Onward: Oltre la magia – Recensione del nuovo film Pixar con Tom Holland e Chris Pratt

Onward - Oltre la magia è un'avventura fantasy colorata e divertente, senza però l'audacia dei classici della Pixar. Ecco la nostra recensione!

Pierfranco Allegri
Di Pierfranco Allegri Recensioni Lettura da 4 minuti
8.6
Onward: Oltre la magia

È chiaro ormai a tutti che nei suoi 25 anni (che saranno compiuti il prossimo 19 novembre) nel panorama del cinema di animazione e non, la Pixar si sia guadagnata la nomea di casa di produzione più intellettuale del mondo. Basta vedere come con la sua filmografia (a partire dal fenomeno Toy Story e con pochissime eccezioni) abbia sfidato convenzioni e luoghi comuni sul cinema di animazione, trattato temi pressanti con grande leggerezza e intelligenza e raggiunto livelli di eccellenza narrativa e artistica.

Onward: Oltre la magia, il nuovo atteso film della Pixar rientra nella (piccola) categoria dei film meno audaci o privi di visione dello studio di Emeryville, ma non per questo non degno di lodi come sono stati Brave (2012), premio Oscar al miglior film d’animazione, o il prequel di Monsters & Co. (2001), Monster University (2013) per la regia di Dan Scanlon, non a caso regista di questo ultimo film.

Magia al contrario

In un mondo in cui le creature del mito e delle favole hanno abbandonato la magia per la tecnologia e i lussi della modernità, Ian (nella versione originale doppiato da Tom Holland) un giovane elfo goffo e insicuro, insieme alla madre Laurel (Julia Louis Dreyfus) e il sempre ottimista e metallaro fratello maggiore Barley (Chris Pratt), vive a New Mushroomton, un quartiere residenziale a metà tra il villaggio dei Puffi (tutte le case sono funghi) e il tipico sobborgo americano. Per il suo sedicesimo compleanno, Ian riceve un regalo tenuto in serbo da sua madre: un bastone da mago e una gemma lasciati dal padre, morto tragicamente di cancro prima della nascita di Ian. La pietra e il bastone permetteranno, attraverso un incantesimo, di riportare in vita il genitore per un giorno, ma qualcosa va storto e del padre tornano nel mondo dei vivi solo le gambe. Ian e il fratello partono alla ricerca di una nuova pietra in grado di completare l’ incantesimo, in un’ avventura on the road che ammicca al grande cinema anni ’80.

Onward: Oltre la magia è un film decisamente nostalgico, figlio di una cultura cinematografica (quella postmoderna) in cui dominavano la cultura pop, la commistione di generi e i rimandi affettuosi al cinema del passato. Il nuovo film della Pixar eredita, per esempio, i temi dei più apprezzati film di Steven Spielberg, come l’assenza paterna, la meraviglia infantile e la difficoltà della crescita, ma anche il senso dell’avventura e la potenza della fantasia. Ma anche rimandi alla cultura nerd, divenuta negli ultimi anni decisamente più popolare che in passato: al di là dell’atmosfera del film, impossibile non notare i toni fantasy della musica metal amata dal simpaticissimo fratello Barley, o la popolarità di Quest of Yore, gioco di ruolo che non può che far eco al fenomeno di Dungeons & Dragons.

Certo, questo nuovo film Pixar non alza l’asticella né dal punto di vista dei temi e della creatività e neppure dal punto di vista dell’animazione o del character design, ma il risultato resta godibile per grandi e piccini, ed è probabile che diventi per molto tempo dopo l’uscita nelle sale (il 16 aprile di quest’anno) un punto di riferimento per gli amanti del fantasy.

Onward: Oltre la magia
8.6
Voto 8.6
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Pierfranco nasce a Chiavari il 1 Aprile 1994. Si diploma presso il liceo Classico Federico Delpino e studia Cinema e Sceneggiatura presso la Scuola Holden di Torino. Al momento scrive recensioni online (attività cominciata nel 2015) presso varie riviste tra cui GameLegnds e Cinefusi.it