Siamo stati davvero molto incuriositi da Tin Hearts fin dal suo primo annuncio, una dimostrazione che prometteva non solo enigmi basilari, ma anche una crescita costante della difficoltà e delle meccaniche durante la storia, e il tutto all’interno di una narrazione molto marcata e toccante. Abbiamo avuto solo un’assaggio di tutto ciò durante la Gamescom 2022 di Colonia dello scorso nell’angolo dedicatoci da Wired Productions, ma già dalla demo che provammo la nostra fiducia non ha fatto che crescere. Ora che abbiamo finalmente avuto modo di testare con mano il prodotto completo, siamo pronti a parlarvi dell’adorabile Tin Hearts nella nostra recensione.

Tin Hearts hub

Il giocattolaio migliore del paese!

Tin Hearts è come già detto un titolo molto particolare: questo infatti unisce un ricchissimo puzzle game in stile “Lemmings” (ma totalmente in 3D) ad una storia particolarmente toccante, che unisce fantasia, mistero, e tante emozioni diverse. Noi impersoneremo uno spirito, quello di Albert J. Butterworth, un giocattolaio, inventore e talentuosissimo artista, oltre ad essere un marito e un padre amorevole. Con esso, saremo capaci di impossessarci dei giocattoli che troveremo, in modo da condurre i soldatini di latta marcianti – altra sua creazione – verso il traguardo.

Tin Hearts gameplay

Durante il passare dei livelli, vivremo la storia di Albert e della sua famiglia in 4 atti, ognuno che ci proporrà un’ambientazione diversa, e con le meccaniche – e gli oggetti impossessabili – che aumenteranno man mano. Ovviamente il primo atto è quello che ci aiuterà a muovere i primi passi nel gioco, che faremo all’interno della soffitta di Albert, dove prenderemo confidenza con i nostri amici meccanici e non solo. Badate bene che, nonostante in questa prima fase il gioco possa sembrare molto semplice, le cose iniziano a farsi interessanti dal secondo atto in poi, quando gli ambienti saranno totalmente diversi, non si ricicleranno spesso, e soprattutto richiederanno una certa inventiva oltre alla logica per essere portati a termine.

tin hearts gameplay

Le ambientazioni, come le stanze della casa, il giardino, il sotterraneo, la cameretta della piccola Rose, sono estremamente curate e richiamano uno spiccato stile Vittoriano misto al fiabesco, e sarà a dir poco un piacere perdersi nei livelli di gioco mentre cerchiamo di risolvere i rompicapo.

L’ufficio di Albert sarà il nostro “quartier generale”, dove potremo tornare tra un livello e l’altro, scegliere un livello da rigiocare, controllare gli obiettivi raggiunti, e perché no, curiosare un po’.

Narrazione in un puzzle game?

La domanda sorge spontanea: come si fa ad aggiungere una storia raccontata in un puzzle game? Con degli intermezzi video? Con qualcuno che racconta a voce mentre giocate? Con dei personaggi che sono all’interno della stanza mentre voi risolvete gli enigmi? Esplorando i posti guidando voi stessi il personaggio da una stanza all’altra? In realtà, sono tutti questi messi insieme.

tin hearts gameplay

Una delle scelte più ispirate e di certo più riuscite di Tin Hearts sta proprio nel modo in cui le vicende della famiglia ci vengono raccontate, con tutti questi metodi incastrati a dovere all’interno del gameplay, e che aiuteranno molto il giocatore ad empatizzare con i sentimenti e le sensazioni dei personaggi, da Albert, alla piccola Rose, fino alla moglie Helen.

Procedendo spediti, si può notare come la trama, così particolarmente personale, venga in un certo senso mascherata, con l’amabile ambientazione e il gameplay che addolciscono la pillola anche nei momenti più tristi.

