Yoko Taro racconta il suo modo di vivere e creare videogiochi ai microfoni di TocoTocoTv

Sebastiano Italo "Ghraal Vakarian" Caradonna
Di Sebastiano Italo "Ghraal Vakarian" Caradonna News Lettura da 3 minuti

Yoko Taro è senza dubbio la star videoludica che più sta spopolando in questo momento in tutto il mondo. Dopo essersi ritrovato illuminato dalle abbaglianti luci dei riflettori, sotto cui “sembra” trovarsi abbastanza a proprio agio, grazie a Nier Automata, in molti si sono interessati ai criteri che utilizza per la creazione delle sue opere. Le interviste che si sono sprecate in merito sono molte, facendo emergere particolari che distinguono l’operato del buon Yoko Taro da molti, come ad esempio la sua tecnica di scrittura definita backwriting.

TocoTocoTV ha deciso di dedicare la quarantanovesima puntata del suo programma proprio a Yoko Taro, permettendogli di esprimersi raccontando della sua vita e dei luoghi da lui frequentati, così come hanno fatto tutti gli altri autori prima di lui.
In questo episodio di dodici minuti, Taro ci racconta la sua vita tra Tokyo, la sua casa, e Osaka, dove è situato lo studio dei PlatinumGames con i quali ha un rapporto di amicizia, di rispetto e professionalità. Contrariamente a quanto si possa pensare, Taro è una persona, come lui stesso ammette, che non ama viaggiare né ha hobby particolari, semplicemente ama giocare ai videogiochi, pensare e lavorare a casa propria, nella sua stanza. Vive come più gli piace. A questo si aggiunge l’amore per il Pinball parlando anche di come ogni macchina abbia il proprio piccolo universo a sé.
Il video si conclude in un pub di Osaka con Mr. Saito e Mr. Taura di PlatinumGames parlando della figura di Yoko e della sua centralità all’interno del Project YoRHa.
Proprio sui suoi progetti, Taro si è lasciato a qualche dichiarazione interessante, affermando di essere stanco del modo in cui si sviluppano (a livello di gameplay) i titoli tripla-A: grandissima parte di questi, infatti, annoia dopo una ventina di minuti, non ha più nulla da dire ed proprio con l’idea di voler creare giochi capaci di “trasformarsi” che nato il primo Nier, il cui progetto poi è stato ripreso in Automata, il seguito, e ampliato. È questa, dunque, l’anima e il cuore che muove il brand dal punto di vista del gameplay stesso.
Motivazioni interessanti che spingono il sottoscritto a consigliarvi fortemente la visione del video per comprendere una delle figure più enigmatiche del panorama videoludico (i sottotitoli sono selezionabili). Buona visione:

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Filosofo e poeta a tempo perso e a tempo pieno. Ossessionato dall'arte nonché dai giochi e dal tema del viaggio. Studio per diventare game designer, ruolo ed ambito che rappresentano, ovviamente, una ossessione.