The Lightbringer, protagonista di questa recensione, è un titolo di tipo platform 3D con enigmi, puzzle ed elementi di azione. Per le ambientazioni e la tipologia di gioco, a molti utenti ha ricordato alcuni capitoli della saga The Legend of Zelda. The Lightbringer è stato sviluppato da Rock Square Thunder e distribuito da Zordix Publishing, ed è disponibile dal 7 ottobre 2021 su Nintendo Switch e PC (Steam).
Un mondo invaso dall’oscurità
La trama che fa da cornice a The Lightbringer è semplice ma ben costruita e adatta alla tipologia di gioco. La fonte di energia che permette al mondo e alle creature che lo abitano di continuare a vivere nasce dai monoliti, antichi artefatti che sono stati a lungo sfruttati per la luce che emettono. Le civiltà si sono sviluppate nei loro dintorni e hanno goduto per molto tempo del potere benefico che li circonda. Purtroppo, i monoliti sono stati sfruttati troppo a lungo e nel modo sbagliato, e si sono esauriti.
Prosciugati completamente, in seguito a un uso spropositato della loro energia, i monoliti si sono spenti e il mondo di gioco è stato invaso dalle tenebre. Una melma nera e tossica ha iniziato a nascere laddove prima c’erano luce e prosperità e, da questo nuovo pericoloso, si sono originati i mostri che proliferano sulle spiagge, nei boschi e nelle radure. I nemici nati dalla melma sono simili a blob, e rappresentano la quasi totalità delle creature che si dovranno affrontare nel corso dell’avventura.
Il compito del giocatore è quello di guidare il protagonista alla sconfitta dell’oscurità, per riportare la luce e tornare a far brillare i monoliti. Un ordine di guerrieri chiamati Lightbringer (ossia “portatori di luce”, titolo che ha dato il nome al gioco trattato in questa recensione) ha infatti iniziato a combattere contro i mostri che spopolano nelle terre, e a raccogliere la poca luce ancora emessa per poter distruggere la melma nera. Tra questi valorosi guerrieri si trova la sorella del protagonista, scomparsa dopo aver intrapreso un’ennesima missione per far arretrare la corruzione e le tenebre che hanno avvolto il mondo. Purtroppo, ogni volta che si interfaccerà con il protagonista, la donna sarà chiamata semplicemente Sorella, in modo piuttosto spersonalizzante.
Questa valorosa guerriera darà spesso consigli ai giocatori durante i vari livelli, parlando in rima e guidandoli lungo il cammino. Nelle varie mappe di gioco saranno, inoltre, presenti alcune campane che, se colpite, risuoneranno e narreranno la storia che ha portato il mondo ad abbandonare la luce. Queste stringhe di dialogo saranno sotto la nomea di Lore, e risulteranno interessanti e utili per comprendere la storia che ha portato il mondo di gioco ad avere bisogno di un eroe, nei panni di un portatore di luce.
Trova la luce, combatti, salta e muori
Dopo i primi momenti di gioco, lo schema di The Lightbringer appare piuttosto semplice. Il compito dei giocatori è quello di raccogliere i cubetti di luce verde vicino ai monoliti, i cristalli rossi e le pozioni, che regalano un cuore di vita ciascuno. I cuori sono importanti perché vanno via come il pane. All’inizio del primo livello si comincia con 3 cuori, poi si manterranno quelli guadagnati durante l’avventura. Morire rimane, in ogni caso, estremamente semplice e, al termine di tutti i cuori a disposizione, il livello ripartirà da capo.
Ogni danno subito provocherà la perdita di un cuore intero. Essere toccati dai blob o calcolare male le proporzioni e compiere un salto troppo lungo o troppo breve, cadendo per esempio in acqua, saranno errori fatali. Il sistema dei salti è, inoltre, poco pratico e difficile da gestire. Il personaggio principale può effettuare un salto singolo o un doppio salto che, in base alla distanza in cui si preme il tasto due volte, può essere lungo oppure più corto. Sebbene la fotocamera possa essere ruotata per guardare gli scenari da ogni angolazione, le proporzioni non sono sempre facili da intuire.
Potrebbe capitare piuttosto spesso di saltare da una cassa di legno all’altra e, improvvisamente, prendere male le distanze e cadere in acqua. Oppure, rimanendo fermi troppo a lungo sulla cassa, il legno affonderà causando la perdita di un cuore. Come ogni platform 3D che si rispetti, anche in The Lightbringer (come forse avrete già intuito leggendo la recensione fino a qui) sono presenti diversi enigmi e puzzle da portare a termine per proseguire. Si tratta, però, di prove piuttosto semplici. Capire ciò che bisogna fare è semplice, e i dungeon non sono complicati, anche se la difficoltà aumenta con il procedere dei livelli.
Un particolare fuorviante del titolo è l’ambientazione. Sebbene il mondo sia devastato dall’oscurità, con i monoliti che producono melma nera e la luce che si è spenta in seguito a un utilizzo spregiudicato da parte degli uomini, i paesaggi sono luminosi, con prati verdi e acque cristalline. Guardando le mappe non si intuisce la forza oscura che si sta impossessando del mondo di gioco. Le ambientazioni non sono, pertanto, in linea con la trama e contribuiscono a rendere l’avventura poco credibile e surreale. Il senso del pericolo si avverte, anche se in minima parte, esclusivamente durante le battaglie contro i boss, nemici più forti che bisogna affrontare alla fine dei 5 livelli che compongono ogni capitolo.
Tranquillità in mezzo alla melma nera
Sebbene la trama di The Lightbringer preveda il decadimento di intere civiltà, non si incontra quasi nessuno nel corso dell’avventura. Le poche persone in cui si imbatte il giocatore sono intente a pescare, osservare i mostri dall’alto dei tetti delle loro casette oppure occuparsi delle loro faccende, senza essere impaurite per l’assenza di luce e l’avvento della melma nera. Il realismo, anche in questo caso, viene a mancare, sostituito da un senso di tranquillità che dovrebbe essere estraneo alla vicenda.
Le musiche cambiano tra i livelli, ma si tratta di composizioni semplici e non sempre adatte alla situazione. Non ci sono variazioni passando da un dungeon all’altro (come accade, per esempio, in The Legend of Zelda: Link’s Awakening), e la colonna sonora del menù risulta fastidiosa e ripetitiva. In presenza di nemici e battaglie contro i boss, invece, la musica si adatta alla situazione e abbandona il ritmo tranquillizzante del resto dell’avventura.
Il gioco è stato tradotto in italiano, ma alcuni passaggi presentano refusi e traduzioni poco fluide. Anche le frasi in rima della sorella del protagonista o dei racconti di lore risultano, a volte, poco curate. The Lightbringer è un titolo promettente, con una trama che ben si sposa alla tipologia di gioco, e un grande potenziale. Purtroppo, la poca cura nella traduzione, la frustrazione nel perdere cuori in modo semplice e nel calcolare male la distanza di salto, la scarsità dei nemici e l’ambientazione non in linea con la trama lo rendono un gioco non all’altezza delle aspettative.
Ricordiamo che, insieme a The Lightbringer, a ottobre 2021 sono usciti diversi titoli interessanti, che potete trovare nel nostro articolo dedicato.