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Watch Dogs Legion – Anteprima, il DedSec sbarca a Londra

La serie di Watch Dogs non è mai stata fortunata: fin dal principio è stata sotto il microscopio per eventuali downgrade, poi con un primo capitolo zoppicante (con un personaggio però interessante), ed è arrivato al secondo titolo presentando caratteristiche opposte, ovvero un gioco con degli inserimenti intriganti ma con protagonista e trama dal livello abbastanza basso. La serie dedicata all’hacking in salsa sandbox ha sempre avuto problemi a trovare la sua dimensione, centrare il suo protagonista e capire come raccontare le vicende. Watch Dogs Legion, che abbiamo provato per circa 4 ore, sembra essere la quadratura del cerchio, ciò che mancava: d’altronde chiunque potrebbe essere nel DedSec, e per questo motivo propone un gameplay dove chiunque può essere utilizzato.

Noi siamo Legione

L’idea che propone questo Watch Dogs Legion si basa proprio sull’idea del DedSec stesso: agenti hacker sotto copertura alla ricerca del libero arbitrio e contro gli stati totalitari. Chiunque può essere un DedSec e chiunque può aiutare a sconfiggere chi ha preso il controllo di Londra tramite un sistema CTOS. Proprio questo incipit, che distrugge ogni possibile idea di protagonista, è ciò che più colpisce nel gioco. Parliamo di personaggi caratterizzati da tantissimi dettagli come accento, parlata, carattere e estetica. Queste differenze però saranno più evidenti in base alla loro esperienza, in quanto ognuno di loro disporrà di armi (alcune sono canoniche, come quelle non letali), oggetti, bonus e eventuali gadget. È quindi scontato come un hacker con drone standard possa essere utile per entrare e uscire senza scomodarsi, ma magari utilizzare una spia che può usare una pistola silenziata, un’automobile con missili a inseguimento e uno stile di combattimento più consono sarà utile per infiltrarsi fisicamente in alcuni posti.

Ogni cittadino di Londra potrà essere scannerizzato e, una volta scelto come nostro possibile compagno, potremo salvarlo tra i preferiti o arruolarlo subito (facendo partire una o più missioni dedicate). Talvolta però questi personaggi potrebbero essere contrari al DedSec: in quel caso dovrete lavorare di fino, hackerare la loro agenda, seguirli nei posti in cui andranno e aiutarli qualora fosse necessario, così da accaparrarsi i loro favori. I vari personaggi ovviamente non si limiteranno ad essere utilizzabili: loro parteciperanno anche a delle chiamate casuali che compariranno mentre state giocando, li ritroverete in alcune cutscene e vi faranno da contorno in determinati momenti.

Insomma, il cuore del gioco sta nel poter prendere sotto la propria ala chiunque si voglia (con più o meno difficoltà), così da avere una squadra pronta all’utilizzo. Capiterà che alcuni di questi personaggi possano essere sopraffatti durante le fasi più concitate, ma in quel caso vi basterà trovare qualcun altro che magari abbia la stessa professione, ma che sarà comunque diverso d’estetica, carattere e personalizzazioni.

London Bridge is Super Hi-Tech

La città che offre lo spazio a questo Watch Dogs Legion è qualcosa di eccentrico: ambientata nel 2026, essa propone insegne al neon, moltissime auto elettriche e automatizzazioni che dubito arriveranno tra 6 anni nel mondo, ma che comunque danno quel colore aggiuntivo alle location. La guida è ovviamente a sinistra, e questo potrebbe disturbare chi è abituato diversamente, ma per il resto ogni singolo incrocio, rotonda o strada è perfettamente raffigurata, regalando subito un feedback di autenticità. Passare ad una città europea inoltre, dà subito una sensazione diversa: essendo queste esistenti da più tempo, perdono quella schematicità “a scacchiera” vista nei primi due giochi in favore di una costruzione più dinamica, strana, e quindi interessante da scoprire. Gli incroci e le rotonde, per esempio, danno un impatto completamente diverso negli inseguimenti e il doversi adattare a flussi di traffico decisamente poco ampi aggiunge quel plus che si nota soprattutto durante le fughe a piedi.

Avere a che fare con la tecnologia aggiunge una parte di gameplay molto interessante che si trasforma in fasi definibili al limite del platform e serie di missioni dove dovremo pesare ogni singola mossa. Non abbiamo davanti un sandbox fatto di carneficine, ma di un ragionato modo di pensare prima di partire per l’obiettivo. Certo, potrete comunque farla finire tutta con omicidi su omicidi, ma differenziarsi – anche grazie ai diversi personaggi utilizzabili – aggiungerà quell’assenza di noia davvero gradevole.

Non mancheranno quelle fasi di hacking che già conosciamo dai primi due capitoli, ma in questo caso la feature vedrà concessa maggiore libertà. Inoltre, nonostante la morte di un personaggio lascerà lo spazio ad un altro, il vostro protagonista (utilizzato in quel momento) sarà comunque a rischio, e questo somma il tutto in qualcosa di superiore rispetto ai primi due capitoli. Anche se il vostro cittadino preferito risulti essere il migliore secondo il vostro stile di gioco, è vero anche che abusandone aumenterete le possibilità di farlo catturare o uccidere. A questo aggiungiamo il fatto che alcune missioni di arruolamento potrebbero finire male, cancellando per sempre la possibilità di avere quel personaggio tra le proprie fila. In pratica ci troviamo davanti ad una libertà di scelta mai vista nella serie di Watch Dogs, e alla paura che le nostre decisioni potrebbero davvero farci perdere il nostro eroe preferito, obbligandoci a reinventare il nostro stile.

La giusta dimensione

Una delle cose che più però stupisce di Watch Dogs Legion è la trama: la costruzione dell’intreccio infatti sembra essere decisamente interessante, ponendo l’accento su misteri da risolvere e su obiettivi da completare per liberare la città dal controllo tecnologico in corso. I dialoghi sono ben strutturati e fin da subito ci sono piccoli colpi di scena che riescono ad accalappiare l’attenzione.

Watch Dogs Legion è la giusta dimensione: se il primo capitolo ha cercato di trovare il personaggio, mentre il secondo ha provato a definire bene il gameplay, il terzo dimostra che non serviva cercare nessuna delle due cose. Ciò che serviva era una storia degna di questo nome (e questa sembra avere delle tinte da spy story niente male), un gameplay strutturato e libero, un sistema di crescita (che vi permetterà di sbloccare gadget e abilità) e un comparto tecnico di tutto punto. Parlando di quest’ultimo, il gioco è stato provato su un PC con tanto di RTX attiva e c’è da dire che questa feature sarà una delle più interessanti da scoprire nel gioco: nonostante graficamente migliori di molto la resa, in realtà il poter vedere riflessi su superfici di nemici o veicoli è molto utile per potersi destreggiare con più agilità nella città. Per un giudizio più approfondito servirà sicuramente completare il titolo ma, almeno da questa prova, sembra proprio che la direzione sia quella giusta: se questo si tramuterà in un gioco capace soltanto di indicarla o di un titolo che invece centrerà appieno il bersaglio, lo sapremo fra un mese.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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