Desperados III – Anteprima, il Far West che tutti aspettavamo

Abbiamo provato in anteprima alcune missioni di Desperados III: eccovi le nostre prime impressioni sullo strategico targato THQ Nordic.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Impressioni Lettura da 7 minuti

I tattici in tempo reale sono un genere particolare: con all’attivo un gran numero di giochi, il genere si è avvicinato all’estinzione passando attraverso un processo di modernizzazione davvero mal fatto. Nel tempo sono usciti altri RTT, tutti però poco pubblicizzati e mal gestiti. Desperados III, quarto capitolo della serie e prequel delle avventure di John Cooper, Kate O’Hara e Doc McCoy, oltre a raccontarci le loro origini, riprende un genere messo in stasi per troppo tempo e lo riporta su console e PC; ad una prima vista – avuta tramite alcune missioni che abbiamo provato in anteprima – sembra anche in eccellente modo.

Il ritorno del Pistolero

Desperados III, come abbiamo quindi detto, funge da prequel: ancor prima di tutto ciò che già sappiamo avverrà a John Cooper, Kate O’Hara e Doc McCoy (oltre che ai vari compagni che si passeranno la palla di gioco in gioco), andremo proprio alla scoperta delle loro origini. Il titolo, infatti, introduce il giocatore attraverso un tutorial molto dettagliato e facile da capire che, di volta in volta, ci presenta i vari personaggi facendoci prendere dimestichezza con loro. In questo capitolo, oltre che i tre protagonisti, avremo modo di testare anche due new entry: Hector Mendoza e Isabelle Moreau.

Il sistema di personaggi gestisce ognuno di essi attraverso una serie di skill dedicate: John avrà le sue due revolver e il coltello, Kate tornerà ad avere le sue abilità capaci di soggiogare gli avversari e Doc potrà cecchinare i nemici dalla lunga distanza. I due nuovi personaggi invece cambiano un po’ le carte in tavola, ispirandosi di poco ai precedenti comprimari e ponendo meccaniche interessanti in-game.  Hector potrà far uso della sua Bianca, una trappola mortale piazzabile ovunque, e potrà fischiare per attrarre i nemici, mentre Isabelle potrà utilizzare il suo voodoo per collegare due avversari (quello che capita ad uno succede all’altro) e per poterne anche prenderne il controllo. Tutti insieme, avanzando nel gioco, diverranno poi la squadra da gestire nelle varie missioni.

Non farti vedere

Il gioco è ovviamente uno stealth: sebbene questo porti a dover ripetere spesso determinate azioni (sfruttando salvataggio e caricamento automatici), l’obiettivo rimarrà senza dubbio quello di non farsi vedere. Per questo, sfruttare le varie abilità sarà necessario, almeno per capire come gestire la situazione. Studiare la mappa e comprendere cosa fare per scamparla di missione in missione sarà vitale: questo vi farà sicuramente capire come spesso Desperados III non vi darà poi molta libertà d’azione (a meno che non vogliate trasformare il tutto in una carneficina): le scelte sono limitate proprio dal fatto che un’azione sarà sempre la migliore, almeno in termine di rinforzi in arrivo o danni subiti.

Voler passare per un’altra strada o scegliere di andare per vie dirette sicuramente è fattibile, ma porterà inesorabilmente ad una lunga mole di retry. A prescindere dalla tipologia d’azione, potrete comunque bloccare il tempo per impartire i comandi: questi, una volta sbloccato il tempo, non partiranno da soli ma potranno essere triggherati da un tasto, dandovi quindi la chance di avere una sorta di switch pronto a far partire il comando al vostro ordine.

Questo attacco sincronizzato sarà utilissimo soprattutto perché i vari personaggi sono complementari: le varie abilità, persino quelle delle armi, andranno a incastrarsi alla perfezione. Per esempio, potrebbe capitarvi di utilizzare il coltello di John, non prima di aver collegato due nemici con Isabelle e averli attirati verso una certa zona con Hector.

C’erano una volta gli RTT

Il genere dei tattici in tempo reale non è stato sfruttato molto in questi anni: Desperados III viene fuori dopo 13 anni dall’ultima iterazione, ma soprattutto dopo quasi 20 anni dal primo capitolo. Il genere all’epoca era più rigoglioso, proveniva dalle fantastiche partite fatte a Commandos e poneva una nuova luce sui giochi tattici. Oggi, invece, sono decisamente sottovalutati: alla pari di una partita a scacchi, gli RTT pongono il giocatore verso un’analisi minuziosa di causa e conseguenza, abbandonando la grande mole di costruzione e gestione eserciti degli strategici e puntando piuttosto al coordinamento di forze armate specifiche, con le proprie skill e le proprie armi.

Nel corso degli anni queste saghe si sono sempre di più avvicinate ad una visuale 3D: Commandos Strike Force e persino Desperados 2 avevano infatti queste feature che proponevano al giocatore una gestione in tempo reale del personaggio, con tanto di sparatorie stile Third person shooter. Ovviamente la scelta si dimostrò errata: il miglior modo di gestire un tattico del genere rimane la visuale isometrica, e Desperados III ne è la prova. Graficamente eccelso, con uno stile proprio e un sapore davvero vicino al Far West, anche i dialoghi sono interessanti e ben fatti (sebbene le frasi ripetute, come sempre, risultino poche e poco contestualizzate). La produzione gira fluidamente e presenta una forte componente tattica e stealth: non sarà facile avanzare, preparatevi a sfide sempre più difficili ma allo stesso tempo soddisfacenti.

Con Desperados III tornano i tattici in tempo reale, e lo fanno nella loro migliore forma: niente ibridazioni, nessun compromesso. Il gioco si fa tattico, stealth e con il sudore della fronte, senza preoccuparsi di mancare il bersaglio ma solo con l’ansia di aver calcolato i coni di visuale dei nemici al millesimo.

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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.