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Yoshi’s Crafted World – Recensione, il diorama dei sogni

Nonostante il generale pessimismo che andava dilagando durante le prime presentazioni di Nintendo Switch, è ormai indubbio che la console ibrida targata Nintendo si sia rivelata essere un successo di critica e pubblico in tutto il mondo. Dopo un 2017 a dir poco scoppiettante, il 2018 ha invece lasciato un poco a desiderare con buchi più o meno vistosi in termine d’uscite che si sono fatti sentire con decisiva forza. Dopo un tale silenzio, ecco quindi che il 2019 arriva a rappresentare un anno di riscatto per Nintendo, dodici mesi durante i quali la grande N dovrà dare prova della sua forza mettendo in campo le sue creature più ambite, produzioni di medio e alto livello sulle cui spalle grava il peso di un’utenza affamata di novità.

In tal senso, Yoshi’s Crafted World rappresenta proprio una delle risposte che dovranno andare arricchendo tutto l’anno attualmente in corso, una produzione che fin dalla sua primissima presentazione si è mostrata agli occhi del pubblico in splendida forma e che ora, finalmente, è pronta a scendere in campo. Vuoi per uno stile generale tanto atipico quanto magnifico, vuoi per uno Yoshi Woolly World targato WiiU semplicemente splendido, l’hype costruitosi intorno al nuovo platform di Good-Feel è infatti andato crescendo esponenzialmente fino a raggiungere livelli che forse neanche la stessa società nipponica si sarebbe aspettata. I tempi delle congetture sono però finiti e dopo aver esplorato in lungo e in largo la nuova coloratissima avventura del dinosauro verde più famoso di tutti, siamo finalmente pronti a darvi il nostro giudizio finale a riguardo.

Genialità cartacea

Nella ridente isola degli Yoshi, le giornate passano nella più totale spensieratezza e allegria. Sul picco più alto di questa terra – luogo di ritrovo per tutti gli Yoshi che la abitano – è situato il cosiddetto Sole dei Miracoli, un manufatto che secondo le leggende dovrebbe avere il poter di concretizzare qualsiasi sogno. Le mistiche proprietà della pietra, però, sono un interessante banchetto anche per le fauci più malefiche e, infatti, in un giorno come tanti altri, Baby Bowser e il mago Kamek giungono sull’isola con il preciso obiettivo di rubare il manufatto. Il furto non va però a buon fine e, come conseguenza, le cinque gemme incastonate nella pietra vengono sbalzate via, disperdendosi in tutto il mondo. Dopo qualche momento di smarrimento, il gruppo di Yoshi decide così di lanciarsi alla loro ricerca per recuperarle prima che Baby Browser possa metterci sopra i suoi affilati artigli. Come facilmente immaginabile, l’incipit narrativo di Yoshi’s Crafted World altro non è che un basilare pretesto per spingerci a esplorare una lunga serie di livelli da completare in sequenza, una base dalle poche pretese pensata per far spazio a una struttura ludica rappresentante il vero fulcro dell’esperienza. L’ultima creatura targata Good-Feel si configura infatti come un platform in 2.5D apparentemente molto basilare ma invero ben più intricato di quanto si potrebbe inizialmente immaginare.

I primi stage affrontabili fungono da tutorial e svolgono il compito d’impartirci le regole base che poi andremo sfruttando per interagire con l’ambiente circostante. Ci si muove a destra o a sinistra, si salta e si mangiano nemici da trasformare in uova che poi possono venir lanciati contro oggetti o altri avversari dopo aver preso accuratamente la mira – il tutto in un sistema praticamente identico a quello già visto in Woolly Word –, ma al contempo bastano pochi minuti in-game per notare quanto i veri esploratori avranno pane per i propri denti. Uno degli elementi peculiari di Yoshi’s Crafted World va identificandosi proprio nel suo stile unico, lì dove ogni mondo altri non sarà che un immenso diorama costruito in cartoncino, una feature che ha permesso al team di sbizzarrirsi in termini di puzzle e idee capaci di sorprendere. Ogni livello affrontabile è un enorme contenitore di creatività dove verremo messi nella condizione di poter interagire con numerosissimi elementi di sfondo. Ecco quindi che potremo distruggere elementi distanti per rivelare vari segreti o, ancora, colpendo a più riprese un edificio che ci sbarra la strada, questo andrà aprendosi in varie forme e dimensioni che porteranno a vie percorribili sempre diverse. Non mancheranno poi neanche livelli unici e pensati appositamente per variare la formula ludica, tra Yoshi di cartapesta giganti con cui distruggere lo scenario circostante o cacce alla talpa durante le quali tentare di fare il miglior punteggio, simpatiche trovate che contribuiscono ad arricchire l’avventura e ad allontanare quel rischio di ripetitività che alla lunga si sarebbe potuto presentare.

