I cambi in corso d’opera non sono sempre il male: se ci pensate bene, Uncharted: L’Eredità Perduta, dapprima un DLC dedicato alla storia di Chloe Frazer e Nadine Ross, divenuto poi un’avventura stand alone acquistabile separatamente al costo di 40 €, rischia non poco compiendo una mossa azzardata. D’altronde, perché dovrei acquistare a quel prezzo un gioco che sfrutta le stesse meccaniche, la stessa grafica e le stesse regole base di un gioco già giocato? Andiamo a vederne le motivazioni.
Un’avventura al femminile
Uncharted: L’Eredità Perduta stravolge un po’ i canoni della saga, incentrando tutta la trama su Chloe Frazer, personaggio comparso in Uncharted 2 e sempre un po’ sottovalutato: alla ricerca della zanna di Ganesh, la famosa ladra si alleerà con una mercenaria che oramai ha perso tutto (proprio a causa dei fratelli Drake, vedi Uncharted 4), ovvero Nadine Ross. Da nemica ad alleata, le due ragazze partiranno per un’avventura che porterà nelle ossa tutti i crismi delle peripezie di Nathan Drake, solo al femminile. Niente di strano, visto che Lara Croft ci aveva abituato bene, se non fosse che lo charme della ladra non riesce ad eguagliare quello dello scavezzacollo dal cognome piratesco, portando quindi un po’ di amaro in bocca ai fan della serie. Eppure, superato questo limite, il titolo inizia (soprattutto dopo la prima metà) a mostrare di che pasta è fatto.
Gameplay che vince non si cambia
Il gameplay del gioco copierà, pixel per pixel, tutte le dinamiche di Uncharted 4: eppure, vuoi per i feedback ricevuti dal capitolo primario, vuoi per un po’ di rischio calcolato inserito per superare qualche limite, alcune scene del gioco supereranno di gran lunga quelle dell’avventura dei fratelli Drake, portando con se nuove dinamiche, nuove scene d’azione, una sezione para-openworld davvero ben strutturata e degli inseguimenti talvolta molto più adrenalinici di Uncharted 4. Per il resto le sparatorie, il sistema di copertura, quello di esplorazione, il mitico lazo e il pungolo per scalare pareti torneranno come se non fosse passato un giorno da quel 10 maggio dell’anno scorso.
Un DLC non DLC
Sebbene il gioco si appropria, indebitamente, dell’acronimo DLC, Uncharted: L’Eredità Perduta è più uno spin-off, capace di tenere occupati i giocatori per circa 10 ore, un paio di più se vi metterete a cercare ogni tesoro e scattare ogni foto. A questo si aggiunge anche la modalità online, già presente in Uncharted 4, degli extra davvero divertenti per i fan e qualche livello di difficoltà da far strappar i capelli. Niente di eccezionale, ma per il prezzo con cui esce, forse è necessario ridefinire il concetto di DLC. Il gioco si lascia giocare fluidamente, senza intoppi e soprattutto tiene incollato al TV il giocatore, con una trama degna dei precedenti titoli: un nuovo tesoro, una sfortuna incommensurabile e tante pallottole torneranno a colorare la vostra televisione, sostituendo il protagonista ormai amato dai fan con un personaggio secondario comunque ben caratterizzato, con un suo passato che scoprirete nel gioco e che, sebbene ricalchi i soliti stereotipi del genere, rimarrà abbastanza interessante.
I rapporti interpersonali, spesso sottovalutati in questa saga, rimangono un punto focale del gioco, mostrando come l’onore tra i ladri sia cosa vera, ma anche come i nostri buoni eroi dal cuore d’oro sappiano cosa serve davvero fare nel momento del bisogno. E’ inutile ora soffermarsi sul comparto tecnico, identico (o al massimo leggermente migliore del quarto capitolo): menzione speciale va fatta all’HDR del gioco e al 4K, capace di rendere fotografie di paesaggi mozzafiato, un po’ una sorta di marchio di fabbrica della casa.