Tour de France 2020 è il titolo dedicato al mondo del ciclismo sviluppato da Cyanide Studio e pubblicato da NACON, rilasciato oggi 4 giugno 2020 su Xbox One, PC e PlayStation 4: proprio quest’ultima versione è stata quella provata per la stesura della nostra recensione. Se vi aspettate che il titolo sia all’altezza delle vostre aspettative, specialmente se siete appassionati di questo sport, ci spiace ma è molto probabile che verranno completamente deluse. Purtroppo Tour de France 2020 presenta una serie di criticità che lo rendono un titolo insufficiente, non solo per quanto riguarda la grafica, ma anche per l’aspetto tecnico e ludico del titolo.
In sella verso la vittoria
Tour de France 2020 propone quattro tipi di modalità: Gara Veloce, Sfida, Pro Leader e Pro Team. La prima è utile per coloro che vogliono semplicemente giocare un Tour, la seconda invece per mostrare a se stessi oppure agli amici quanto velocemente si riesca ad andare in discesa oppure in scatto, mentre le ultime due sono le modalità dedicate alla “carriera”; ovviamente Pro Leader è per quegli appassionati che desiderano entrare a far parte di un gruppo già esistente e vivere la vita da ciclista, tappa dopo tappa, mentre in Pro Team si crea un gruppo di ciclisti da zero e si dovranno vincere le varie tappe come una squadra. Qui già arrivano i primi problemi, in quanto alla fine di tutto, le due modalità sono pressoché identiche. In entrambe è possibile utilizzare un ciclista qualunque del team (nella modalità Pro Leader non c’è un vero e proprio focus sul personaggio che si andrà a creare) e non è presente alcun tipo di gestione economica per quanto riguarda il Pro Team.
La creazione del personaggio è insufficiente sotto tutti i punti di vista e non porta nemmeno allo sviluppo di un avatar unico, poiché purtroppo i modelli sono tutti uguali, anche nel caso di ciclisti realmente esistenti. Ma quindi cosa si può personalizzare? L’altezza, il peso, il colore della pelle, l’età (che va dai 18 anni ai 99, cosa divertente, se non fosse che il titolo vuole appartenere al genere simulativo), l’andamento della pedalata e qual è il nostro “tipo di ciclista”, cioè se andare meglio in montagna, collina, volata oppure se preferiamo essere versatili.
Per quanto riguarda il Pro Team, si avrà un certo budget con il quale si potranno scegliere sei ciclisti, così da creare il nostro dream team e conquistare ogni singolo premio disponibile. Allora la domanda potrebbe arrivare spontanea; se in una si parla di un singolo ciclista e nell’altra invece è disponibile una squadra di sei componenti, perché sostanzialmente sono uguali? La risposta è presto detta: nonostante in Pro Leader si crei un personaggio solo, non si è strettamente legati all’utilizzo, come già accennato. Per fare un paragone con un altro titolo a tema sportivo, ovvero FIFA, tutto è comunque in funzione del calciatore che si va a creare, quindi nel caso non si venga convocati, si sarà costretti a simulare la partita. Mentre in Tour de France noi potremmo anche scegliere di non selezionare mai il nostro avatar (che avrà sempre il modello standard), ed optare per un compagno di squadra più forte, riuscendo a vincere la gara più facilmente.
Ed a proposito delle competizioni: nonostante il titolo possa essere fuorviante, al suo interno non è presente solo il Tour de France, ma anche altri circuiti famosi, come il Liegi-Bastogne-Liegi, conosciuto per le sue temibili salite e per la sua lunghezza (266 chilometri), ma ovviamente la gara più prestigiosa sarà proprio quella in cui sarà possibile vincere la tanto ambita maglia gialla. Ciò che può risultare divertente e ludico, è sicuramente come partecipare alle varie competizioni, in quanto non saranno tutte sbloccate fin da subito, ma bisognerà guadagnarsele pedalata dopo pedalata. In poche parole, sarà necessario vincere determinate tappe per ottenere un certo quantitativo di punti, così da riuscire a qualificarsi al Tour successivo.
