Wavetale è stato pubblicato il 12 dicembre, praticamente su tutte le piattaforme ad ora utilizate: PC, PS4, PS5, Xbox One, Nintendo Switch e Xbox Series X/S. Si tratta di un titolo indie, semplice nella grafica, nella narrazione e ovviamente anche nelle dinamiche di gameplay, pensato appositamente per farci immergere – letteralmente – in un mondo sommerso e infestato da creature decisamente poco minacciose. In questo platform e (piccolissimo) open world, nel ruolo di Sigrid al fianco della sua adorata nonna, avrete la possibilità di viaggiare in mare aperto ed esplorare l’arcipelago di Arenania. Nel corso dell’avventura avrete la possibilità di conoscere e aiutare al meglio delle vostre possibilità i vostri sfortunati “vicini di casa”, da semplici pescatori fino a bizzarri pirati, affrontando acque placide e mari in piena tempesta.
La giovane protagonista è una semplice ragazza la cui madre è scomparsa e che, per andare avanti, gestisce la casa e i terreni circostanti in compagnia della sua nonna, giovanile e pronta a stare al passo. Dopo un evento inaspettato, Sigrid si ritrova alleata con un’ombra dalle sembianze umane, che le consente di muoversi velocemente sull’acqua, da una parte all’altra dell’arcipelago. Dovrete cavalcare le onde, saltare e arrampicarvi su vecchi edifici abbandonati per sconfiggere dei “mostri” chiamati scintille, che popolano la zona rendendo impossibile agli abitanti vivere in modo tranquillo. Nel corso della nostra recensione però, illustreremo anche le motivazioni per cui Wavetale è un titolo interessante, piacevole da giocare, ma davvero poco impattante se provato nella sua interezza.
Sfrecciate, oscillate, e nulla più
Come vi abbiamo fatto capire, anche dalla nostra introduzione, non si tratta assolutamente di un gioco pretenzioso o che tenta di percorrere nuove strade, bensì di un progetto che comprende i suoi limiti, e che ha tentato senza dubbio di fare il meglio con ciò che era a disposizione del team. La narrazione non ha nulla di particolarmente rivoluzionario o intrattenente, ma il lato che ha destato di più il nostro interesse – ancora prima di poterlo provare – è stato indubbiamente il gameplay, che in qualche modo ci ha riportato alla memoria il “vecchio stile” di titoli come Rayman, ma purtroppo non in maniera ottimale.
L’idea di base è giocare nel ruolo di Sigrid, in mare aperto, a ritmi incalzanti, passando da piccoli viaggi solitari fino a nuove conoscenze tra gli abitanti intorno a voi. Ma differentemente da quanto ci saremmo aspettati, il livello di sfida è la cosa che ci ha delusi maggiormente, addirittura fin dalla prima ora e mezza di gioco. Tutto il dinamismo e la curiosità di esplorare la mappa (modesta ma più che sensata per un indie di questo calibro) vengono spazzati via dal repentino realizzare che in Wavetale non c’è ritmo, non ci sono veri scontri, e non c’è nulla di particolare da imparare davvero per andare avanti nel gioco. Il che, in poche parole, si trasforma in una lunga avventura rilassante, piacevole ma davvero poco esaltante.
Le mancate particolarità, dunque, non vengono contrappesate in alcun modo, e il viaggio di Wavetale finisce per tramutarsi in una sequela di piccole task piuttosto ripetitive e noiose sul lungo termine. Surfare, arrampicarsi, acciuffare mostri e, di tanto in tanto, parlare con qualcuno dell’Isola oppure decidere di modificare l’avatar di Sigrid con cappelli e abbigliamento di vario genere. In sintesi, nulla di memorabile.
Anche il comparto grafico e tecnico ci ha lasciati perplessi, perché pur comprendendo che si parli di un titolo di piccole dimensioni, ci ha mostrato non pochi problemi nella versione per Xbox Series X|S. Piccoli bug e soprattutto cali di frame rate hanno interrotto e infastidito la nostra esperienza con una continuità piuttosto fastidiosa. Spesso, saltando in alto e avendo modo di vedere una maggiore porzione dell’incantevole mappa dell’arcipelago, abbiamo notato un maggiore afflusso di lag e instabilità frame rate, sicuramente proprio per la difficoltà di elaborare più di una certa quantità di dati tutti insieme.
L’esperienza di Wavetale è breve, senza grandi complicazioni ma – tristemente – piuttosto insipida nella sua interezza. Un’opera delicata e piuttosto dolce, senza infamia e senza lode. Peccato, perché l’idea generale del mondo sommerso e la colonna sonora ci hanno molto colpiti e, dobbiamo dire, hanno contribuito a gran parte del voto che vi stiamo proponendo.