Esattamente due anni e mezzo fa, durante il Marzo del 2014, ci apprestavamo a recensire Titanfall, videogioco esclusiva Xbox One e PC realizzato dagli ex Infinity Ward (creatori di alcuni degli episodi di Call of Duty): dopo anni di titoli FPS dalla componente prettamente online ed accompagnati da una storia single player messa giusto come contorno, ci trovavamo davanti un FPS più simile ai vecchi Arena, che grazie al suo essere frenetico, si differenziava dalla massa. Lo stesso Titanfall, grazie al suo successo, ha dettato la nuova “moda” negli FPS dell’ambientazione futuristica (che naturalmente i competitor non hanno sfruttato a dovere, creando una sorta di ristagno). Quest’anno però, è l’anno della svolta: Battlefield 1 si è concentrato sulla prima guerra mondiale, Call of Duty con la sua offerta ha creato un’esperienza sia per i vecchi nostalgici, sia per i neofiti. E Titanfall 2? Sarà riuscito a superare il famoso ostacolo del secondo episodio? Scopriamolo!Titanfall 2 si presenta sul mercato in modo molto differente dal primo capitolo: prima di tutto, stavolta il gioco è uscito anche su PlayStation 4 (oltre che Xbox One e PC), diventando completamente multipiattaforma. Inoltre, a differenza della prima iterazione, il pacchetto venduto nella versione base si presenta un po’ diversamente: stavolta sarà presente una campagna single player, la modalità multiplayer si mostra più ricca e variegata della precedente, e il tutto sarà accompagnato da DLC gratuiti nel corso dell’anno. Tutti vantaggi che vengono però messi in cattiva luce da un semplice errore di distribuzione da parte di Electronic Arts: far uscire sia Titanfall 2 che Battlefield 1 nello stesso periodo, addirittura a ridosso di Call of Duty Infinite Warfare, è una pazzia, giustificabile solo se si è convinti al 100% del prodotto. Forse lo saranno anche stati, ma i dati di vendita, per dire, sottolineano un vantaggio netto di Battlefield su Titanfall di circa 4 volte, il che non è davvero un’ottima notizia. Ma chiuso questo paragrafo dedicato esclusivamente alla parte puramente logistica, analizziamo bene questo secondo capitolo.Nel single player, grande new entry di Titanfall 2, ci troveremo a vestire i panni del neo pilota Jack Cooper che, dopo una serie di sfortunati eventi, farà la conoscenza di BT-7274, Titan che per tutta la breve ma intensa durata della modalità ci accompagnerà per fronteggiare i nemici di turno. Questo Titan, durante l’avventura, potrà utilizzare tutte le armi presenti nel gioco, scegliendo di volta in volta la tattica migliore: questo sarà molto utile durante gli scontri con i boss, ossia altri Titan che, specializzati in uno stile di combattimento, richiederanno una strategia per essere sconfitti. Sebbene la campagna duri poche ore, si vede subito come lo studio della stessa non sia stato fatto a caso, giusto come riempitivo: il dialogo uomo macchina, l’amicizia che si formerà tra i due personaggi, il doppiaggio sopraffino che ricorda molto un Optimus Prime alle prese con il compagno umano (che sarà doppiato dal mitico Maurizio Merluzzo), rendono la storyline avvincente e intrigante. Il game design inoltre, come una sorta di traghettatore, vi mostrerà le abilità del Pilota di Titanfall, ammiccando grazie a scenari e level design vari (sfruttando soprattutto la verticalità), al vecchio capitolo della serie.Entrando nel comparto multiplayer, si scopre l’anima vera di Titanfall 2: prendendo tutto ciò che nel primo capitolo funzionava, inserendo nuove armi, nuove feature e tante dinamiche aggiuntive, questo secondo capitolo mostra bene i muscoli, senza esagerare troppo. Ritroveremo le mappe quasi totalmente esenti da zone camper, con palazzi da scalare e una verticalità necessaria per vincere. Le armi anti-titan, stavolta, saranno soltanto delle armi secondarie, richiedendo quindi una scelta da parte del giocatore se focalizzarsi sui Piloti o su questi giganti robot. Nuovi oggetti come il rampino fanno la loro entrata, creando una differenza quindi tra le varie classi creabili all’interno del gioco, così da permettere di adattare al meglio lo stile di gioco. Se quindi le opportunità con i Piloti diventano virtualmente migliaia, anche con i Titan c’è un graduale aumento delle scelte: stavolta i Titan saranno 6, i tre classici del primo gioco, ovvero Ion (bilanciato), Scorch (tank) e Northstar (veloce), insieme a tre nuovi e fiammanti robot come Ronin (fucile e spada), Tone (missili a ricerca e fucile a colpo singolo) e Legion (gatling e corpo a corpo).In termini pratici, il gioco mostra una velocità fuori dal comune: se avete già esperienza di questo tipo di gameplay con il precedente capitolo, dopo 10 minuti riprenderete velocemente la mano, come se i due anni non fossero passati per nulla. Il sistema rimane sempre “easy to learn, hard to master”, in quanto i comandi rimarranno sempre pochi, ma con questi pochi sarà possibile effettuare movimenti sovrumani. Molte armi, prima non bilanciate, sono state modificate, ad esempio la Pistola Smart, arma molto potente in grado di prendere i bersagli automaticamente, è diventata un’abilità speciale che funzionerà, insieme alle altre, un po’ come i classici perk. Le modalità, maggiori in confronto a prima, offrono un’esperienza di gioco variegata che purtroppo, in Titanfall, dopo un po’ iniziava a diventare monotona. Graficamente parlando, come nel precedente, non ci sono texture brillanti, ma poligoni molto bassi e approssimativi, mentre il sonoro spicca, come sempre, di originalità e completezza.Il problema, come già detto in precedenza, rimane prettamente la tempistica di rilascio: se questo gioco fosse uscito in un momento meno carico di titoli tripla A, a quest’ora sarebbe sulla lingua di tutti. Invece, vista la presenza di due colossi come Battlefield 1 (che ricordiamo, è sempre di Electronic Arts, per questo la scelta risulta abbastanza strana) e Call of Duty Infinite Warfare, purtroppo in termini di vendita non sta riscuotendo questo grande successo. Inoltre, la politica strana di adottare DLC gratuiti per le armi, con il dubbio che invece i Titan siano a pagamento, sta mandando in confusione i giocatori che, posti davanti ad una scelta, trovano migliore il già rodato.
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.