Gara di resistenza
Prima di iniziare a giocare è consigliato, specialmente se non si è mai toccato un titolo del genere, andare nel menù dei tutorial così da imparare ad andare in bici. I comandi sono semplici, il divertimento sta nel comprendere “quando-fare-cosa” e soprattutto: imparare a preservare le energie. Sì, alla fine il nucleo centrale, il core di Tour de France è la resistenza. Tant’è vero che ne sono presenti due tipi, che nell’HUD presente in basso a destra è possibile distinguere grazie ai colori: blu che non rappresenta altro che la stamina e il rosso che simboleggia invece lo scatto. Entrambe possono essere recuperate nello stesso modo, bevendo la bibita del colore giusto (selezionandola con triangolo) oppure utilizzando l’aerodinamicità in pendenza, così da smettere di pedalare per un po’. Il titolo consiglia di utilizzare questa tecnica (attivabile tenendo premuto L1 per il tempo in cui si vuole rimanere in quella posizione) quando la pendenza verso il basso è maggiore o uguale al 6%.
Rimanendo in tema, poco sopra l’HUD è presente la conformazione dell’intera mappa, la quale indica tutte le varie scalate e le discese, così da potersi fare una idea di quand’è il momento di spingere e quando invece trattenersi. Per non perdere tanta stamina bisognerà necessariamente proteggersi dal vento, e l’unico modo per farlo sarà utilizzare la scia di un altro ciclista, ma a volte questo arriverà forte e da una direzione diversa. Per quanto l’effetto visivo non sia bellissimo da vedere, è funzionale, poiché permette di capire facilmente da dove arrivi, così da poter agire di conseguenza.
Ogni ciclista ha un minimo tipo di pedalata diversa, c’è chi ne usa una lenta, chi una veloce e chi invece una standard. Una volta superato questo limite (presente nell’HUD), si inizierà a consumare la stamina (la barra blu), mentre la rossa si consuma tramite lo scatto, quindi, per utilizzare un termine tecnico, nel momento in cui si attacca o contrattacca. Questa sarà, per forza di cose, molto più piccola rispetto alla stamina “normale”, che verrà comunque consumata nel caso si voglia strafare. Ma in quel caso arriverà la punizione: il crollo, una situazione in cui è possibile sentire la fatica del ciclista, con lo schermo che inizierà a “battere” mentre il nostro alter-ego digitale non potrà più accelerare.
Una lode che si può fare al gioco di Cyanide Studio è proprio questa: riesce a far percepire al giocatore la pesantezza di salire una montagna e la leggerezza dello scendere senza nemmeno dover pedalare, immersività rovinata dalla sicurezza che si ha, in quanto nonostante i tentativi, pare non sia possibile cadere dalla bici. Come già detto, si farà parte di una squadra, che si stia giocando in Pro Team o Pro Leader, quindi sarà estremamente importante la comunicazione. Questo sarà possibile tramite il tasto O, una volta premuto il tempo si fermerà, così da dare al giocatore tutto il tempo che gli serve per prendere le decisioni più oculate. Dunque, si potrà cambiare membro, dare dei comandi specifici ad altri compagni della squadra (rallenta, aumenta il passo, attacca, ecc…), oppure semplicemente andare avanti con la gara, perdendo il controllo del giocatore, simulando la tappa o una parte di essa, osservandone sempre l’andamento così da poter intervenire se le cose si dovessero mettere male, seppur questo non sia possibile nel caso si decida di simulare, possibilità che quindi è altamente sconsigliata.
In ultimo, ma non meno importante, nelle tappe, spesso alcuni membri della squadra avranno degli obiettivi da raggiungere, come ad esempio:”Fai parte della fuga“, “Classificati in una certa posizione“, e così discorrendo, ma non servono a nulla se non ad una questione meramente personale. A meno che non si tratti del personaggio creato da noi, in quel caso raggiungere gli obiettivi prefissati aiuterà a migliorare le caratteristiche, che purtroppo in game non paiono valere molto. Gli sviluppatori avevano promesso una intelligenza artificiale molto più aggressiva, una competizione avvincente, e non si può affermare il contrario, ma solo in parte. L’IA sembra avere stamina infinita, alle volte, dunque irraggiungibile. E nel momento in cui si posiziona dietro di noi per proteggersi dal vento, pare riuscire ad imitare ogni singolo movimento del giocatore, rendendo il tutto irrealistico. Per quanto riguarda invece le Gare a Cronometro, queste sono delle competizioni in cui bisognerà sfrecciare quanto più velocemente possibile, cercando inoltre di essere davvero precisi nel seguire la traiettoria (la quale è presente in entrambe le modalità, ed è possibile disattivare), ma il nostro non sarà un compito facile, poiché bisognerà essere costantemente in posizione GC, la quale però rende la bici incredibilmente difficile da controllare, quindi in questo caso sarà anche una prova d’abilità, oltre che di resistenza.
