Ad oggi non abbiamo visto né saputo molto, ma quei pochi secondi di filmato ci hanno fatto esultare e subito dopo sognare a occhi aperti. Stiamo parlando dell’annuncio di The Elder Scrolls VI, presentato da Bethesda durante l’ultima edizione dell’E3 di Los Angeles. Un annuncio che arriva carico di speranze e attese, ma soprattutto carico dell’eredità del suo predecessore, il pluriacclamato Skyrim. TESV uscì, come saprete, nell’ormai lontano novembre 2011 (per poi essere più volte rieditato e riproposto in ogni salsa) facendoci riscoprire le bellezze e l’epicità che pervadono il continente di Tamriel.
Bethesda ci aveva veramente stupito con Skyrim, nonostante i numerosi bug, soprattutto nelle prime versioni del gioco. L’impatto visivo era indescrivibile, e l’imponente open world ricco di quest secondarie e personaggi memorabili garantirono un livello di rigiocabilità raro nel panorama videoludico. Partendo da questi presupposti cerchiamo insieme di capire (e scoprire) come dovrebbe essere The Elder Scrolls VI. Considerando che quella di TES è una e vera e propria saga fantasy (iniziata nel 1993 con Arena), bisogna comprendere come lo sviluppo del gioco abbia seguito il progredire delle tecnologie e dei gusti dei giocatori nell’arco di più di un ventennio. Uno dei punti di forza della serie è proprio quello di aver offerto sempre il meglio a livello grafico e di gameplay per il periodo in cui veniva pubblicato. Per questo prima di ogni altra cosa ci aspettiamo che TESVI sia semplicemente magnifico sotto questo aspetto. Il realismo visivo dovrà essere irrinunciabile.
Detto questo, consideriamo il gameplay. Innanzitutto, a che genere appartiene il titolo? Siamo di fronte a una saga di giochi di ruolo. Questo significa che il riuscire a impersonarsi nel proprio personaggio è la chiave per apprezzare l’esperienza di gioco. Nei capitoli precedenti è sempre stato fondamentale (e molto divertente) creare il proprio personaggio, scegliendone la razza e le caratteristiche fisiche. All’inizio del gioco dovremo poter creare un protagonista che possa soddisfarci, al quale affezionarci mentre gli diamo forma. Non solo, sarebbe molto conveniente avere un sistema di classi simile a quello visto in Oblivion (quarto episodio della saga) in modo da approcciare in maniera unica le avventure. Ovviamente, a questo aggiungiamo la necessità di scegliere tra la visuale in soggettiva e quella in terza persona, a seconda del modo preferito di affrontare i combattimenti. Gli scontri con i nemici danno il ritmo giusto alla storia, perciò speriamo tanto che Bethesda abbia pensato a un sistema di combattimento più realistico e coinvolgente rispetto alle mosse legnose e poco realistiche viste finora.
Nelle scene puramente di azione dovrà influire maggiormente la caratterizzazione del personaggio. Sia che si preferisca essere un feroce guerriero o impersonare un potente mago, le nostre scelte dovranno influenzare attivamente gli eventi e le reazioni dell’intelligenza artificiale (non proprio eccellente nei capitoli precedenti). Altri giochi di ruolo come The Witcher III hanno dimostrato che questo è possibile, e da bravi amanti del gdr fantasy speriamo vivamente che The Elder Scrolls VI porti qualche novità in tal senso.
Finora abbiamo parlato dell’aspetto tecnico che ci aspettiamo da TESVI, ma anche i contenuti dovranno essere all’altezza delle aspettative. Non dovrà mancare una main quest che sappia coinvolgere il giocatore, facendolo sentire veramente l’eroe della storia, ma che allo stesso tempo fornisca il livello di difficoltà adatto a tale ruolo. Allo stesso modo le varie gilde e confraternite dovranno tornare per fornire varietà e alternanza alle ore di gioco. Anche qui ci aspettiamo che finalmente scegliere una fazione piuttosto che un’altra possa essere discriminante per il procedere della storia e della percezione dei PNG nei nostri confronti.
Per quanto riguarda la trama, sono già state avanzate varie ipotesi. Poco più che speculazioni, dato il materiale ufficiale fornito finora dal produttore. Guardando il trailer in molti hanno ipotizzato che l’ambientazione possa essere Hig Rock, che per ora rimane la teoria più accreditata, mentre Black Marsh non sembra essere molto quotata come setting. Ricordiamoci che nel corso dei vari capitoli e ancor più in TES Online sono stati visitati praticamente tutti i territori, più o meno approfonditamente. Quindi il punto non sarà tanto la regione, ma piuttosto la possibilità di poterla esplorare a fondo, scoprirne i segreti e le storie nascoste, così come i suoi abitanti e le sue tradizioni.
Sopra ogni altra cosa, però, desideriamo un vero e proprio gioco single player, coinvolgente e lontano dall’aspetto competitivo troppo spesso introdotto nei titoli di recente pubblicazione. In pratica ciò che ci aspettiamo da The Elder Scrolls VI è l’aspetto “tradizionale” della saga (grandi storie, epicità e coinvolgimento) unito finalmente a un gameplay scorrevole e veramente innovativo, che possa essere funzionale a una verosimile presentazione delle scene. Cosa siamo certi di non volere? Una replica di Skyrim, il quale, obiettivamente, ha fatto il suo corso, a prescindere dal successo. Speriamo che Bethesda riesca ancora una volta a lasciarci a bocca aperta.