Siete degli appassionati di caccia o vi piacciono gli sparattutto in prima persona tranquilli e senza troppa adrenalina? Allora scopriamo insieme se theHunter: Call of the Wild è il gioco fatto apposta per voi.
L’arte della caccia
I videogiochi cavalcano il loro grande successo del momento, permettendosi sempre più la pubblicazione di titoli simulativi, così da entrare in maniera più sinergica e profonda a contatto anche con le nostre passioni al di fuori delle nostre abitazioni. Ed è proprio per questo motivo che escono titoli che simulano la vita di una “capra” o come questo che ci porta all’interno del mondo della “Caccia“. Il mondo della Caccia è uno dei più controversi argomenti di attualità che possiamo incontrare, perché apprezzato da una cerchia ristretta di persona e odiato dalla stragrande maggioranza della popolazione. I ragazzi di Expansive Worlds però hanno deciso di prendere la parte sportiva di questa attività, cercando di offrire ai più amanti e non, un titolo che simuli e mostri tutte le difficoltà che un uomo può incontrare andando a “Caccia“. Questo è il terzo tentavo della società che è uscita inizialmente con theHunter e theHunter: Primal (ispirata più all’età preistorica), titoli che sono alla base della realizzazione del suo ultimo capitolo, che ci offre un puro intrattenimento digitale. In questo gioco i ragazzi di Expansive Worlds non hanno badato agli spazi, riproducendo ben 130 km quadrati di scenari perfettamente ricreati e delle volte incredibilmente incantevoli, divisi tra due riserve di caccia ben definite: Layton Lake e Hirschfelden. Lungo le nostre ricerche dobbiamo ammettere che ci siamo fermati più volte ad ammirare il panorama mozzafiato ricreato dagli sviluppatori, che riesce a farci immergere nel titolo passando delle volte anche sopra alle sue imperfezioni. In questo enorme scenario, che va dalle montagne alle foreste arrivando persino a delle zone paludose, potremo cacciare diversi tipi di animali come cervi, orsi, alci, coyote, bisonti e cinghiali. Se l’esperienza di gioco è in grado di coinvolgere pienamente il giocatore, il merito è dell’ultimo Apex di Avalanche Studios, una versione aggiornata del motore grafico che ha prodotto titoli come il bellissimo Just Cause 3 e che ha dato lustro a questo videogioco dotandolo anche di un interessante ciclo giorno-notte. Quest’ultimo influirà anche sull’atmosfera e sulla reazione del paesaggio e degli animali, che si comporteranno in maniera differente a seconda dell’orario.
Una lunghissima battuta
Inizieremo il gioco subito dopo aver creato il nostro avatar, operazione che non ci impegnerà molto tempo data la scarsità delle personalizzazioni. Finito il nostro setting inizieremo subito all’interno del campo di caccia. In poco tempo ci verranno spiegate le nostre dotazioni base, tra cui un piccolo dispositivo che ci permetterà di osservare la mappa in generale e tracciare gli spostamenti degli animali nelle diverse zone, ma solo dopo aver però trovato le loro impronte. Come ogni grande cacciatore anche noi in theHunter: Call of the Wild dovremo scovare le tracce delle nostre prede, interpretarle e seguirle senza farci scoprire. Questo ci sarà possibile grazie a un pannello informativo, dove troveremo le informazioni dell’animale oltre alle sue statistiche di movimento e di spostamento. Il pannello si rivelerà di vitale importanza perché ci permetterà di capire se l’animale ha accelerato avvertendo la nostra presenza, e consentendoci così di impostare le nostre strategia di caccia. Due indicatori su schermo ci permettono sempre di tenere costantemente sotto controllo i nostri livelli di visibilità e udibilità. Ovviamente per i puristi del genere, c’è la possibilità di disattivare tutti i suggerimenti del caso, così che l’esperienza di gioco diventi molto più immersiva rispetto a prima, costringendoci a stare attenti ai versi degli animali o a cercare le impronte da seguire. Una volta trovata la nostra preda dobbiamo avvicinarci quanto basta, imbracciare la nostra arma e sparare il colpo di grazia