Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta è il ritorno di una saga storica, da troppo tempo ferma o relegata a periferiche che non permettevano alla casa di sviluppo di sfruttare tutto il suo reale potenziale. Proprio per questo quando il titolo fu annunciato anche per l’Europa, tantissimi fan non vedevano l’ora di questo clamoroso ritorno. Infatti, era da Dragon Quest VIII: L’Odissea del Re Maledetto uscito nell’ormai lontano 2004 che non si vedeva un capitolo principale della saga su home console. Ultimamente eravamo sommersi da spin-off vari, nulla a che vedere con il reale prodotto che ha fatto innamorare milioni di giocatori. L’opera multimediale aveva l’arduo compito di far rivivere la tradizione agli utenti più fedeli ma, contemporaneamente, anche quello di evolvere la produzione per migliorare l’immagine già alta della saga, così da poter rendere felice anche chi si aspettava qualcosa di nuovo. Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta riesce in questa eroica impresa, così come eroico sarà il viaggio che vi troverete ad affrontare esplorando il vasto mondo di Alboria. Il videogame sarà un colpo al cuore per i nostalgici, ma anche un’esperienza fresca e colorata per i fan più in erba. Senza troppi giri di parole dunque, possiamo dire con certezza che Square Enix non solo non delude i suoi fan, ma propone un gioco in grado di far sognare e desiderare già un prossimo capitolo.
La storia si ripete
Come da tradizione nella saga, anche in Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta potrete dare il nome che più vi aggrada al protagonista, che sarà totalmente muto dall’inizio alla fine. L’incipit narrativo non è molto articolato, ma segue un filone abbastanza classico che però non dovete temere, poiché si districherà man mano progredendo nell’avventura. Tutto comincia con la nascita del vostro eroe che, grazie a un simbolo inconfondibile sulla sua mano, si rivela essere il lucente, ovvero l’uomo che libererà Alboria dal male. La sua nascita come già successo in passato porta anche il ritorno dell’oscurità. Quella stessa sera, infatti, i mostri radono al suolo il regno del protagonista, uccidendo anche entrambi i genitori del piccolo (i due regnanti che avevano il compito di proteggere tutto il reame). Per una serie di coincidenze e di sacrifici, il piccolo verrà messo in salvo e trovato da un semplice contadino abitante di un piccolo villaggio, che lo accudirà come fosse un suo vero figlio. In una sola notte, un intero principato è stato completamente raso al suolo, facendo capire fin da subito che il male che sta venendo fuori questa volta fa molto sul serio.
Per sua fortuna il protagonista cresce lontano e all’insaputa di queste storie, senza conoscere la sua vera identità, almeno fino al compimento della maggiore età. Infatti, appena diventato uomo, la madre gli rivela il suo passato, ponendo le basi per quello che sarà un epico viaggio tutto da vivere, sia alla scoperta di se stessi che per salvare l’umanità. Sebbene, come detto in apertura, le basi della storia non si discostano tanto da una narrazione classica, vi posso assicurare che man mano che andrete avanti la trama si svilupperà in modo tentacolare sotto i vostri occhi. Inoltre non sarete soli, ma in questo viaggio sarete accompagnati da altri membri del gruppo, tutti caratterizzati a dovere e, alle loro spalle, una storia ben articolata e con colpi di scena di tutto rispetto. Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta sa ben mischiare eventi tragici a attimi di umorismo tipico del brand, senza mai esagerare e tenendo ben a mente il suo focus primario: essere un’esperienza progressiva che faccia sentire il giocatore al centro di un’odissea, un viaggio intimo alla scoperta di qualcosa ben più grande di noi. Il titolo non si concentra solo sulla storia però, infatti vi potrete dedicare anche a un ricco end game pieno di attività secondarie come missioni, minigiochi, boss segreti e davvero tanto altro.
Tra passato e futuro
Dragon Quest è sempre stata una saga JRPG tra le più classiche, senza il bisogno costante di rinnovarsi capitolo dopo capitolo. Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta è un titolo molto tradizione che, contemporaneamente, strizza l’occhio ai prodotti più moderni. Square Enix questa volta è riuscita a dare al solito stampo un pizzico di pepe in più, rendendo il titolo adatto anche ai neofiti. Il primo cambiamento è strettamente legato ai combattimenti a turni che, questa volta, ci sono sembrati più fluidi rispetto al passato. Adesso i vari personaggi non aspetteranno più totalmente immobili il loro turno, ma i giocatori potranno scegliere di avvalersi di una modalità opzionale chamata Movimento Libero, ovvero la possibilità di spostare i propri eroi a piacimento all’interno di un area limitata. La scelta di fruire o meno di questa opzione non influisce minimamente sull’esito dello scontro, dunque tutto si concentra più sul gusto dell’utente. Anche la gestione del party è stata totalmente modificata, adesso potrete dare degli ordini specifici alla squadra, facendoli agire in totale autonomia grazie all’ottima intelligenza dell’IA. Contrariamente a questo però se volete scegliere da soli ogni singola mossa, potrete farlo, così da avere la situazione sotto controllo in qualsiasi momento. Per la prima volta nella serie sarà possibile cambiare i membri del party anche durante la lotta, così da poter cambiare strategia anche in base alle esigenze.