Anche l’occhio vuole la sua parte

Altra peculiare caratteristica che caratterizza Yoshi’s Crafted World si riassume nel poter percorrere ogni stage in due sensi. Completato un livello, ecco quindi che potrete riaffrontarlo al contrario ruotandolo e osservandolo da una nuova prospettiva che vi permetterà di scoprire nuovi segreti che alla prima run non avreste potuto mai notare. Il carattere da 2.5D dell’avventura offre poi alla produzione un nuovo grado di profondità che ha permesso agli sviluppatori di rendere ancor più intricati i mondi affrontabili, con strade secondarie che permettono di entrare in vari cunicoli e zone nascoste dove fare man bassa di monete. In tutto questo, ovviamente, a fare la parte del leone vi sono proprio i mondi esplorabili, un continuo crescendo di geniali scelte in termini di game-design e piccole chicche sceniche che mettono in mostra con gran forza tutto lo spirito delle produzioni Nintendo, da sempre capaci di lasciare a bocca aperta. Controlli reattivi e una varietà di fondo assai apprezzabile chiudono un cerchio apparentemente idilliaco per una produzione capace di conquistare il cuore di grandi e piccini. Proprio in ragion di ciò, dispiace quindi notare come il livello di difficoltà sia decisamente tarato verso il basso, con una sfida generale purtroppo incapace d’impensierire qualsiasi giocatore sufficientemente navigato. Anche le boss-fight, in tal senso, non hanno mai saputo metterci in difficoltà e, per quanto ogni scontro sappia differenziarsi sufficientemente, la facilità con cui andremo superando un livello dopo l’altro lascia un pizzico d’amaro in bocca. Di contro, però, non bisogna dimenticare che la vera esperienza del titolo – esattamente come per il suo predecessore – va a identificarsi nella grande quantità di collezionabili nascosti, tra monete rosse e margherite sparse in ogni luogo, anche nei posti più impensabili.

Una volta che si decide di lanciarsi nel vivo dell’esperienza per completare l’avventura al 100%, ecco che il livello di sfida subisce un’impennata verso l’alto indubbiamente stimolante, seppur non si caschi mai in situazioni realmente capaci di mettere in crisi. In tal modo, l’epopea di Good-Feel riesce a configurarsi splendidamente per qualsiasi tipologia di videgiocatore. I giovani e meno esperti potranno limitarsi a completare gli stage mentre i più navigati potranno lanciarsi in una caccia al collezionabile divertente e sempre piacevole. Merita poi una menzione tutta sua la presenza di una modalità principiante che semplifica ancor di più l’avventura – sostanzialmente attaccando delle ali su Yoshi che ci permetteranno di volare e avere quindi vita assai facile per tutta la durata del titolo – e l’esistenza di un’opzione per poter giocare in cooperativa locale con un amico. Da un punto di vista puramente grafico, Yoshi’s Crafted World è uno splendore per gli occhi che grazie a un sapiente utilizzo dell’Unreal Engine 4 e al suo stile artistico unico ha saputo lasciarci senza fiato a ogni angolo. Ogni singolo stage riesce a emanare un’attenzione per i dettagli di gran pregio che aiuta a restituire magnifici scorci dal design sempre originale. Tutti gli origami in cartoncino sono stracolmi di dettagli, le animazioni appaiono ben realizzate, i giochi di luci e ombre si sono mostrati di gran livello e la resa generale convince sia quando si gioca in portatilità che utilizzando il dock. Al contempo, la produzione riesce a mantenere i suoi solidi 60 frame per secondo in ogni situazione – anche in questo caso, sia in dock che in portatilità –, un risultato notevole che è però andato a discapito della risoluzione. Chiude infine il tutto una soundtrack ricca di tracce orecchiabili che accompagnano più che degnamente il giocatore nel corso di tutta la sua avventura.

Yoshi’s Crafted World

9

:Giunti alla resa dei conti, risulta impossibile parlare di Yoshi’s Crafted World senza definirlo un successo sotto ogni punto di vista. La nuova creatura targata Good-Feel si caratterizza per uno stile artistico unico che ha permesso al team di sbizzarrirsi in termini creativi, il tutto per portare alla luce un’opera sempre fresca e capace di stupire. Ogni livello è un continuo susseguirsi di piccole e grandi idee, trovate geniali, segreti e decisioni di level-design ben pensate che aiuteranno il giocatore a immergersi nel colorato mondo di carta che rappresenta il vero cuore pulsante della produzione. Esattamente come il suo fratello maggiore, il titolo fa inoltre giocoforza su un’enorme quantità di collezionabili utili per cercare di mitigare quella fastidiosa sensazione di star giocando a un titolo dal livello di sfida tarato decisamente verso il basso, seppur gli utenti più navigati avranno comunque vita facile. A chiudere il tutto ci pensa infine un comparto grafico visivamente splendido e una colonna sonora dalle tracce sempre accattivanti e capaci di seguire degnamente il giocatore di stage in stage.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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