TMNT: Splintered Fate è un gioco dedicato alle amate Tartarughe Ninja, un beat ‘em up che prende ispirazione da tantissimi giochi anni ‘90, ma prende qualcosa anche da Hades, dato che si colora anche del genere roguelike. Riuscirà ad avere una sua personale identità nonostante le piccole contaminazioni? Scopriamolo insieme con questa nuova recensione.
Qual è il destino del Maestro Splinter?
TMNT: Splintered Fate ha una trama abbastanza semplice, ma non per questo di poco conto. Infatti nelle prime battute del gioco veniamo a sapere che il Maestro Splinter è stato rapito da Shredder, che ci sconfiggerà durante il tutorial del beat ‘em up. Per questo motivo tutte e quattro le Tartarughe Ninja decidono di unire le forze per provare a liberare il proprio Sensei dalle grinfie del villain.
Un roguelike a tema Tartarughe Ninja
Come detto in apertura, TMNT: Splintered Fate è un beat ‘em up roguelike, un titolo che può risultare complesso, soprattutto nel caso in cui non abbiate mai giocato titoli come Hades o Dead Cells. La struttura del gameplay è abbastanza semplice: ogni elemento delle stanze, e le stanze stesse, sono randomici. È possibile giocare il titolo sia da soli, sia in compagnia, e se alcuni dei vostri amici sono appassionati delle Tartarughe Ninja, è probabile che voi abbiate trovato il gioco perfetto per passarci insieme un sacco di ore.
Come detto, ogni singola Tartaruga ha un set di abilità diverso che va a rappresentare una certa build e un certo stile di gioco. Il tutto viene spiegato nell’HUB di gioco – la casa delle TMNT – dove potrete scegliere con calma qual è la Tartaruga più adatta al vostro modo di approcciarvi a un beat ‘em up. Per esempio, all’inizio del gioco gli sviluppatori vi faranno usare Leonardo, che è sicuramente quello migliore se volete un ottimo bilanciamento tra attacco e difesa, se invece preferite menare le mani come noi, allora vi consigliamo di usare Raffaello. I set sono molto diversi, anche perché, come sicuramente saprete, i quattro usano armi diverse. Queste ultime vanno a rappresentare anche un po’ la personalità dei personaggi. Inoltre, giocare in compagnia rende tutto molto più caotico a livello visivo, ma è estremamente soddisfacente andare avanti piano dopo piano insieme ad altri.
Una delle cose che TMNT: Splintered Fate fa meglio, è intrattenere. Vista la natura roguelike e il fatto di poter usare personaggi diversi, ogni partita è completamente diversa dalle altre, il che aumenta a dismisura la longevità del titolo. Non solo, a essere randomiche non sono solo le stanze, ma anche i potenziamenti delle varie abilità. Quindi durante l’avventura dovranno essere prese delle decisioni che andranno a plasmare la “build” della Tartaruga scelta.
Tutto questo potrebbe sembrare molto complesso, ma se avete dimestichezza col genere non avrete nessuno tipo di problema, dato che in generale il livello di difficoltà del beat ‘em up non è così elevato. Possiamo quasi definirlo un Hades molto più leggero. Il problema più grosso di TMNT: Splintered Fate però è l’assenza di idee che lo rendano davvero unico, visto che quasi tutte le meccaniche di gameplay arrivano da altri giochi simili, fatta esclusione per l’implementazione della coop fino a un massimo di 4 giocatori.
Non solo, uno dei problemi più grandi è il caos grafico: soprattutto quando lo si gioca in portabilità su Switch, TMNT: Splintered Fate è davvero difficile da seguire perché avvengono tante cose contemporaneamente che vanno a rovinare l’esperienza, visto che diventa frustrante subire danno, o peggio, solo perché lo schermo è “sporcato” dai tantissimi effetti grafici (e mettiamoci che con uno schermo ancor più piccolo come quello della Switch Lite, è anche peggio). Cosa che, per esempio, non accade con Hades. Molto probabilmente questo problema è da imputare a una scelta fatta dagli sviluppatori che riguarda lo stile grafico.
Nebbia
Appena avviato il gioco offre un bellissimo colpo d’occhio, soprattutto nel menu principale. Cosa che riesce anche a trasmettere un certo hype per iniziare l’avventura. Il problema arriva quando lo si fa: la prima cosa che si nota quando si prende in mano il controller – o il joycon – è il fatto che c’è una specie di patina sullo schermo. Come se i tetti della città fossero immersi nella nebbia. Questo, unito al fatto che il tutto su uno schermo piccolo è difficile da seguire, va a rovinare quello che poteva essere un bellissimo colpo d’occhio anche in game. I modelli sono bellissimi, i disegni durante i dialoghi anche. Le voci sono perfette e la musica riesce ad accompagnare bene l’azione. Quindi è un peccato avere sempre questa patina d’avanti che non permette di godere dell’avventura al 100%.
Vi starete chiedendo se quindi vale la pena comprare TMNT: Splintered Fate. Beh, la nostra risposta è sì, se desiderate avere un gioco roguelike a tema Tartarughe Ninja, magari da giocare in compagnia di qualcuno appassionato quanto voi. L’unico consiglio che ci sentiamo di darvi è: non giocatelo in portabilità.