City of Lies – L’ora della verità è un film drammatico/thriller di carattere storico, figlio della regia di Brad Furman, basato sul libro “LAbyrinth” (scritto da Randall Sullivan) e sulle indagini a sfondo razziale e corruttorio che hanno interessato la polizia di Los Angeles nei tardi anni ’90 a seguito dell’omicidio di un grande e influente rapper americano, ovvero Notorius B.I.G (pseudonimo di Christopher Wallace). A interpretare la parte dell’investigatore Russell Poole (al quale fu assegnato il caso nel 1997) è il sempre più “serioso” Jonny Depp, che non perde occasione per mostrare la sua grande capacità attoriale in ruoli che si discostano dal suo “solito operato passato” in film come Edward Mani di Forbice, La Fabbrica di Cioccolato, Pirati dei Caraibi o la più recente saga di Animali Fantastici.
Il film chiaramente è ispirato a fatti realmente accaduti, e inserisce nel suo contesto anche parecchi elementi legati all’omicidio di un’altro famoso rapper americano di quei tempi, cioè Toupac Shakur (la quale indagine è legata a quella di Christopher “Biggie” Wallace ed è anche rimasta interna alla polizia della città dove l’omicidio è stato consumato, cioè Las Vegas).
Dinamiche degli eventi
Fatta la doverosa premessa, si può parlare della trama del film. Quest’ultima fa rifermento ai due grandi e complicati casi di omicidio analizzati poc’anzi, tra i quali spicca quello di Christopher Wallace, assegnato al detective Russel Poole e che lo spettatore vede ricostruito attraverso dei flashback nati dai racconti dei vari personaggi del film (principalmente il detective ormai disoccupato ai tempi della narrazione, cioè 18 anni dopo l’inizio delle indagini) a un giornalista di nome Jack Jackson, interpretato da Forest Whitaker.
La storia inizia con un caso di sparatoria tra due uomini, di cui uno afro-americano, appena 15 giorni dopo l’omicidio di Wallace (che è stato causa scatenante delle questioni razziali a Los Angeles in quegli anni già infiammate dagli eventi legati a Rodney King nel 1992). Il caso fu affidato a Russel Poole che subito dopo aver evidenziato le connessioni con l’assassinio di Wallace comincia a investigare su quest’ultimo finendo in un intricatissimo vortice di domande, intrighi e vicoli ciechi ben raccontato durante la pellicola.
Tecniche di investigazione
Andiamo a parlare dell’aspetto tecnico del film. Questo si presenta come un buon thriller di carattere storico che, come abbiamo già detto, è basato su una vicenda realmente accaduta e che ne racconta lo svolgimento nei minimi particolari analizzandolo dal punto di vista dell’investigatore che lavorò al caso fino al giorno della sua stessa dipartita. Ben strutturato e organizzato narrativamente, racconta con cura i fatti senza gettare lo spettatore nella confusione più totale durante la visione nei suoi 112 minuti di durata. Questo aspetto è stato curato nel minimo dettaglio dando vita ad un prodotto fluido e senza mettere nessun “pezzo” fuori posto. Tanto di cappello alla regia di Brad Furman che è riuscito ad orchestrare il tutto tramite una connessione tra presente e passato, palesata attraverso scelte di montaggio azzeccate e una serie di Flashback (i quali compongono gran parte del film) che fanno il grosso del lavoro per alleggerire la lettura della pellicola.
In più un punto ad honorem va dato all’interpretazione di attori come Forest Whitaker, che in questo film riesce a dar vita e voce ad un personaggio attanagliato dal fallimento dovuto ad un errore giornalistico e che ha un personale bisogno di riscatto. Bisogno che viene esaudito nel momento in cui fa “squadra” con Russel Poole (ovvero Jonny Depp) per riuscire a gettare luce sui casi investigativi mostrati nella pellicola. Il tutto è accompagnato e sorretto da una colonna sonora davvero ben curata e molto adatta al film presentato, con effetti sonori molto limpidi e realistici e con canzoni adatte e che ricalcano perfettamente e continuamente il contesto attorno al quale il film è stato costruito. Tuttavia la pellicola non è esente da errori, e ce ne sono di importanti a livello di comunicazione, poiché a causa dell’estrema difficoltà nel realizzare un film che gioca su una struttura di Flashback e Flashforward capita in alcune occasioni di perdere il punto della situazione temporale della pellicola stessa, non capendo di fatto se ci si trova nel presente o nel passato (questo principalmente sulla parte finale del film, la quale presenta codici visivi che “fondono” gli eventi della narrazione contemporanea e quelli della stessa al passato).
Conclusione del caso
Si può parlare di City of Lies – L’ora della verità come di un ottimo film di carattere storico, condotto egregiamente e dalla pesantezza modesta (nonostante gli argomenti trattati), non transigendo su alcuni errori di comunicazione che inevitabilmente causano confusione. Tuttavia il lungometraggio acquista punti grazie all’interpretazione egregia di attori come Forest Whitaker e Jonny Depp, quest’ultimo in particolare che si riconferma un elemento davvero distintivo all’interno del contesto attoriale e cinematografico hollywoodiano. In più va spezzata una lancia a favore anche per la colonna sonora, che riesce ad essere davvero suggestiva e in linea col contesto sul quale il film stesso poggia. Si può dunque parlare di City of Lies – L’ora della verità come di un ottimo prodotto che però ha più probabilità di trovare consenso tra gli amanti del genere poliziesco e negli appassionati di storia moderna/contemporanea, piuttosto che tra gli spettatori più “casual”.