Zombie Army Trilogy – Recensione dello sparatutto a tema nazi-zombie per Switch

Si torna a fare strage di non morti! Ecco la nostra recensione di Zombie Army Trilogy nella sua versione per Nintendo Switch!

Valeria Girardi
Di Valeria Girardi Recensioni Lettura da 12 minuti
7
Zombie Army Trilogy

I ragazzi di Rebellion Developments trovano, nemmeno a dirlo, in Sniper Elite il loro franchise di punta, e proprio a partire da questo hanno realizzato uno spin-off parallelo fatto di zombi e nazisti (e quindi di nazi-zombi), dal nome non poi così originale di Zombie Army. Una serie di espansioni standalone, scaricabili per Sniper Elite V2, composta inizialmente da due capitoli, che sono stati ora raccolti in una versione definita “Zombie Army Trilogy” e che chiaramente raccoglie i tre capitoli della saga non canonica del noto sparatutto. Infatti, all’interno di questa trilogia troviamo le versioni rimasterizzate di Nazi Zombie Army, rilasciato inizialmente nel febbraio del 2013, Nazi Zombie Army 2, pubblicato nell’ottobre dello stesso anno, e l’ultimo sequel pubblicato nel 2015. Inoltre, proprio quest’anno, abbiamo assistito all’arrivo del primo capitolo vero e proprio in stand alone della serie, Zombie Army 4.

Zombi, nazisti e fucili di precisione, dunque. Ma è davvero una combinazione vincente, sulla scia di quello che è il grande successo Sniper Elite, questa proposta dal team Rebellion? Non del tutto, a dir la verità; vediamo insieme il perché.

Una Germania alternativa: zombi nazisti del Terzo Reich

La nostra avventura inizia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, poco prima che Hitler possa affrontare la definitiva disfatta. Rebellion però ha deciso di rivisitare la storia e dargli un finale alternativo, più divertente e goliardico. Infatti, invece di togliersi la vita, il comandante nazista sceglie di attuare il “Piano Z“, con una misteriosa forza sovrannaturale che trasforma tutti i soldati nazisti in un super-esercito di morti viventi. I nazi-zombi, per l’appunto.

In buona sostanza, la storia che ci viene offerta ricalca abbastanza una parodia dei vecchi film horror, ma rimane essenzialmente sullo sfondo, apparendo solo come “scusa” per farci immergere nelle quindici missioni presenti nel gioco. Scopo principale, essenzialmente, rimane dunque la caccia agli zombi, il loro sterminio, con l’obiettivo di rompere la maledizione che li ha riportati in vita. Un viaggio che si snoda attraverso la Germania nel 1945, che inizierà in un villaggio nei dintorni di Berlino, attraverserà la stessa e terminerà la roccaforte di Hitler nascosta tra le montagne.

Zombie Army Trilogy - verso Berlino

La semplicità della trama in Zombie Army Trilogy, che non ha un reale e profondo sviluppo in termini di missioni o personaggi, offre un agli utenti un gioco semplice a sua volta: uno sparatutto (nemmeno troppo tattico, come invece viene definito dalla casa di sviluppo) in terza persona. Nemmeno gli 8 protagonisti – tra i quali segnaliamo la presenza di quattro soldatesse di diverse nazionalità – hanno una qualche parvenza di personalità o spessore psicologico, il che significa che scegliere l’uno o l’altra è completamente irrilevante ai fini del gioco.

Ciò che forse può variare, anche se non a livelli estremi, è il loro uso delle armi, così come le loro dotazioni standard. Dotazioni che comunque possono essere cambiate nel corso del gioco, sia profanando cadaveri che sfruttando quanto ci offrono alcuni checkpoint – le cosiddette sale d’emergenza. L’armamentario offerto punta soprattutto a quelle armi che permettono un approccio a distanza, ma non mancano comunque mitra, fucili a pompa, esplosivi, trappole e altri strumenti che abbiamo già visto nei titoli di Sniper Elite. 

Zombie Army Trilogy - personaggio femminile

Esperienza di gioco: stermina gli zombi da solo o in compagnia

Zombie Army Trilogy offre al giocatore la possibilità di avventurarsi da solo o insieme ad altri 3 compagni (in locale o online), attraverso due tipi di modalità. La modalità campagna è quella che conta la trama, e che quindi si sviluppa per obiettivi da portare a termine sino al raggiungimento del target finale. L’altra, invece, è la modalità orda, per la quale il giocatore è chiamato ad affrontare delle ondate di zombi via via sempre più numerose e difficili da buttar giù. Per ciò che riguarda la campagna, questa è composta da 15 capitoli che rappresentano la somma di ciò che combinano i tre titoli raccolti in questa edizione. Offrono al giocatore un’esperienza di gioco che si allinea sulle 15 ore circa – ovviamente, questo varia anche a seconda della difficoltà scelta dall’utente.

Tutti i livelli sono in realtà molto simili tra loro, sia nel concept che nel design, e possono essere giocati in ordine sparso, senza necessariamente seguire l’ordine “cronologico” sul quale si basa la storia di sottofondo. Purtroppo, anche a causa di questo, l’esperienza di gioco in single player risulta abbastanza ripetitiva e, alla lunga, un po’ noiosa. Un metodo per tenere alto l’interesse e lo stimolo a giocare è quello di aumentare la difficoltà del gioco, che se affrontato a Sniper Elite (ad esempio) conterà la gravità, la postura, il vento e il battito cardiaco ad influire sulla traiettoria dei proiettili. 

