Ci sono giochi che parlano la lingua dei ricordi, che sanno toccare corde sottili con la precisione di chi non ha bisogno di urlare per farsi sentire. Lan Party Adventures è uno di quei titoli, e dopo averlo provato in anteprima esclusiva per il nostro Paese, possiamo dirlo con certezza: il gioco di Korpimörkö non solo celebra un’era perduta, ma lo fa con una cura maniacale per il dettaglio e una vena ironica che non guasta mai.
Abbiamo avuto modo di smanettare con la modalità sandbox e con il primo capitolo della campagna, ed è incredibile quanto il gameplay riesca a restituire quel misto di entusiasmo e frustrazione che solo una LAN notturna poteva regalare. Dimenticatevi installazioni automatiche, prese smart e cavi nascosti nei muri: qui si passa per davvero dietro ai tavoli, si tirano fili come serpenti impazziti, si controlla ogni alimentazione. È tutto volutamente macchinoso, volutamente manuale. Ed è proprio questo il bello. Anche quando far passare un cavo diventa scomodo, anche quando ci si incastra per sistemare una ciabatta elettrica, il gioco continua a divertire. E no, non è nostalgia cieca: è un omaggio consapevole a un’epoca in cui fare una partita in compagnia era un’impresa tecnica, non una scelta di menu.

La LAN come rito di passaggio
La campagna promette bene, e già nel primo capitolo si intravedono misteri da svelare, storie che non si limitano a raccontare un’installazione di computer, ma che giocano con l’idea di un mondo dietro lo schermo. Non vogliamo anticiparvi nulla, ma fidatevi: c’è qualcosa che bolle sotto la superficie, e non è solo il surriscaldamento delle CPU. E tra una missione e l’altra, occhio agli easter egg: ce ne sono già diversi, ben nascosti tra scaffali, PC modificati e poster, e siamo certi che nel gioco completo ce ne saranno a bizzeffe. Chi ha vissuto quegli anni riconoscerà ogni riferimento (anche quelli camuffati con ironia), e chi non c’era potrà scoprirli col sorriso sulle labbra.
Nella modalità sandbox ci siamo divertiti a montare una piccola LAN casalinga scegliendo scrivanie, sedie e configurazioni, fino a creare quattro postazioni pronte a lanciare il torneo della vita. È una modalità più libera, dove si gioca anche con l’arredamento, e nonostante lo spazio ristretto, ci ha permesso di immaginare (e vivere) la nostra piccola sala giochi domestica. E anche lì, nessuna scorciatoia: ogni cavo va collegato, ogni periferica ha bisogno del suo slot, ogni presa va pianificata. E se qualcosa non funziona… be’, preparatevi a scavare tra i fili, perché l’errore è vostro.

Un’avventura (in)credibilmente concreta
Lan Party Adventures non è un gioco che ti accompagna per mano: ti mette un case davanti, ti lascia con una ciabatta da sistemare e ti dice “buona fortuna”. Ma è proprio qui che brilla. È una celebrazione dell’artigianalità, della passione nerd prima dell’online, di quel momento in cui connettere due PC in rete era già un traguardo. Ogni dettaglio, dalla posizione dei router ai suoni ambientali, sembra gridare: “ti ricordi quando lo facevamo davvero?”. E la risposta, almeno per noi, è un sorriso largo così.
E allora la domanda sorge spontanea: siete pronti a rimettere le mani tra cavi, prese elettriche e case di vecchia scuola? Pronti a scoprire cosa si cela dietro la storia del gioco, tra misteri e ricordi di pixel? Non vi resta che preparare la vostra postazione… e magari tenere a portata di mano una ciabatta multipla. Non si sa mai.