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This War of Mine – Recensione

La guerra, in qualsiasi forma la si metti, resta comunque una delle tematiche più utilizzate per i videogiochi, soprattutto negli ultimi anni e This War of Mine segue questi eventi. Lo schema è sempre lo stesso: supremazia territoriale militare, si combatte per un bene superiore e si spara ai nemici. Certamente è un mix vincente, con una meccanica di gioco ed una narrazione ben delineata che permette alle case di poter vendere sul mercato. Impersonare il classico soldato ormai è quasi abitudine ma nessuno si è mai posto il quesito “ma come vivono la guerra i civili?“.

La grande maggioranza non prende mai in considerazione questo punto di vista e lo studio polacco 11 Bit Studios ha pensato bene di narrare questi eventi nel nuovo titolo This War of Mine e concentrarsi esclusivamente sulla visione civile del conflitto.

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Sopravvivere, l’imperativo assoluto!

Fin da quando è stato annunciato, era chiaro a tutti la tematica di questo gioco ma la grande sorpresa è stata che non si tratta di un gioco fatto per sparare, ma un vero e proprio titolo gestionale, con un’impostazione classica come già visto sui giochi per PC ma questa volta con un passo in avanti rispetto il solito. Lo scopo del gioco è quello di gestire un piccolo gruppo di sopravvissuti, in un’ambientazione dilaniata dal conflitto. La guerra servirà solo da background, senza mai scoprire delle motivazioni che hanno portato alla guerra ne dove ci troviamo con precisione.

All’inizio potremo controllare tre personaggi, dentro una casa diroccata ma senza dubbio meglio di restare fuori al freddo, coperti dalla pioggia e lontani dalle zone di scontro. Bisognerà cercare materie prime, cibo e oggetti utili per riscaldarsi e ripararsi dal freddo, gestendo così le giornate dei sopravvissuti. Il gameplay si basa sul ciclo giorno-notte, due fasi ben distinte e scandite da un tempo. All’interno del gioco dovremo essere bravi con la gestione delle risorse per evitare di consumare più di quanto produciamo, imparando a filtrare l’acqua piovana, cimentarsi nella creazione di erbe mediche, alcool e tabacco.

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La notte porta paura!

Tutto normale, il giorno saremo tranquillamente dediti alla creazione. La parte difficile arriva di notte. Una volta calato il sole, i nostri personaggi dovranno andare alla ricerca di cibo e oggetti da rubare, in varie missioni di esplorazione e recupero. Ognuno avrà delle mansioni specifiche in base anche alle proprie abilità: chi è bravo nella furtività sarà incaricato di andare in giro, altri faranno i turni di guardia a protezione dei mal intenzionati che proveranno a saccheggiarvi, altri invece (i più deboli) si riposeranno. E’ chiaro che in un periodo di guerra, la gente è disposta a tutto pur di sopravvivere, e come già detto subiremo molti attacchi da parte di sconosciuti, rendendo la vita nel gioco molto difficile. Più ci si avvicina alle zone di guerra, più il rischio di trovare uomini armati è alto e in questo modo da un gioco gestionale si passa ad uno di tipo stealth, cercando di tenere d’occhio gli indicatori ed evitare di fare il meno rumore possibile.

Se ci ritroveremo in uno scontro, il sistema di combattimento sarà minimale e avremo a disposizione solo l’arma che avremo nel nostro zaino. Le armi sono classiche, come un coltello costruito, piede di porco e più si va avanti nel gioco, troveremo armi vere e proprie come pistole e fucili, acquistabili anche con il baratto usando i nostro beni primari.

This War of Mine

Morire nel gioco sarà abbastanza facile, basta prendere una decisione sbagliata come tentare di saccheggiare al gruppo sbagliato, o infiltrarsi negli hotel abbandonati e ritrovarsi contro mercenari e soldati ben armati. Anche i vari parametri di vita possono portare la morte come il non nutrirsi, grazie ad un sistema ben simulato che tiene conto anche della stanchezza ed il morale. Non solo noi, ma anche il gruppo va tenuto sotto controllo. La grande idea dello studio polacco è stata quella di simulare per intero la vita di un uomo. In mancanza di cibo o altro, i coinquilini spesso si ritroveranno in momenti di tensione tra di loro. I personaggi che entreranno in depressione rischiano di non poter essere utilizzabili e per risollevarli bisognerà parlare con loro o procurargli una distrazione.

I luoghi da esplorare non sono molti ma quei pochi presentano grandi difficoltà ben realizzate che metteranno alla prova la nostra bravura. Spesso capiterà di dover prendere decisioni difficili che possono condizionare noi stessi, come magari sacrificare il più debole in un momento difficile pur di sopravvivere. La base del gioco non è la storia stessa ma la nostra mente. 11 Bit Studios ha voluto ricreare un mondo che possa colpire le nostre emozioni e sentirci coinvolti in pieno, la narrazione sarà d’effetto in proporzione alla nostra sensibilità, sempre pronta a farsi coinvolgere per farci capire come vivono coloro che sono in queste situazioni nella realtà.

A fare da contorno a questo titolo ci sarà un comparto grafico d’effetto che arricchisce l’atmosfera cupa grazie ad una vasta scala di tonalità di grigio che rispecchia la situazione. Piccoli cali di frame rate certo, ma se si guarda il titolo nella sua totalità è quasi irrilevante. Stesso discorso va fatto per il comparto sonoro, che riproduce molto bene i rumori circostanti anche se non è il massimo, ma comunque buono.

This War of Mine

7.6

This War of Mine si presenta in questo 2016 come una novità assoluta. Il modo migliore di osservare la guerra attraverso gli occhi di chi fa la fame, chi deve sopravvivere alla disperazione. Un ottimo gioco gestionale che farà provare in modo quasi realistico le scelte che verranno fatte e che spesso ci metterà davanti una dura prova. 11 bit studios ci mostra quindi come non è la guerra in sé a fare da storia principale, quanto la guerra dentro di noi che condiziona la nostra vita.

Andrea "AndrewDex" De Santis
Il giovane Andrea nasce con la passione dei videogiochi, ma sviluppata con la Play Station 2, grazie sopratutto alla madre che non faceva altro che giocare mentre era incinta di lui e si dilettava alla vecchia console Atari. Dal momento in cui prese per mano il joystick e provato Devil May Cry, la sua vita sociale terminò...fu l'inizio della fine!

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