Un dato è certo: di titoli pirateschi davvero validi e con una struttura solida si sentiva sicuramente la mancanza. Si tratta infatti di una tipologia di prodotti che raramente viene toccata, e ancora più raramente viene esplorata a fondo. I presupposti su cui si è basato il lancio di Sea of Thieves, nuovo titolo di casa Rare, sono proprio quelli di creare un mondo di gioco al servizio dell’utente, che avrebbe potuto sfruttarlo al meglio per intraprendere un viaggio nella maniera più personalizzata possibile. L’opera lancia il giocatore in balia del mare, mettendolo nei panni di un pirata nel vero senso della parola, senza porgli alcun limite di sorta. A questo punto la domanda da porsi è: il team di sviluppo è riuscito a centrare con precisione le proprie intenzioni? La risposta più concisa che si possa dare è sicuramente di sì, ma il prodotto in questione è talmente controverso e particolareggiato che occorre esaminarlo più a fondo per poterlo capire al meglio.
Sea of Thieves catapulta il giocatore in un mondo totalmente aperto, con uno stile grafico cartoonesco e accattivante, senza alcun pretesto narrativo e il solo incentivo a raccogliere quanti più tesori possibili. Appena avviato il gioco, dopo aver selezionato il proprio pirata, ci si troverà – a ogni apertura – a dover selezionare la modalità con cui si intende intraprendere la partita: prima bisognerà scegliere il tipo di imbarcazione con il quale si vuole navigare, poi sarà necessario decidere il numero di utenti da cui è formata la propria ciurma; questa scelta risulta comunque strettamente legata alla precedente, sarà infatti impossibile pretendere di domare un imponente galeone senza avere almeno tre membri nella propria brigata, i quali dovranno coordinarsi al meglio per gestire la nave. Questa necessità di compagni per poter padroneggiare il veliero e, conseguentemente, solcare i mari senza alcun disagio, fa sì che la componente multigiocatore diventi una vera e propria colonna portante dell’intero gioco, il quale si struttura totalmente intorno a essa. Nonostante sia possibile intraprendere il viaggio anche in solitaria, l’esperienza risulta quasi sterile e inappetibile, specialmente per il fatto che il mondo di gioco sarà quasi totalmente privo di altri utenti solitari.
Ciò su cui si basa l’intero gioco è un matchmaking dinamico caratterizzato dal continuo viavai di velieri all’orizzonte che vedremo man mano che vivremo la nostra avventura. Queste imbarcazioni forse si stanno dirigendo verso un’isola alla ricerca di un bottino, oppure all’inseguimento di un altro galeone per poterne depredare il tesoro, o semplicemente stanno per ingaggiare degli adrenalinici scontri tra le onde! Tutti questi elementi consentono al giocatore di comprendere le infinite potenzialità e possibilità offerte da un titolo come Sea of Thieves, mettendolo anche nella condizione di provare una sensazione di vera e propria magia nel notare tutti questi utenti indaffarati in questioni più o meno importanti, e soprattutto quanto questi rendano il mondo circostante vivo. Le interazioni tra i vari pirati, infatti, riescono in ogni occasione a creare una reale empatia tra gli utenti, i quali non avranno quasi l’impressione di far parte di un gioco, bensì si sentiranno dei veri membri di una brigata piratesca; non dei protagonisti, semplicemente una parte fondamentale di un organo che non potrebbe funzionare efficacemente senza ogni singolo pezzo.
Per enfatizzare ciò, Rare ha pensato bene di inserire una vasta possibilità di comunicazione tra i membri di una stessa ciurma, eludendo la frustrazione che potrebbe derivare nel giocare con degli sconosciuti: a seconda della parte della nave su cui ci troveremo e al variare dello strumento da noi utilizzato, ognuno avrà a disposizione un’intera ruota per i dialoghi, così da aver sempre modo di palesare agli altri compagni le proprie intenzioni senza eccessivi fraintendimenti. Se il comportamento di un membro dovesse risultare problematico, ci sarà addirittura la possibilità di rinchiuderlo in una gabbia nella stiva, così da evitare potenziali comportamenti scorretti. Nonostante ciò, quando si sarà stati rinchiusi, sarà comunque possibile ottenere le ricompense vinte dalla propria ciurma. Dunque, solcare i mari con il proprio veliero sembrerebbe un’esperienza appagante e divertente, capace di reggere in toto la struttura dell’intero gioco e renderlo fruibile indistintamente a chiunque; questo, purtroppo, non è così. Arriva infatti il momento in cui la magia dell’avventura e il fascino dell’ambientazione vengono soppiantati da qualcosa di altrettanto complesso: la motivazione stessa per cui un utente dovrebbe proseguire il proprio cammino.
Come abbiamo già visto, tutto ciò su cui si basa il gioco è l’arricchirsi cercando tesori su isole deserte o depredando i galeoni di giocatori ignari. Nonostante questi risultino essere degli ottimi incentivi per proseguire nel viaggio, inizieranno dopo poche ore a ricadere in un loop senza fine, il quale porterà inevitabilmente l’utente a desiderare delle attività più complesse o semplicemente differenti, che trascendano la semplice esplorazione del mondo circostante. Esattamente su questo emerge la più grande nota dolente di questo titolo: l’opera pecca di una buona gamma di attività varie o interessanti, dando così carta bianca agli utenti sul da farsi. Questo potrebbe persino essere considerato un pregio da alcuni, ma rischia spesso di rendere la situazione monotona e ripetitiva, riducendo drasticamente la motivazione del giocatore che potrebbe arrivare anche a ritenere inutile sforzarsi per acciuffare un tesoro, in quanto questo non avrà dei riscontri notevoli sulla propria partita. Del resto si sa, quando si può fare di tutto, non si sa più che cosa fare.
In conclusione, è possibile dire che Sea of Thieves sia un titolo valido sotto molti punti di vista e, al pari, incompleto sotto molti altri. Le potenzialità offerte da questo titolo rasentano l’infinito e sicuramente nei prossimi mesi, grazie a continui aggiornamenti e implementi, si potrà parlare di un gioco totalmente differente da quello esaminato oggi. Si tratta senza dubbio di un progetto lungimirante e ben studiato, ma che allo stato attuale non riesce ancora a offrire al pubblico tutte le sue capacità. Ciò che resta da fare attualmente è dunque attendere, perché le probabilità che quest’opera possa divenire un vero e proprio cimelio del mondo videoludico sono alte. In attesa di veder migliorare l’esperienza proposta dal titolo, non resta che avviarlo e cullarsi con il dondolio delle onde, il tutto immersi in un mondo magico al punto da consentire all’utente di sentire il profumo del mare.