The Suicide of Rachel Foster – Recensione, finalmente su Nintendo Switch

Ecco la recensione di The Suicide of Rachel Foster, titolo nato dagli sviluppatori italiani One O One e dal publisher Daedalic Entertainment.

Angela Pignatiello
Di Angela Pignatiello - Contributor Recensioni Lettura da 8 minuti
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The Suicide of Rachel Foster

Benvenuti nella recensione di The Suicide of Rachel Foster per Nintendo Switch. Sì, l’intrigante titolo story-driven sviluppato da One O One ed edito da Daedalic Entertainment è approdato sulla console ibrida della grande N. Questo gioco è davvero particolare, non solo per i temi trattati, ma anche per il modo in cui gli sviluppatori c’introducono a suddetti temi. Prima di addentrarci nella recensione ddel gioco, dobbiamo però necessariamente avvertirvi; alcune delle tematiche trattate in-game sono particolari e potrebbero urtare la vostra sensibilità, dato che ci saranno dei riferimenti a violenza su minori e al delicatissimo contesto del suicidio. Fatta questa doverosa premessa, decidete da voi se desiderate continuare la lettura.

Intenso, oscuro, sensibile

The Suicide of Rachel Foster è un titolo single player uscito in origine su PlayStation 4, Xbox One, PC il 19 febbraio 2019 e che avevamo già recensito precedentemente, ma il 31 ottobre di quest’anno è arrivato anche il suo porting su Nintendo Switch. La narrativa del gioco si basa su alcuni temi che sono davvero pesanti e oscuri. Infatti, alcuni elementi della storia sono gli abusi sessuali sui minori e, come è intuibile dal titolo, il suicidio, il tutto con un lavoro in termini di scrittura meritevole di nota. Ma di cosa parla questo gioco? Come si introduce al giocatore? Voi sarete Nicole, una giovane ragazza che ritorna nell’hotel che gestiva la sua famiglia: Timberland. La motivazione dietro questo ritorno è la vendita del posto, dopo la morte del padre.

Il rapporto tra Nicole e la sua famiglia è stato distrutto proprio dal padre, il quale ebbe un rapporto carnale con Rachel Foster – all’epoca sedicenne – nel pieno del suo matrimonio. Peggio ancora, la giovane ragazza commise infine l’estremo gesto suicidandosi, in quanto rimasta incinta del padre di Nicole. Dunque, la storia esplora tutte le conseguenze delle azioni del padre sulla piccola comunità del Montana e su Nicole stessa. Allo stesso tempo, però, la protagonista dovrà anche vedersela con un fantasma che si trova proprio nell’hotel.

L’unico altro protagonista della storia è Irving, un membro della Federal Emergency Management che vi aiuterà a sopravvivere alla “tempesta”. Ovviamente, proprio perché la storia narra del passato della famiglia di Nicole, ci saranno diversi ricordi che dovranno essere trovati e affrontati. Tutto questo è stato realizzato davvero bene dagli sviluppatori, che nonostante una componente tecnica decisamente “scarna” riesce a essere suggestivo e a raccontare bene la sua storia. Inoltre, tratta davvero con rispetto i pesantissimi temi che propone. Peccato solo per i dialoghi, spesso fuori contesto e caratterizzati da un’antipatia di fondo per la nostra protagonista la quale, nonostante la giovane età di Nicole e tutti le motivazioni che la spingono a non voler rimanere in quel posto simbolo di una frammentazione familiare, ha degli atteggiamenti decisamente esagerati nei confronti di quella che è a tutti gli effetti l’unica persona che sta cercando di aiutarla.

Piccoli problemi

Se la storia di The Suicide of Rachel Foster riesce a centrare il bersaglio, purtroppo la sua progressione non presenta la stessa solidità. Le varie scoperte narrative si palesano solo dopo aver progredito parecchio nell’avventura, il che potrebbe portare a una lenta perdita di mordente da parte del gioco, fino a etichettarlo come “noioso”; un problema che potrebbe farsi ancora più accentuato nel caso in cui non doveste essere abituati a titoli basati esclusivamente sull’esplorazione. Bisogna sempre guardarsi attorno e capire dove ci si trova tramite la mappa (che non indica nemmeno la vostra posizione, visto che dovrete capirlo), tutto questo per rendere il titolo realistico e immersivo. E se da una parte il gioco riesce alla perfezione nel suo intento, dall’altra è fin troppo lento nella progressione. L’avventura è posta in prima persona, e quando Nicole parlerà con Irving, spesso vi saranno delle piccole scelte di dialogo da prendere, così da poter meglio empatizzare con il personaggio e renderlo in qualche modo unico. Certo, non si tratta di un gioco di ruolo, dove ogni singola scelta avrà delle conseguenze, ma è un’aggiunta apprezzabile.

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The Suicide of Rachel Foster si prende il suo tempo; per correre dovrete tenere premuto l’analogico del JoyCon, quindi per la maggior parte del tempo camminerete per i corridoi stretti e claustrofobici dell’hotel, mischiati alle bellissime sale più ampie dell’albergo. È importante guardarsi attorno e cercare di interagire con tutto, così da poter capire meglio la trama intricata del gioco. Il gameplay appare quindi relativamente semplice, visto che la vera protagonista dell’avventura è la sceneggiatura. Sicuramente gradevole e, così come nella vita reale, saranno i dettagli a fare la differenza per rendere chiaro cosa serve per andare avanti.

Switch perde qualche colpo

Sappiamo che Nintendo Switch sta mostrando a più riprese alcune difficoltà da un punto di vista tecnico, questo a causa delle componenti interne che caratterizzano la console ibrida della Grande N. Infatti, anche in questo caso abbiamo assistito a un leggerissimo downgrade per quanto riguarda proprio questo aspetto di The Suicide of Rachel Foster. Lo stile grafico, infatti, è un mix tra realismo e cartoon. Se si è abituati alle console di nuova generazione, ciò potrebbe far storcere il naso, ma in realtà il lavoro generale appare comunque apprezzabile, riuscendo a sfruttare al meglio l’hardware Nintendo Switch. Inoltre, durante la nostra prova non abbiamo assistito a nessun tipo di bug o glitch. Per quanto concerne invece il lato musicale, la colonna sonora si compone di poche tracce ben realizzate che riescono a inserire il giocatore nel mood giusto per affrontare un’avventura che è decisamente pesante. Dal punto di vista degli effetti sonori, anche questi appaiono ben realizzati e ben equalizzati. Inoltre, sono presenti tanti piccoli dettagli che fanno capire quanto gli sviluppatori si siano impegnati nel rendere l’atmosfera del gioco il quanto più suggestiva possibile.

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Siamo arrivati alla parte finale della recensione di The Suicide of Rachel Foster dove rispondiamo alla domanda: vale la pena acquistarlo? La risposta è sì, ma solo se vi piacciono gli argomenti trattati. La storia è decisamente suggestiva e ben scritta, ma la lentezza nella progressione potrebbe far allontanare i giocatori che non sono interessati alla trama. È comunque un titolo che riesce davvero a colpire e dà anche alcuni spunti di riflessione. Un’esperienza davvero unica, tutto sommato.

The Suicide of Rachel Foster
8
Voto 8
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Contributor
Classe '97. Nata e cresciuta con la Metal Gear Solid saga, amo giocare a quasi tutto ciò che mi capita sotto mano. Analizzo tutto ciò che avviene all'interno del mercato videoludico e il suo core: i videogiochi.