Anthem offline, i giocatori aprono una petizione per salvare il gioco

Dopo l'annuncio della definitiva chiusura dei server da parte di Electronic Arts, ora la community si mobilita per tentare di salvare Anthem da quel triste destino.

Alessio Lucherini
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Alessio Lucherini
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Colui che ha zompato da una piattaforma all'altra e nel vero senso della parola, prima con Nintendo, poi Sony e infine anche Microsoft. Tra la scrittura...
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Nella scorsa settimana è stato annunciato che Anthem verrà messo definitivamente offline dal gennaio 2026, rendendo il titolo sviluppato da BioWare completamente ingiocabile. I fan hanno chiesto a EA di aggiungere almeno una modalità da giocare in singolo fuori dall’online, con un’opzione dei server P2P. Come facilmente prevedibile, purtroppo quelle voci della community sono finora state ignorate.

Per via di questo silenzio da parte di EA, alcuni fan hanno deciso di cambiare totalmente approccio. È stata infatti aperta una petizione chiamata “Save Anthem”, accumulando un totale di 652 firme verificate nel momento della pubblicazione di questa notizia.

Gli obiettivi della petizione “Save Anthem”

Fra i punti chiave per salvare il titolo di BioWare, la community vuole che EA rilasci i file del server, o i server dedicati binari, come DLC opzionale. Inoltre, vogliono che vengano rimosse ogni forma di microtransazione integrando tutti i contenuti nel pool di loot standard, rendendo tutti gli oggetti ottenibili semplicemente (e solamente) giocando.

Un’idea molto ambiziosa, ma senz’altro comprensibile da parte di giocatori e giocatrici affezionati ad Anthem, nonostante le numerose critiche ricevute al tempo (a proposito, recuperate qui la recensione del titolo di BioWare). Tuttavia, come hanno fatto notare alcune persone, petizioni come questa è improbabile che ottengano molte firme, il ché renderebbe difficile centrare l’obiettivo sperato.

Anthem

Se la petizione per salvare Anthem potrebbe apparire ingenua per alcuni, questa però riaprirebbe la parentesi sul movimento “Stop Killing Games”, una campagna volta a bloccare la decisione degli editori di “distruggere” i videogiochi acquistati da giocatori e giocatrici, perdendone il loro accesso.

Nel caso di Anthem la situazione apparirebbe più complessa, dato che i rimborsi non possono essere più distribuiti. “Stop Killing Games” vuole impedire che gli editori facciano questo, e mentre è improbabile che venga superato negli Stati Uniti, la spinta principale nell’Unione Europea potrebbe comportare un effetto a catena, come visto anni fa con la vicenda delle lootbox.

Staremo a vedere nei mesi a venire quali saranno i risvolti della petizione per salvare Anthem prima della chiusura definitiva del gioco.

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Colui che ha zompato da una piattaforma all'altra e nel vero senso della parola, prima con Nintendo, poi Sony e infine anche Microsoft. Tra la scrittura e i pensieri intrisi nell'animo salsero-bachatero, viaggia costantemente in cerca della saggezza, del potere e del coraggio... perché Hyrule è la sua casa preferita, un posto dove ha lasciato completamente se stesso!