 

Perché in effetti, così come avviene per la saga di Sniper Elite, anche qui il fucile da cecchino è l’arma principale. Nonostante molto spesso la componente “tattica” del gioco va a perdersi, il titolo fin da subito ti obbliga a un approccio a distanza, fornendoti armi e munizioni adeguati allo scopo. Riflettere, prendere la mira e sparare, sfruttando anche i vari gradi di zoom e la capacità di trattenere il respiro per essere più precisi, diventa il pane quotidiano in questo titolo.

Se il tiro è abbastanza buono, sarà possibile osservare le teste dei nostri nazi zombi esplodere, e godere nel dettaglio i mini video offertici dalla X-Ray Kill Cam. Del resto, questa è stata sin dalla sua prima implementazione uno dei tratti distintivi di Sniper Elite, e non poteva certo mancare nello spin-off da morti viventi. Un dettaglio che piacerà senz’altro agli amanti del gore.

Zombie Army - x-ray kill camTutte le campagne presenti nella modalità single player possono essere giocate in co-op, in locale o in multiplayer online, insieme ad altri 3 giocatori. Sarà possibile scegliere, tra le varie cose, la difficoltà della missione o se inserire o meno il fuoco amico, e divertirsi a ripercorrere le missioni in maniera senz’altro più stimolante. Perché sì, Zombie Army Trilogy in compagnia sa essere veramente divertente. Si tratta di un titolo che con la modalità cooperativa aumenta di gran lunga la sua longevità, e permette di dare senz’altro più senso anche alla modalità Orda.

Inoltre, dal momento che non esistono delle vere e proprie classi di personaggi (la scelta del protagonista è puramente estetica) il ruolo di tutti è semplice: uccidere il maggior numero possibile di zombi, il più velocemente possibile. Questo rende il gioco adatto anche ai giocatori più casual, che vogliono semplicemente prendere il controller in mano e… fare fuoco! Nella modalità co-op, ancor più che in quella single player, la componente tattica si dissolve ulteriormente, e sebbene in alcuni livelli di difficoltà bisogna stare attenti alle munizioni che si sprecano, il fatto di giocare insieme a una squadra amica rende l’azione sicuramente più frenetica. Buono, comunque il bilanciamento delle orde e dello spawning di zombi, che si regola adeguatamente a seconda del numero dei giocatori in battaglia. Anche la presenza di uno o più zombi armati – motosega, fucile da cecchino, mitra, e così via – verrà bilanciata in base a ciò.

Zombie Army Trilogy - co-op

Come si comporta su Nintendo Switch

Da segnalare, purtroppo, un’ottimizzazione non eccelsa per ciò che concerne i Joy-Con di Nintendo Switch. Tasto dolente, a dir il vero, dato che gli innovativi controller di Nintendo non offrono quasi mai grandi esperienze per questo genere di giochi. Ciò che si percepisce su Zombie Army Trilogy però, al di là anche della sofferenza da drift, è che l’asse x e quello y non siano perfettamente ottimizzati. L’alternativa è smanettare nelle impostazioni, farci l’abitudine, affidarsi soprattutto nei momenti più concitati al giroscopio, e/o semplicemente passare al Pro Controller.

Zombie Army - grafica

Pro Controller che funziona senz’altro meglio, nonostante la poca fluidità generale del titolo. I due Joy-Con possono essere usati anche separati dal corpo della console, ma ancora, segnaliamo la poca comodità nell’affrontare un titolo del genere in modalità portatile. Interessante, comunque, è il fatto che sia stato implementato l’HD Rumble, così come anche il nuovo sistema di inviti firmato Nintendo.

Graficamente parlando, comunque, Zombie Army Trilogy non è particolarmente eccelso, sia per ambientazioni che per i modelli poligonali. Si tratta di un risultato poco rifinito, con personaggi (e cadaveri) non bellissimi e casi di fasci di luce o fumi vari dall’effetto un po’ discutibile. Antiestetici, tra l’altro, l’effetto “nebbia”, visibile in alcune zone in lontananza così come sul pavimento di alcune mappe – ma che, in questi casi, risulta come un “tappeto” piatto e sollevato da terra di qualche millimetro – e anche l’effetto pop up di alcuni non-morti che, ogni tanto, spawnano senza nemmeno una qualche animazione. Non di rado, inoltre, si incontrano fenomeni di compenetrazione tra gli zombi e l’ambiente circostante, dal quale i morti viventi non riescono mai a disincastrarsi.  

Zombie Army Trilogy - zombi incastrato

Per ciò che concerne la durata della batteria, in modalità portatile la console regge tranquillamente sulle 3 ore, e non si surriscalda particolarmente. Sia in handled che in docked mode non si notano cali di frame in modalità single player, tuttavia quando si gioca in co-op possono capitare (per fortuna raramente) fenomeni di lag per i quali le uccisioni vengono segnate in ritardo. Fatto un po’ invalidante, soprattutto quando si ha a che fare con orde di zombi nazisti molto numerose. 

Zombie Army Trilogy
7
Voto 7
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Amante della musica, della scrittura e della lettura, ha una gatta nera che le fa compagnia. Tra i suoi hobby, videogames e fumetti, con i quali evade dal mondo sintetico e monotono della quotidianità.