Sono ormai trascorsi diversi mesi da quanto Riot Games svelò al pubblico i suoi progetti attualmente in ballo. Dai publishing di Riot Forge, a Legends of Runeterra, diversi titoli sono attualmente nel mirino della software house autrice di League of Legends. Fra quelli gestiti dallo studio principale spicca indubbiamente Valorant, conosciuto fino a poco tempo fa come il misterioso “Project A“. Si tratta di uno sparatutto tattico che tramanda moltissimo dalla formula brevettata da Counter Strike: Global Offensive, meglio conosciuto come CS:GO. Il titolo punta però a innovare il brand targato Valve, che inizia a sentire il peso degli anni su diversi fronti. Per cosa è stato quindi pensato Valorant, e come intende posizionarsi nel mercato? Scopriamolo insieme nelle prossime righe!
Nel limbo fra CS:GO e Overwatch
Come già detto, Valorant va ad accostare le sue meccaniche a quelle di CS:GO, forse lo sparatutto più competitivo al giorno d’oggi. Tutte le principali idee messe in campo da Valve vogliono essere svecchiate e riproposte nel 2020, con le ovvie e opportune innovazioni del caso. Non parliamo infatti di un vero e proprio copia e incolla, sia per quel che riguarda le nuove aggiunte, sia per il nuovo comparto grafico e tecnico creato da Riot Games. Il nuovo sparatutto tattico presenta infatti una vena futuristica, oltre che un’ambientazione estremamente più moderna, curata e gradevole.
A popolare le arene non troviamo degli anonimi soldati e terroristi, ma dei veri e propri personaggi con le proprie peculiarità. Ecco dove emerge l’ispirazione a Overwatch, visto che questi proporranno nella loro lineup delle particolari abilità e classi, che non sembrano all’apparenza essenziali se paragonate al sistema di shooting, il quale dovrebbe essere decisamente più rilevante. Stiamo infatti parlando di uno sparatutto dove la tattica è semplicemente tutto, e il time to kill si attesta sui millesimi di secondo nelle partite più competitive. Inoltre, Riot Games sta attualmente spingendo molto sull’accuratezza posta nelle fasi di sviluppo, che porteranno a dei requisiti minimi su PC quasi ridicoli e a dei server avanzatissimi in grado di rendere gli scontri più competitivi rispetto ai giochi moderni.
Nonostante si tratti della fetta maggiore di mercato, non sembra che ci siano attualmente dei piani per un debutto su console. La potenza di calcolo offerta nell’attuale generazione è all’effettivo sufficiente, ma probabilmente il team non vuole per il momento avere a che fare con i controller – sicuramente meno performanti delle periferiche PC per giochi di questo tipo – se consideriamo l’ambito degli eSports. È facile intuire come Valorant punti al 100% al suddetto settore, anche se non è del tutto chiaro come faranno gli sviluppatori a portare avanti i propri obiettivi, vista questa specifica impostazione da gioco di nicchia.
La tattica del Free-to-Play
Approfondendo i dettagli relativi a Valorant, Riot Games ha voluto precisare che si tratta a tutti gli effetti di un titolo Free-to-Play, dove le microtransazioni saranno solamente utili per fattori estetici e non influenti nel gameplay. Il sistema di monetizzazione proposto sembra piuttosto interessante, dato che la software house vuole evitare in ogni modo la presenza di lootbox, almeno stando ai piani attuali. I cosmetici verranno proposti con dei Pass Battaglia, e sembra che per il momento questi si dividano solamente in skin per armi e spray. Tuttavia, è molto probabile che ulteriori elementi si aggiungano a questa lista, come ad esempio gli aspetti per i vari campioni presenti.
Oltre che sulla personalità di Valorant come esperienza a sé stante – attualmente non esattamente lusinghiera viste le premesse – i dubbi sorgono anche sul fronte del gameplay. Riuscirà Riot Games a rendere tutte le skill ben bilanciate e amalgamate al semplice gunplay, o si tratterà di un prodotto non soddisfacente sotto entrambi i fronti? La software house sta proponendo un titolo che prende a piene mani da due giochi rivoluzionari ed estremamente differenti fra loro, che condividono all’effettivo la dicitura “sparatutto” e poco altro. Per rendere il progetto profittevole, Riot Games dovrà convincere con la sua creatura una grande fascia dell’utenza – visto il sistema di monetizzazione scelto – mettendo da parte l’idea di puntare su una nicchia ristretta di giocatori. Potremo scoprire come la situazione si evolverà relativamente presto, in quanto la finestra di debutto per Valorant è fissata a quest’estate: vi aggiorneremo appena possibile su quest’interessante progetto!