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Watch Dogs: Legion – Recensione, il Dedsec amplia i suoi orizzonti

Fin dalla sua uscita nel 2014, il brand di Watch Dogs si è sempre distinto per la sua anima tecnologica: se infatti il mondo dei sandbox open-world tendono ad avere le stesse meccaniche di fondo, la vera differenza va a farla la particolarità, quel plus che permette di divertirsi anche quando le missioni iniziano a sembrare fin troppo simili tra loro. La storia di vendetta di Aiden Pearce, dopo aver perso sua nipote Lena a causa del suo lavoro criminale, è ben distante dalla più scanzonata storyline di Marcus Holloway, che porta avanti una lotta decisamente più idealistica di quella del primo protagonista. Forse per una poco chiara caratterizzazione, o magari solo per il momento storico, questi due personaggi non sono stati così tanto amati dal pubblico. La possibilità che però fosse il concept ad essere sbagliato rappresenta una terza opzione molto valida; per questo, Watch Dogs: Legion propone qualcosa di diverso.

Abbandonando l’idea di presentare un qualsivoglia personaggio predefinito, in questo nuovo capitolo della serie (che perde la numerazione come già successo al franchise di Assassin’s Creed) il giocatore potrà controllare qualunque cittadino di Londra, con tanto di abilità dedicate al personaggio, stili di movimento, combattimento e addirittura dialoghi diversi. Anche la trama prende una connotazione un po’ diversa, strutturandosi sotto molteplici aspetti, come a lasciare la libertà d’azione al giocatore.

C’era una volta a Londra

La storia, in verità, inizierà proprio con un personaggio predefinito, una spia che controlleremo per la prima fase di gioco (e con cui impareremo di nuovo i comandi del titolo) e che ci permetterà di capire cosa stia succedendo a Londra. Il titolo infatti ci propone una città controllata quasi completamente dalla Albion dove i cittadini, spaventati dal Dedsec (accusato di terrorismo), preferiscono rinchiudersi nel ctOS, il famoso sistema che già conosciamo e che toglie ogni possibile libertà di privacy. In realtà le cose sono ben diverse da come sembrano: Londra infatti non è la classica città dove un semplice cattivone cerca di mettere in piedi i suoi piani. Al contrario, è piena di problematiche a cui il Dedsec dovrà cercare di porre rimedio, e per farlo avrà bisogno di ogni aiuto possibile. Per questo motivo quindi, una volta ottenuto il primo personaggio reclutabile, potremo nel corso del gioco arruolare praticamente chiunque in giro per la città. Il gruppo di attivisti hacker, quindi, non solo dovrà scontrarsi contro Zero-Day, i veri attentatori dietro alle bombe esplose a Londra, ma dovrà anche vedersela con la Mafia del Clan Kelley, con le guardie della Albion e i malati piani di Nigel Cass, ma soprattutto con tutte quelle persone dalla mentalità contorta che in Londra hanno trovato paradiso per i loro piani malefici.

Parlando della città, i dettagli inseriti sono fantastici: ogni strada, vicolo o ponte è riprodotto come solo Ubisoft sa fare, con una cura dei dettagli spettacolare. Il colpo d’occhio generale ci ha lasciato a dir poco estasiati e sono tanti i dettagli in grado di sorprendere, come il lavoro posto sulle luci al neon o, ancora, sulle pozzanghere, lì dove dei realistici riflessi contribuiscono a offrire un senso di credibilità ancor più marcata. Ovviamente, essendo ambientato nel 2026, molte cose appaiono diverse da come sono ora: la tecnologia è molto più diffusa, i veicoli elettrici sono presenti in abbondanza e delle luci artificiali colorano tutta la città quasi a creare un velo di magia. Quest’ambientazione futuristica ma non troppo ha permesso al reparto creativo di Ubisoft Toronto d’inserire tanti piccoli ma interessanti dettagli all’interno del mondo ludico. Si passa dalla guida autonoma dei veicoli a veri e propri sistemi tecnologici che forse nei primi due Watch Dogs sarebbero sembrati troppo futuristici, ma che ora invece hanno completamente senso.

Abbiamo detto che il protagonista lascia spazio in Watch Dogs: Legion alla possibilità, da parte del giocatore, di scegliere quale personaggio arruolare. Nel corso della vostra partita, infatti, potrete analizzare qualunque cittadino, capire le sue abilità, ed eventualmente provare a portarlo dalla vostra parte. Nel farlo sbloccherete una missione, concludetela e il personaggio entrerà nella squadra; fallite e lo perderete per sempre. Il gioco però non si ferma qui visto che alcuni personaggi, infatti, vuoi per una propria ideologia o per azioni che avete compiuto (come ferirli o danneggiare i loro amici e parenti) potrebbero essere dubbiosi del Dedsec o addirittura odiarlo. Nel primo caso potrete utilizzare l’analisi della schedule del personaggio per aiutarli indirettamente e in questo modo fargli vedere da che parte stare, mentre nel secondo caso non potrete farci nulla.

La cosa interessante subentra nelle conseguenze delle scelte che farete: è infatti possibile che un personaggio che odia il Dedsec rapisca un membro della vostra squadra, o che magari ferendo il cugino di un personaggio che avete puntato, questo si rivolti contro di voi. Le scelte creano dinamicità, e questa si rispecchia in un continuo ricambio di quali personaggi avere in squadra, soprattutto con l’avanzare del gioco. Per i veri hardcore gamer, infine, sarà possibile attivare la permadeath, che cancellerà completamente ogni attivista morto e che, una volta svuotata la squadra, vi porterà alla conclusione del gioco.

