Morsels Recensione, un Roguelite psichedelico… da leccarsi i baffi!

Morsels è un roguelite dall'aspetto unico e dalle dinamiche interessanti e divertenti, che si distingue per la sua estetica e le sue creature. Ecco la nostra recensione!

Gloria Annis
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Gloria Annis
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Amante di videogiochi, serie tv, film, fumetti e libri, in particolare del genere horror, sin dalla tenera età.
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RecensioniMorsels
Lettura da 7 minuti
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8 Ottimo
Morsels

Tra i nuovi team di sviluppo indie che quest’anno si sono distinti per la loro originalità e creatività spicca un nome: il team Furcula, di origine canadese, elogiato per la sua visionaria e psichedelica opera prima, ossia, Morsels. Questo particolare titolo è uscito per tutte le piattaforme, un Roguelite distribuito da Annapurna Interactive, dai colori sgargianti e dalle ambientazioni degne di un viaggio tra sostanze psicotrope, chiaramente ispirato a capolavori del genere come The Binding of Isaac: il suo nome significa “bocconcini” e ha una forte attinenza con quella che è l’intera struttura portante del gioco. Se vi siete incuriositi, non vi resta che leggere la nostra recensione di Morsels!

Il topo e il formaggio

La storia di Morsels è intricata e originalissima: noi impersoniamo un topino che vuole sconfiggere dei gatti invasori, tiranni e crudeli, che dopo aver preso possesso dei Morsels (ossia delle carte magiche cadute dallo spazio) vogliono prendere possesso prima delle fogne, poi della città e infine del cielo stesso.

Una volta assorbite le Morsels, dopo averle quindi “mangiate” e assimilate, queste danno la capacità di prendere la forma di una creaturina che ha un suo sistema di difesa caratteristico, utile per superare i vari livelli e sconfiggere uno per uno i terribili gatti, che rappresentano tra l’altro gli aspetti più oscuri della natura umana, come la sete di potere o il puro materialismo.

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Il topo, nascosto nelle fogne, trova una carta e decide quindi di partire per un viaggio caotico e magico, per liberare il mondo dai malvagi invasori, sfruttando anch’esso il potere dei Morsels. Questi quindi non solo rappresentano le armi per avanzare nei vari dungeon, ma anche i collezionabili del gioco, visionabili grazie ad una sorta di album di figurine in cui sono raccolti tutti gli esemplari da noi trovati nel corso dell’avventura: di aspetto somigliano quasi a dei Pokemon distorti, unici per le loro abilità, e possono essere utilizzati a seconda della situazione selezionando la carta più adatta alla tipologia di nemici presenti.

Le fogne

L’inizio di ogni partita avviene all’interno del rifugio del topolino, nostro protagonista indiscusso, che vive nelle fogne, e da lì può uscire e intraprendere il suo viaggio una volta ritrovata la prima carta. All’interno del rifugio è presente anche una simpatica creatura informe che ci saluta affettuosamente (e che possiamo abbracciare), che non manca di pronunciare frasi motivatrici prima di avventurarci negli scenari pullulanti di mostri. All’interno delle fogne abbiamo anche le impostazioni della difficoltà, selezionabili nell’icona rappresentante un piccolo bilanciere, e il sopracitato album di figurine contenente tutte le carte collezionate finora.

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Ogni creatura ha i suoi punti ferita, rappresentati da dei cuoricini, come i classici videogame retrò, e proprio come i Pocket Monsters della famosa saga anime giapponese, una volta ottenuti un tot di punti esperienza evolvono in forme più potenti, con attacchi e schivate più performanti delle forme precedenti. Attenzione però: possono concludere il loro ciclo vitale e morire, quindi è importante sfruttare al meglio tutti i Morsels disponibili in maniera il più strategica possibile per non rimanere scoperti.

Un “viaggio sensoriale”

Punto forte del gioco, oltre alla bellezza dei suoi scenari, è il comparto audio e le OST di gioco, un’esplosione di suoni vivaci, ripetitivi e ritmici che danno la giusta carica mentre si affrontano i mille nemici che incontriamo nell’ascesa verso il cielo. Lo stile grafico, altrettanto unico e spettacolare, è in pixel art con un effetto simile ai vecchi schermi dei televisori anni ’90, con colori sgargianti e luci lampeggianti, che inizialmente possono destabilizzare, per poi lasciare spazio alla meraviglia della ricercatezza degli elementi presenti nei dungeon e delle creature (amiche o nemiche) incontrate.

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I dungeon si concludono con il ritrovamento della scala che fa da ponte al livello successivo, e durante gli scenari troveremo anche degli oggetti che possiamo trasportare, occupandoci le mani e quindi lasciandoci momentaneamente disarmati, per risolvere delle quest secondarie con dei personaggi particolarissimi e sempre in bilico tra l’inquietante e l’amichevole.

Morsels non guida e non aiuta: il team Furcula ha ben pensato di lasciare il giocatore completamente spaesato senza tutorial, spiegazioni della storia (che si scopre man mano che si va avanti) o dell’utilizzo dei Morsels, tantomeno di comandi o obiettivi. Tutto va scoperto sulla propria pelle, a proprio rischio e pericolo! È proprio quello il bello del giocon che si è rivelato un’esperienza inizialmente spiazzante, difficile il tanto giusto da non rendere l’esperienza tediante o pesante sul piano della difficoltà, ma incredibilmente ammaliante con i suoi colori, le creature che lo popolano e le musiche che letteralmente avvolgono il ritmo di gioco.

Tra nemici, felini malvagi, alleati improbabili e creature contenute nelle carte che troveremo man mano che avanziamo nella storia, il nostro eroe roditore porterà a termine la sua missione, trasportandoci in quello che è questo gioco, che segna un inizio a dir poco promettente: una storia originale, divertente, con la sua buona dose di difficoltà ma allo stesso tempo bizzarro e curioso il tanto giusto da non annoiare e stuzzicare il giocatore ad arrivare a sconfiggere tutti i gatti uno per uno, in una scalata verso il cielo che ha dell’incredibile.

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Morsels
Ottimo 8
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Amante di videogiochi, serie tv, film, fumetti e libri, in particolare del genere horror, sin dalla tenera età.