Non entreremo troppo nel merito della trama, perché come ormai è chiaro, questa è parte integrante e indissolubile di Tin Hearts, quindi vi invitiamo a scoprirla da soli giocando al titolo, che merita decisamente.

tin hearts gameplay

In marcia!

Arrivando alla parte più succose di Tin Hearts, ovvero il gameplay, ci sentiamo di dire che ci troviamo di fronte ad uno degli esponenti del suo genere più piacevoli e curati in assoluto. Non parliamo solamente della complessità degli enigmi, ma anche della costruzione di essi, delle meccaniche intrinseche che dovremo sfruttare a nostro vantaggio e ripescare ogni tanto dal cilindro, fino ad arrivare alla già lodata cura per gli ambienti (che in game, sembreranno delle vere e proprie cartoline).

Di quali meccaniche parliamo? Beh, partendo dal fatto che le stanze saranno completamente in 3D, e il nostro personaggio si muoverà all’interno di esse, possiamo dire che dall’inizio alla fine del gioco nulla sarà scontato, e allo stesso tempo nulla sarà irraggiungibile. Partendo dal semplice spostare e ruotare blocchetti triangolari, arriveremo ad utilizzare le sempre più complesse invenzioni di Albert, che sfrutteremo a nostro vantaggio e che in più di un’occasione ci faranno sorridere.

tin hearts gameplay

Non dimentichiamo però che siamo al comando di uno spirito, ed ecco che dalla nostra (per fortuna) arrivano anche la possibilità di manovrare il tempo, oppure di mettere in pausa e “prevedere” il percorso che faranno i nostri soldatini preventivamente, e modificare/adattare il percorso di conseguenza. Alcune trovate saranno veramente geniali, come anche alcune piccole chicche niente male (ad un certo punto potrete anche iniziare a comandare uno dei vostri soldatini in terza persona – chiaramente con uno scopo preciso – mentre gli altri continuano a marciare).

Eureka!

Dal punto di vista tecnico possiamo tranquillamente promuovere Tin Hearts nella versione da noi testata, ovvero quella su PC, soprattutto elogiando in particolar modo l’adattamento dei parecchi comandi sia su tastiera, sia su controller. Certo, non stiamo dicendo che sarà una passeggiata di salute, ma data la gran quantità di comandi da imparare e da gestire, la mappatura dei tasti in entrambi i casi è risultata gradevole.

tin hearts gameplay

Dal punto di vista grafico non abbiamo assistito a problemi assurdi, anzi, come abbiamo detto più volte a livello visivo Tin Hearts è un gioiellino… tranne che per i modelli poligonali dei personaggi umani, che beh, lasciano molto a desiderare. Inoltre, in un paio di casi, mentre eravamo con il tempo freezato, abbiamo assistito a dei cali di frame rate estremi (circa 10 fps di media), che poi ritornava stabile appena facevamo ripartire i soldatini.

Finiamo con il dire che Tin Hearts gode di un comparto audio di livello, dove il buon doppiaggio deve comunque inchinarsi ad una direzione musicale a dir poco perfetta, che si sposa splendidamente con ciò che vediamo a schermo, come se audio e video fossero una cosa sola.

product-image

Tin Hearts

8.5

Tin Hearts è un puzzle game totalmente in 3D in stile Lemmings, che vi farà spremere le meningi e scaldare il cuore, nonché ad ora uno dei migliori esponenti per il suo genere d'appartenenza. Una trama toccante, a volte cupa, con i giocosi piccoli amici a fare da maschera e ad addolcire la pillola, creando un contrasto che ha del magico. La cura delle ambientazioni e degli enigmi è lodevole, come anche quella per la musica e il doppiaggio. Peccato per un paio di sbavature tecniche, anche se di poco conto.

PRO
  • Un'atmosfera magica e fantastica
  • Una trama che spinge all'empatia
  • Uno dei migliori gameplay del suo genere
CONTRO
  • Un paio di cali di frame rate troppo vistosi
  • Modelli poligonali umani poco curati, in contrasto col resto
Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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