Sebbene i personaggi che sbloccherete saranno già caratterizzati dal punto di vista della loro vita (con passato, professione e quant’altro), potrete comunque modificargli il vestiario, le skill e le armi equipaggiate, con un certo margine di personalizzazione. Purtroppo però non è tutto oro quello che luccica: il sistema di gestione dei vari membri è un qualcosa di strabiliante, ma alla lunga mostra il fianco ad una ripetitività di missioni, dialoghi e pattern piuttosto evidente. La cosa positiva invece salta fuori quando, ogni tanto, dovrete salvare un qualche attivista o, ancora, quando il sistema vi indicherà un personaggio con qualche dote particolare. Interessante anche lo svolgimento del gioco correlato alla vita o morte dei vostri attivisti: se infatti durante un compito che richiederà una fuga vi troverete a far morire il vostro personaggio, il gioco farà diventare quella perdita come parte integrante della missione, proponendovi un altro dei vostri attivisti e una continuità di narrazione. Questa feature non sempre funziona e in certi casi capita semplicemente di dover ricominciare la missione da capo, ma quando lo fa riesce a creare una dinamicità davvero unica.

Noi siamo Legione?

Il titolo pone il videogiocatore davanti a più di un nemico, e questo rende le varie missioni sempre diverse, seppur l’esperienza pecchi per ciò che concerne l’iter che dovrete seguire, spesso incastrato nel loop hacking-assalto-hacking. A risollevare una situazione potenzialmente drammatica ci pensa però la libertà d’azione: che infatti vogliate entrare in una sede della Albion con uno spiderbot, prendere i dati e scappare, oppure assalirli con armi pesanti, il tutto sarà lasciato nelle vostre mani. Ciò che colpisce positivamente si riassume nello spettro di scelte proposte; potrete infatti utilizzare uno spiderbot d’assalto e dar vita a una carneficina così come potrete sfruttare un personaggio dipendente della Albion o con abilità stealth per entrare di soppiatto ed evitare inutili spargimenti di sangue. Purtroppo in qualche caso queste dinamiche ci si sono ritorte contro, magari spingendoci a seguire un certo iter o, peggio, causandoci qualche bug poco comodo per completare la missione.

Tornando a parlare della personalizzazione, Watch Dogs: Legion propone un sistema di tecnologie sbloccabili con una valuta in-game che vi permetterà, avanzando nel gioco, di aggiungere abilità a qualunque personaggio. Ovviamente alcune skill dedicate (come l’orologio disattiva armi della Spia) non potrete aggiungerle a chiunque vorrete, ma per il resto dovrete sbloccarle nel corso della storia per poter facilitare l’approccio alle missioni. Alcune di queste, inoltre, potranno essere acquistate soltanto dopo aver liberato i quartieri di Londra; per farlo, dovrete completare degli obiettivi (come distruggere armi, fare foto a delle prove o cose simili), concludendo ogni zona con un mega-obiettivo che spesso propone interessanti livelli platform.

Parlando proprio di questo, abbiamo detto che Watch Dogs: Legion, come per capitoli precedenti, propone la tecnologia come suo punto di forza. Forse consci del brand più di quanto lo fossero prima, ora le fasi platform e puzzle del titolo sembrano più a fuoco. Abbiamo trovato molto divertenti, tra le tante cose, proprio le sfide con lo spiderbot, che propongono idee di level design che sarebbero troppo strane per il mondo aperto della serie, ma che in quelle fasi invece funzionano a meraviglia.

Tecnicamente parlando Watch Dogs: Legion mostra i denti su Xbox One X. La grafica è di alto livello, con caricamenti molto veloci e dettagli ben rifiniti. Su One S purtroppo bisogna fare i conti con qualche compromesso, ma nulla di eclatante. Ci hanno invece lasciato un po’ interdetti i volti dei personaggi che, dovendo presentare una varietà il quanto più elevata possibile, fanno giocoforza su un sistema procedurale che occasionalmente andrà a creare dei veri e propri mostri. Torneremo sicuramente a parlare della produzione non appena lo proveremo su Next-Gen, ma per ora il gioco è pienamente godibile, salvo qualche bug da sistemare che sicuramente andrà via con la patch del Day-One. Il comparto sonoro risulta invece particolarmente interessante: i dialoghi in inglese sono molto spinti sul discorso dell’accento, proponendo un linguaggio ben distante dall’americano visto nei primi due capitoli, ma nel caso questa dinamica non vi interessasse, al Day-One il gioco vi permetterà di scaricare un DLC gratuito per la lingua italiana. La musica, invece, propone un interessante mix di vecchie glorie e nuovi pezzi, dando spazio a vari generi (e addirittura a dei podcast) e a pezzi fantastici come Bliss dei Muse o Go dei The Chemical Brothers. Rimane oscura la modalità online, che purtroppo ad ora non è ancora disponibile, ma che proveremo certamente in quanto permette, nonostante l’accesso per poter giocare insieme (fino ad un totale di 4 giocatori), di proseguire le missioni.

Watch Dogs: Legion

8

Watch Dogs: Legion è sicuramente un grande passo in avanti per il brand. L'idea che si sta creando attorno al gioco sembra sempre più delineata, e questo si ripropone soprattutto sul concetto dell'opera stessa, ormai ben definita. La novità del poter arruolare chiunque nel Dedsec offre quel brio utile a svecchiare il brand, ma ogni tanto bug e glitch ci riportano con i piedi per terra. C'è più buono che cattivo in Watch Dogs: Legion, ma forse l'aggiunta di più linee di dialogo (che sappiamo essere difficili da gestire per tale moltitudine di personaggi), di missioni diversificate e una limatura dei problemi tecnici avrebbe sicuramente giovato. Tutto sommato, è bello vedere ciò che Watch Dogs: Legion, o meglio ciò che il brand, è diventato, ed è fantastico pensare a cosa potrebbe diventare nelle prossime iterazioni.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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