all’animale, che il più delle volte sarà ignaro della nostra presenza. Nel corso del gioco ci si potrà fermare in alcune zone di “riposo” sparse lungo la mappa, all’interno delle quali si concentreranno alcuni animali rari che potremo così collezionare. Se vi aspettate un gioco d’azione o ricco di movimento possiamo dirvi con certezza che avete sbagliato scelta, visto che gli sviluppatori hanno veramente cercato di simulare una battuta di caccia, caratterizzata da ritmi molto rilassanti (anche troppo) dove i giocatori potranno camminare spensierati nel tentativo di portare a casa un trofeo. Se non siete esperti di caccia, vi servirà imparare a capire quale postura dovrete utilizzare per far meno rumore nell’erba alta o tra gli arbusti, o se attirare alcune particolari prede lungo sentieri sterrati dove il rumore si disperde molto più facilmente. Anche il meteo è importante per cacciare, visto che con la pioggia gli animali saranno disorientati e sarà più facile per noi sopraffarli in maniera più diretta e meno furtiva, al contrario invece sarà fondamentale tenere sotto controllo il vento perché, una volta finiti sottovento, anche i rumori più soffusi e gli odori più impercettibili arriveranno alle nostre prede, costringendoci a cambiare strategia e ad adattarci sempre alle condizioni del tempo. Il momento topico del gameplay ovviamente è quando si imbraca l’arma per prendere la mira e, come ci si poteva aspettare, la sensibilità o la balistica delle armi sono molto più strutturate di un qualsiasi sparattutto. Una volta abbattuto il nostro obiettivo sarà finalmente possibile vedere quanto è valso il nostro sforzo in una schermata che vi elencherà tutti i dati più importanti: peso, difficoltà, qualità del pellame e le statistiche dell’inseguimento. Ovviamente più sarete veloci e meno colpi utilizzerete nel concludere la vostra battuta e più esperienza e denaro riuscirete ad ottenere. Tramite l’esperienza si potranno sbloccare diverse nuove abilità per il nostro avatar, mentre con i soldi guadagnati si potranno comprare nuove armi o potenziare quelle che già si possiedono tra fucili, pistole, shotgun e archi.
Cacciare in compagnia
Anche se stiamo parlando di un simulatore di caccia, theHunter: Call of the Wild offre una piccola modalità multiplayer. L’abbiamo chiamata “piccola” perché al momento con questa modalità i giocatori potranno incontrarsi, chattare tra loro e creare gruppi di cacciatori per alcune spedizioni. Non ci sono missioni o animali speciali da cacciare, ma è solamente un modo per allargare i confini del gioco ad altre persone che come noi vogliono magari prendere parte alla battuta di caccia. Ammiriamo certamente l’impegno dei ragazzi di Expansive Worlds, ma la modalità multiplayer ha anche diversi bug sia strutturali che non: vi basti pensare che solamente il creatore della partita riuscirà a guadagnare esperienza e tutti gli altri no.
Come è bello passeggiar!
Dopo il nostro lungo discorso avrete capito perfettamente a che tipo di gioco ci troviamo di fronte. theHunter: Call of the Wild è un titolo fatto da appassionati per gli appassionati di questa disciplina. Secondo il nostro modo di vedere le cose è molto difficile sviluppare un gioco così profondo e legato ad esperienze dirette, come la caccia. Azioni che dal vivo rendono la nostra battuta di caccia molto più attiva e interessante, trasformate in un videogioco possono non rendere come la realtà, anche se un appassionato potrebbe tranquillamente ritrovare stimoli e sensazioni reali. Possiamo dire però che il gameplay è al momento molto limitato e lento, il sistema di progressione non è semplice, per non parlare poi del limitato numero di animali da cacciare. Le uniche scosse al gioco vengono date dalle missioni dei guardiani delle riserve, che ci indicheranno specifici animali da cacciare in determinate condizioni. Le note positive restano dunque inchiodate su pochi aspetti come il design e le ambientazioni, anche perché diversi bug della versione PlayStation 4 rovinano la godibilità del titolo in generale.