Tecnicamente… mediocre
Purtroppo Tour de France 2020 non riesce a colpire nel segno dal punto di vista grafico. Ci sono una serie di difetti e scelte opinabili che lo fanno quasi sembrare un titolo della scorsa generazione, o peggio. Nonostante la presenza di fotografie di ciclisti realmente esistenti, i modelli sono tutti uguali, e ci sono dei momenti in cui la cosa dà davvero fastidio, come all’inizio della gara, dove la telecamera si muove verso destra mostrando i ciclisti in prima linea e alla fine della stessa – nello specifico nel momento in cui vengono dati i premi ai vincitori – rendendo palese come sia praticamente impossibile distinguere i vari atleti, differenziati solo dal nome.
Gli sviluppatori non hanno avuto cura nemmeno delle varie ambientazioni, tutte molto simili tra loro (specialmente nelle gare minori), e capaci di venire velocemente a noia. Il pubblico è animato, parla in lingua madre (e non solo francese, ma anche italiano e tedesco) e proverà anche ad entrare in pista, riuscendoci, l’unico problema è che nel momento in cui metteranno piede sull’asfalto, si noterà il loro fluttuare, se pur di poco. Inoltre, l’animazione di camminata sembra essere uscita da un titolo appena rilasciato in accesso anticipato su Steam. Insomma, tutto appare alquanto abbozzato.
Inoltre la produzione presenta dei problemi per quanto riguarda i salvataggi, in quanto durante la tappa, quando si arriverà alla fine di una “sezione”, andrà ad attivarsi il salvataggio automatico, evento che però porterà il gioco a freezarsi per un attimo, giusto il tempo necessario per perdere il controllo della bici, andando quindi a schiantarsi contro i muri invisibili che si trovano sia a destra che a sinistra della strada, necessari per evitare che il giocatore potesse volare oltre il tracciato ma al contempo assai pericolosi in quanto in varie occasioni potremmo incagliarcisi addosso. con la hitbox del ginocchio del ciclista che andrà a scontrarsi con quella del muro. Qualcosa che nemmeno il buono e caro Toca 2 per PlayStation One permetteva.
La grande feature aggiunta quest’anno, la visuale in prima persona, è terribile. Nel momento in cui si attiva (premendo R3), si iniziano a notare tutti i difetti grafici: l’erba in due dimensioni, lo sky-box fisso e dipinto di varie gradazioni di blu con le nuvole che sembrano essere state incollate su un cartoncino, quasi a ricordare la luna del Sogno del Cacciatore di Bloodborne, e quando si guarderà ai lati, il tempo rallenterà senza una buona ragione, rendendo dunque più lento il ritmo di gioco, anche se per qualche attimo. Quantomeno, la musica che accompagnerà il giocatore tra i menù è davvero godibile, così come i vari effetti sonori in-game che rendono ancora più immersivo Tour de France 2020.
Ma quindi ne vale la pena?
Purtroppo, ci ritroviamo costretti a dire di no. Il prezzo di Tour de France 2020 è troppo alto per il contenuto di basso livello che propone. Ovviamente da una parte è giusto che sia alto, in quanto gli sviluppatori hanno cercato la nicchia della nicchia: appassionati di ciclismo al punto da comprarne un videogioco dedicato, ma ciò non giustifica la scarsa qualità del titolo. Dunque, l’esperienza è completamente bocciata, non è possibile dare la sufficienza ad un titolo che certamente ci mette nei panni di un ciclista, facendoci immergere nelle difficoltà della gestione della fatica e la leggerezza delle volate, ma lanciandoci nel mentre in un’esperienza che grida alla mediocrità in ogni suo aspetto. È stato un “compitino” portato malamente a termine.