Il creatore di Painkiller stronca il reboot cooperativo: «Non condivido nulla di ciò che hanno fatto»

Il creatore originale di Painkiller, Adrian Chmielarz, esprime il suo disappunto per il reboot cooperativo del gioco, affermando di non essere d'accordo con nessuna delle scelte fatte.

Simone Lelli
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Simone Lelli
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri...
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Una doccia fredda per il reboot cooperativo di Painkiller: Adrian Chmielarz, il creatore del franchise originale, non ha nascosto il suo disappunto per la nuova versione del gioco sviluppata da Anshar Studios. Chmielarz, in un’intervista rilasciata a PCGamesN, ha dichiarato di aver provato la beta del reboot e di essere rimasto profondamente deluso: «Non condivido nulla di ciò che hanno fatto», ha affermato.

Il reboot di Painkiller, uscito quest’anno, ha subito notevoli modifiche rispetto alla formula originale. People Can Fly aveva creato un gioco sparatutto in prima persona incentrato sull’esperienza single player, mentre Anshar Studios ha optato per una versione cooperativa in stile Left 4 Dead, con elementi di movimento ispirati a Doom Eternal. La combinazione, tuttavia, non ha convinto tutti, ricevendo recensioni contrastanti su Steam, con una valutazione media di «Mista» basata su circa 600 recensioni.

Chmielarz ha espresso il suo parere in modo molto diretto: pur riconoscendo le capacità di Anshar Studios, definisce il nuovo Painkiller uno «Skinwalker», ovvero qualcosa che ha solo il nome di Painkiller, ma che in realtà non ha nulla a che vedere con il gioco originale. Pur ammettendo che entrambi i giochi sono sparatutto in prima persona e condividono il tema della lotta contro orde di demoni nell’aldilà, e che l’arsenale è ripreso dal gioco del 2004, Chmielarz critica profondamente la struttura del nuovo Painkiller.

«Non capirò mai perché prendere un IP e poi stravolgerlo completamente. Qual è il punto?», si chiede Chmielarz. «Prendi un IP perché credi che abbia qualcosa di speciale, ma poi non c’è traccia del DNA di quell’IP nel tuo gioco. È una cosa strana per me». Un altro aspetto criticato da Chmielarz è il tono del gioco. Secondo lui, metà del fascino di Painkiller risiedeva nell’atmosfera seria e cupa, mentre il reboot sembra orientato verso un’esperienza più leggera e piena di battute e esplosioni.

Il futuro di Witchfire e il ricordo di Painkiller

Chmielarz ha fatto un paragone con Prey, il successore di System Shock sviluppato da Arkane, suggerendo che il nome Painkiller potrebbe aver danneggiato le vendite del reboot. «Se lo avessero chiamato in un altro modo, avrebbero venduto più copie e le reazioni sarebbero state più positive», ha affermato. Chmielarz ha ormai lasciato alle spalle il franchise di Painkiller, anche se elementi del suo design sono presenti in molti dei suoi giochi successivi. Il suo progetto attuale è Witchfire, uno «sparatutto RPG» in sviluppo da tempo, uscito in accesso anticipato su Steam lo scorso anno. L’ultimo aggiornamento di Witchfire, The Reckoning, è stato rilasciato di recente, ma ha richiesto un intervento correttivo da parte degli sviluppatori a causa di una nuova funzionalità che sbilanciava eccessivamente l’esperienza di gioco.

Il Painkiller originale, uscito nel 2004, si distinse per la sua azione frenetica e brutale, un gameplay che richiamava gli sparatutto arena degli anni ’90 come Quake e Doom, ma con una veste grafica moderna e un’ambientazione oscura e suggestiva. Il gioco, sviluppato da People Can Fly, ottenne un buon successo di critica e pubblico, dando vita a diversi sequel e spin-off. Resta da vedere se il reboot cooperativo riuscirà a conquistare il cuore dei fan del franchise, nonostante le critiche del suo creatore originale.

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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.