negativa come quella di Resident Evil 3 Remake può mettere in cattiva luce un progetto già di partenza difficile.

Ancora una volta, confidiamo nella saggezza di Capcom per il futuro.

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