Tra le introduzioni degne di nota c’è sicuramente la modalità Pimpante, che sostituisce la Tensione. Mentre la seconda richiedeva un sacrificio di alcuni turni per aumentare la forza del singolo personaggio, adesso, rispettando alcune situazioni specifiche, sarà possibile ottenere un boost che vi garantirà una potenza maggiore, oltre alla possibilità di scatenare attacchi speciali con l’ausilio dei compagni di squadra. La strategia migliore è sfruttare l’essere Pimpante fino quasi alla fine, per poi concludere tutto con una mossa combinata.
I criteri di utilizzo di ciascun potere Pimpante fanno sì che la composizione del party e la sostituzione dei suoi componenti assuma un’importanza fondamentale, in quanto l’assenza di un determinato eroe preclude l’accesso ad alcuni talenti. In grande stile Dragon Quest propone ai suoi fan la Griglia delle Abilità, dove grazie al suo aiuto riuscirete a specializzare un personaggio a una determinata classe o fargli ottenere skill particolari. Questa viene rappresenta da una serie di pannelli che si sbloccano pian piano grazie all’ausilio di punti abilità, quest’ultimi ottenibili incrementando il livello di ogni singolo personaggio.
Abbiamo appena nominato le classi, è giusto dunque soffermarci un attimo per parlarne. Ogni personaggio può essere equipaggiato con tre diversi tipi di armi, ma la scelta finale su quale scegliere spetta sempre a voi. Non sperperate i punti abilità, ponderate le vostre decisioni prima di spenderli. Tuttavia, in cambio di una cospicua somma di denaro, sarà possibile resettarli alla chiesa più vicina. Un aspetto del gameplay che è stato migliorato senza ombra di dubbio è quello che concerne il crafting dei vari item presenti nel mondo di gioco, e che in questo capitolo risulta molto importante. Come ricorderete in Dragon Quest VIII c’era il calderone alchemico, qui sostituito dalla Forgia da Viaggio e dal Martello Tascabile. La creazione degli oggetti ora è diventata un minigioco, man mano che affinerete le vostre abilità da fabbro scoprirete nuove tecniche che vi aiuteranno per una forgiatura perfetta. Questa meccanica sarà sfruttabile durante le soste nei vari accampamenti sparsi per Alboria. La ricerca delle ricette sarà fondamentale per aumentare la vostra bravura. Ci sono ovviamente migliorie minori, ma per motivi di spoiler lasciamo a voi stessi la scoperta. Vi basti pensare però che, in attesa di sbloccare la magia Teletrasporto, potrete spostarvi a cavallo fin dal primo minuto. la cavalcatura tuttavia non si limita all’utilizzo del destriero, all’interno di alcuni dungeon sarà fondamentale cavalcare alcuni tipi di mostri, così da riuscire a entrare in zone altrimenti inaccessibili. Tuttavia è giusto spendere qualche parolina in più per i già nominati accampamenti: sostanzialmente si tratta dei falò di Dark Souls, sparsi tra le varie aree. In queste zone neutrali sarà possibile sia salvare mediante l’utilizzo delle statue della Dea che avranno le stesse funzioni delle chiese, oppure più semplicemente riposarsi per ripristinare punti salute e magia.
Ultime parole
Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta mostra un comparto tecnico invidiabile, sotto ogni singolo aspetto. Che sia una texture, un modello poligonale o un piccolo dettaglio insignificante, state pur certi che noterete la sua definizione. Pad alla mano i paesaggi a tratti ci sono sembrati davvero mozzafiato, altri invece un po’ spogli ma pur sempre molto accattivanti sotto l’aspetto del concept generale. Si passerà in totale tranquillità da deserti aridi a freddi ghiacciai, come da oscure cripte a verdi praterie. La diversificazione dell’ambiente è un punto cruciale dell’esperienza, godetevi dunque ogni passo della magnificente Alboria. Ci saranno città a tema come Gondolia, ispirata indubbiamente alla nostra Venezia, oppure Kaldoh che prende il suo stile unico dal Giappone feudale. Tutto questo vi farà sentire parte di un mondo di gioco vivo e mutevole. Menzione d’onore per il design dei personaggi, poiché il compito di plasmarli è spettato a Toriyama, papà di Dragon Ball che per l’occasione ha creato anche dei nuovi mostri tutti da scoprire.
In conclusione possiamo dire che Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta è un notevole passo avanti rispetto al passato, pur mantenendosi strettamente connessi con la tradizione del prodotto. Alcuni accorgimenti tuttavia faranno di sicuro piacere ai fan di vecchia data, come aiuteranno quelli nuovi ad avvicinarsi alla saga per la prima volta. Il prodotto finale ci ha sorpreso, complice una storia ricca di interessanti colpi di scena, e di alcune scelte di design non scontate. Il concept generale è parso molto accattivante, in grado di tenere incollato l’utente per diverse ore. Alcuni giocatori non gradiranno il bisogno costante di fare combattimenti per salire di livello, ma la casa di sviluppo ha pensato a una modalità che serva unicamente per far fruire agli appassionati della storia senza particolare impegno per le sezioni di lotta, facendo diventare l’opera multimediale accessibile a tutti. Dragon Quest XI: Echi di un’era Perduta è il videogame che tutti i fan della saga aspettavano da anni, una produzione che verrà sicuramente ricordata come uno dei capitoli più belli dell’intera serie. Gli appassionati del genere non possono lasciarsi scappare l’opportunità di avere tra le mani un prodotto simile.