Anche questa volta eravamo presenti al fantastico Vigamus!
L’evento come da titolo, prevedeva la prova del titolo Ubisoft Assassin’s Creed Chronicles: nel titolo interpreteremo il ruolo di Shao Jun, ultima assassina della sua confraternita cinese nel 1526. La ragazza, addestrata addirittura da Ezio Auditore, dimostra una spiccata capacità nell’uso delle armi e si rivela un ottimo elemento nella lotta contro i templari.
L’ultima fatica della casa francese pare sia il primo di una trilogia di giochi in 2.5D: sfruttando l’ottima esperienza posso affermare per prova diretta la genuinità del titolo. Controllare Shao Jun è davvero spettacolare a schermo: bellissime le parti in cui dovremo muoverci in totale modalità stealth e davvero soddisfacenti i combattimenti che risultano niente affatto banali, poco scontati e con una spiccata capacità di divertire, rimanendo fedele agli stilemi della casa francese.
Quello che ha reso differente questo evento rispetto agli altri è stata la spiccata partecipazione di ragazzi sui 15 anni con i quali mi sono intrattenuto. Ho passato ore ad ascoltarli, capirli e riempiendo quelle lacune video ludiche che mancano a questa “next gen” di giocatori: non ho potuto fare a meno di chiedermi dove ci sta portando tutto questo? Quando i giochi hanno smesso di emozionarci davvero? Pensateci, quando io ero un giovane player, avevo dalla mia storie, giochi e idee sempre emozionanti: oggi pare che tutto si riassuma con “grafica migliorata”, “nuova arma” o più semplicemente nuovo “champion”.
Credo che dovremo fare tutti un passo indietro e capire dove il gioco ha smesso di essere generato per divertire/emozionare ed è diventato una macchina macina danaro. Ancora una volta però sono riuscito a confermare una cosa che è fondamentale e che fin quando resterà così, amerò questo mondo: i giochi avvicinano le persone!
Ho potuto parlare con questi ragazzi senza barriere perché eravamo “amici” pur non essendolo, perché dai giochi, mentre ci divertivamo a picchiare i tasti del cabinato Metal Slug 2 e Marcello insegnava ai ragazzini come giocare a Ralph Spaccatutto, siamo finiti col parlare di altro: famiglia, dubbi e ansie di una generazione. Ho potuto sondare il loro animo perché non ne stavano parlando con uno sconosciuto ma con un “fratello” virtuale.
Grazie a questo mondo le possibilità sono infinite: anche se passiamo ore ad ammazzarci su PlayStation 4 a Bloodborne o su Xbox One nei campi di Titan Fall oppure su PC nella Landa Degli Evocatori di League Of Legends, fuori da quel contesto, prenderemmo da bere con chiunque dei nostri avversari, senza pensare al colore della pelle o all’accento del nord o del sud.
Gradirei che i signori del potere capissero questo concetto che per molti è base ma che sembra sfuggire così tanto a loro in nome del profitto.
Assassin’s Creed Day 5 una giornata da ricordare!