Il lavoro di Steve Blackman, creatore dell’omonima serie ispirata ai fumetti di Gerard Way e Gabriel Ba, è sempre stato quello di trasporre le disavventure dei ragazzi della Umbrella Academy dal fumetto alla TV, cercando di prendere tutto quel materiale creato e al fine di riportarlo in vita in un media decisamente diverso. Se questo ha permesso alla prima stagione di essere quanto più fedele possibile alla controparte cartacea, con la seconda il lavoro è stato decisamente più ardito, in quanto di cose da cambiare ce ne sono state un bel po’. Forse è proprio questo che rende The Umbrella Academy 2 più fresco e interessante.
The Umbrella Academy 2 torna il 31 luglio su Netflix con una seconda stagione, che, in 10 episodi, racconta le vicende dei sette studenti dell’omonima accademia, ripartendo esattamente da dove si erano fermati alla fine della prima stagione. Finiti negli anni ’60, in un modo o nell’altro si sono portati dietro anche l’apocalisse, problema di non poco conto da risolvere in soli 10 giorni.
Squadra rodata
La prima cosa che salta all’occhio, subito dopo la visione delle 10 puntate che compongono la seconda stagione, riguarda le dinamiche del gruppo: la serie, spogliatasi di tutto il preambolo conoscitivo dovuto al non sapere chi sono i personaggi, risulta più agile e scaltra. Questa propone comunque una sorta di status quo alterato da riportare alla norma, ma tutto questo non avviene – come nella prima stagione – per tutte le 10 puntate, ma si ferma alle sole prime, dando spazio poi allo svolgimento della trama principale e delle sottotrame dei vari ragazzi. Soffermandoci proprio su queste ultime, la trama principale risulta come sempre molto incasinata (nel senso buono), giocando su viaggi temporali, su cause e conseguenze e su ciò che fa la commissione a riguardo, una sorta di agenzia che preserva la linea temporale. Le sottotrame dei singoli protagonisti sono altrettanto ben sviluppate, più semplici di certo ma utili quanto basta per renderli vivi, umani.
Uno degli errori che spesso serie di questo genere fanno, è quello di cadere negli stessi cliché stagione dopo stagione. Quando un personaggio cresce, spesso si lascia dietro dei vecchi modi di fare che magari lo rendevano interessante al pubblico, e per questo alcune volte gli sceneggiatori si occupano di far regredire queste peculiarità, lasciandoli in un limbo che li fa sembrare troppo artefatti: fortunatamente questo non succede in The Umbrella Academy 2. Certamente, ognuno di loro mostra il classico lato fuori dalle righe, talvolta amplificato per dare una sorta di impressione caricaturale, ma tutto questo è sempre ben circoscritto a singole caratteristiche, le quali danno veramente un senso di crescita che si sviluppa nel corso delle 10 puntate e che culmina con avvenimenti specifici delle ultime 2.
I viaggi nel tempo
C’è da dire che incasinare il tempo sembra essere una delle parti più divertenti dell’essere uno sceneggiatore: anche stavolta infatti i ragazzi si troveranno, a causa di Cinque, a dover risolvere un problema ben più grande di loro. Tutto questo ovviamente non sarà relegato soltanto all’anno in cui si trovano, ma addirittura a molte dinamiche legate ai loro personaggi, a qualcuno di già conosciuto e a tanti rapporti causa-conseguenza non troppo facili da dedurre ma abbastanza importanti da risolvere. In questa corsa contro il tempo i vari attori vestono i panni dei loro “eroi” in modo decisamente più accurato; nessuna delle loro interpretazioni spicca sull’altra, non tanto per una qualità inferiore ma perché il lavoro del team è corale, si tratta di un gruppo che funziona proprio grazie ai rapporti interpersonali. Tra i tanti, comunque, rimangono interessanti anche singolarmente Cinque, specialmente verso la fine della stagione, e Klaus, come sempre il personaggio più fuori di testa.
Non mancheranno ovviamente vecchie conoscenze, così come nuovi aguzzini pronti a mettere i bastoni tra le ruote ai ragazzi dell’accademia: questi, senza spoiler, sono stati una delle parti “nuove” più interessanti da scoprire, con delle gag davvero divertenti e una capacità di dare colore alle scene senza precedenti. A chiudere il pacchetto, forse per la forte componente pop della serie, The Umbrella Academy 2 torna con una colonna sonora fantastica, piena di pezzi interessanti e molto noti, incastrati in scene altrettanto ben costruite. Non mancheranno, infine, vere e proprie perle di genialità in alcuni momenti della serie, dove la scelta dell’inquadratura e la fotografia daranno un impatto decisamente unico alle scene.