Bravo Team – Recensione

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 6 minuti
7.5
Bravo Team

Gli sparatutto in prima persona escono dannatemente bene in VR. Non è un’ipotesi, è pura verità, se un gioco ci mette in mano delle armi da fuoco, nella realtà virtuale hanno una resa sublime. Al contrario è difficile immaginare un titolo dove con spada e scudo ci troviamo ad affrontare un drago. La motivazione è semplice: sparando, possiamo uccidere nemici da fermi. Bravo Team, nuovo gioco di Supermassive Games, vuole sfruttare questa dinamica e allo stesso tempo puntare su una feature della VR poco utilizzata ad oggi: il multiplayer.

Tutti gli uomini della presidente

Non aspettatevi il nuovo gioco dalla trama incalzante, in quanto Bravo Team non vuole raccontarci una storia: al contrario, utilizza la trama solo come collante per farci sparare a più cattivi possibile durante il nostro percorso. Il gioco prevede una dinamica di copertura fusa con i tanto amati teletrasporti VR: puntando a delle zone precise, potremo mandare il nostro personaggio dietro quella copertura. Niente movimento libero quindi, il che è un gran peccato.

Nel gioco vestiremo i panni di un soldato della squadra Bravo: durante la scorta della presidente verso una safe zone, il suo rapimento costringerà il protagonista e il suo compagno a doversi fare strada in una città sotto guerriglia, sfruttando solo il loro lavoro di coppia.

Il lavoro di coppia è infatti sostanziale all’interno del gioco: potrete scegliere di far controllare il vostro compagno da una IA, da un amico online o da un qualunque giocatore online. Nel primo caso, nulla di eclatante: darete dei comandi al vostro alleato, e li seguirà quasi alla lettera, facendovi divertire dentro a uno shooter che ricorda molto un Time Crisis in VR. Negli altri due casi invece, il titolo mostra il suo potenziale massimo, facendovi creare una sintonia con il vostro collega, necessaria per completare il percorso.

Un arsenale… minuscolo

Le armi che avrete a disposizione saranno una pistola silenziata con proiettili infiniti e un fucile d’assalto: per quest’ultimo troverete in giro delle casse di munizioni, capaci di ricaricarvi l’arma (altrimenti sarete costretti ad usare la pistola di dotazione). Niente oggetti vari: dovrete solo sparare, sparare e sparare, uscendo ed entrando dalla vostra copertura momentanea. Nel caso sarete feriti mortalmente, dovrete resistere fino a quando il vostro compagno arriverà a salvarvi (potrete però sparare con la pistola, senza però potervi girare).

Tecnicamente Bravo Team fa qualcosa di eccezionale: riesce a rendere le texture dei terreni e dei muri superbe, per poi sfruttarle in location sempre uguali. Oppure riesce a dare un’ottima IA ai nemici, salvo poi vederli imbambolati. Sicuramente un po’ di rifinitura del lavoro avrebbe aiutato, ma tutto sommato questo non rovina l’esperienza di gioco, che punta invece solo a offrire un gunplay divertente e frenetico.

Le varianti dei guerriglieri che affronterete saranno solo tre: si differenzieranno dalle armi e dall’equipaggiamento indossato, rendendoli più o meno difficili da battere. Ricordate, il vero nemico non sarà il singolo soldato, ma l’esagerata mole di avversari che vi si presenterà davanti. Interessante il sistema di coperture, che vi fornirà ripari sempre diversi e variabili. Coprirvi dietro a un muro sarà diverso che coprirvi dietro a uno sportello o a un’automobile: nella seconda, il vetro si potrebbe frantumare, permettendo a voi e ai vostri avversari di spararvi dietro piccole fessure. L’altra grande componente divertente è il tempo: non avrete minuti per scegliere dove nascondervi o cosa fare: in frazioni di secondo dovrete prendere decisioni, sia per voi che per il vostro compagno, ottimizzando armi, munizioni e coperture sparse nella mappa.

Copertura!

Il gioco alla fine è uno sparatutto su binari: i binari però, stavolta, li sceglierete voi. Eppure l’idea di potersi muovere e avere libertà di scelte tattiche stuzzicava davvero la fantasia dei videogiocatori: così invece il titolo dimostra, di nuovo, i limiti che la VR ha in questo momento. La scelta poteva essere accettata nel caso il titolo non si fosse rivelato uno sparatutto con nemici a ondate (lo Store ne è pieno), cosa che invece è.

Eppure l’idea di poter gestire il compagno (o dandogli ordini o coordinandotici) da quel non so che di divertente e innovativo, facendomi provare la stessa sensazione di quando misi per la prima volta mano su Binary Domain. La VR è ancora un parco giochi dove fare test, e se partiamo da questa premessa, i 40€ di Bravo Team sono ben spesi (soprattutto per la modalità online): è inoltre disponibile la versione comprensiva di PlayStation AIM Controller, periferica di alta qualità utilizzabile sia qui che in Farpoint.

Bravo Team
7.5
Voto 7.5
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.