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The Last of Us Parte 2 – Spiegazione del finale e teorie sul possibile sequel

L’esperienza di The Last of Us Parte 2 è qualcosa di fantastico, come evidenziato anche nella nostra recensione: riesce a lasciare un bagaglio emozionale talmente potente da far riflettere giorni e giorni prima di trovare un significato a ciò che si è visto. Proprio questa sua abilità rende tutto il gioco un’esperienza che non può essere descritta se non vissuta in prima persona. C’è però tanto da dire sul finale, su ciò che abbiamo visto in quegli ultimi momenti e cosa ci potrebbe riservare il futuro. Cercheremo di seguire un filo logico unico che collega ogni singolo punto delle scene che, magistralmente, Naughty Dog ha rivelato negli ultimi istanti dell’avventura.

Prima di proseguire con l’articolo, ci teniamo a ricordarvi che il testo contiene spoiler maggiori sulla trama di The Last of Us Parte 2, e che potrebbe quindi minare l’esperienza di chi non ha ancora concluso interamente la campagna del gioco. Vi consigliamo di non proseguire la lettura se non a gioco finito, così da non rovinarvi l’esperienza ed essere a conoscenza di ciò che parleremo.

The Last of Us Parte 2

I Flashback

Nel corso della lunga avventura vissuta, The Last of Us Parte 2 ci lancia molti flashback, spesso legati a due temi: il percorso che ha portato alla scoperta del segreto di Joel da parte di Ellie e la storia di Abby dalla morte del padre. Dell’antagonismo all’interno del gioco parleremo in separata sede, ma di certo questi momenti servono anche per distorcere e confondere il giocatore su chi sia davvero il cattivo della storia. Quello che però con Abby diventa motore di scoperta, con Ellie ci serve per capire davvero il suo percorso, cosa l’ha portata ad essere la ragazza che è oggi.

Una delle cose che risalta subito e che vediamo soprattutto nel finale riguarda proprio i flash che Ellie ha verso quella figura paterna di Joel: essi non sono semplici tranci di storia, ma vere e proprie porte verso i suoi sentimenti. Premesso che The Last of Us Parte 2 cerca di ricostruire un realismo nella psicologia dei personaggi tale da fargli fare cose che non sono sempre legate alla logica, se in un primo momento quindi questi tranci di storia passata ci aiutano a contestualizzare, piano piano diventano invece il sinonimo di vendetta: è infatti ricorrente l’immagine che vede la ragazza nella sua testa, di un Joel sanguinante e ormai finito, poco prima di morire per mano di Abby.

Eppure questi Flashback cambiano nel finale: mentre Ellie sta finalmente riuscendo nel suo intento di uccidere Abby, tutto cambia. Non c’è più un Joel ferito e sanguinante, ma vediamo un tranquillo Joel che sta su una sedia a suonare la sua amata chitarra. In quel momento il sentimento vendicativo di Ellie cambia, diventando un qualcosa che significa rassegnazione, ma anche accettazione di ciò che è successo e un rarissimo momento, soprattutto in quel mondo violento, di presa di coscienza.

L’ultimo flashback ci fa vedere una Ellie che, dopo essere scesa a patti con ciò che ha saputo, va da Joel riferendogli che non riesce ancora a perdonarlo, ma che ci proverà. La rabbia che prova la ragazza durante il gioco allora diventa palese: Abby non solo gli ha tolto quella che sembrava essere una figura paterna, ma anche la possibilità di perdonare quell’uomo, di arrivare a quel giorno dove tutto questo sarebbe, probabilmente, scivolato via.

Un Joel rassegnato

Nonostante in molti in rete si sono lamentati di come Joel finisca in trappola e poi venga ucciso da Abby, è chiaro come l’uomo, tra le altre cose, sia stanco di una vita del genere. Lo vediamo già esausto all’inizio del primo The Last of Us, non credo ci voglia tanto a capire il suo stato d’animo. Se a questo aggiungiamo che The Last of Us punta ad un realismo minuzioso, la vita è fatta di errori, e ci sta farli nel momento meno opportuno. La cosa che però vediamo subito, una volta che ci mostrano il volto insanguinato di Joel, è che l’uomo è ben diverso da quello carico di adrenalina che vediamo dopo il colpo alla rotula di fucile a pompa: se prima è combattivo e pronto a menare le mani, nel momento in cui è supino sembra rassegnato, quasi ad aver capito che forse quella fine è la giustizia che bussa alla sua porta. Ha senso pensare che un po’ di quella rabbia che Ellie cova sia anche dovuta al suo non voler reagire, cosa che inutilmente urla negli attimi finali di quell’uomo.

The Last of Us Parte 2

La canzone Future Days, dal principio alla fine

Nel corso del gioco, ogni volta che Ellie prenderà in mano la chitarra, prima di lasciarci suonare come ci pare (con un sistema davvero ben fatto e semplice), strimpellerà le prime note di Future Days, canzone dei Pearl Jam che Joel canta all’inizio del gioco alla ragazza. Se andiamo a vedere, quella chitarra, ma soprattutto quella canzone, sono l’unico legame rimasto tra Joel ed Ellie. Questa parte dell’opera in realtà risale a The Last of Us: One Night Live, un evento musical tenutosi a San Diego 6 anni fa, che portava gli attori a ripetere delle scene di gioco con Gustavo Santaolalla sotto a suonare la musica del gioco. Alla fine dello show, il tutto si chiuse con una scena extra definita da Neil Druckmann come il modo per dire addio a Joel e Ellie. La scena, in realtà è la stessa che vediamo a inizio gioco dove Joel entra nella stanza di Ellie e suona Future Days: persino la canzone è la stessa.

Nello show questa canzone è descritta come pensata per sua figlia Sarah, ma in realtà anche in quel caso diventa un momento sincero del legame tra i due. Per questo Ellie la continua a suonare fino alla fine del gioco, persino quando ha perso due dita: proprio quella scena è la più tragica di tutto il titolo. La ragazza ha perso l’unico legame con Joel, e ora non può far altro. Certo, ovviamente è un finale amaro che lascia mille spiragli: uno dei più famosi chitarristi di sempre, Django Reinhardt, dopo un incidente che gli ha mutilato la mano, ha imparato a suonare la chitarra con sole due dita, e per questo nessuno può dirci che Ellie non tornerà a suonare bene.

Di certo il finale serve però a farci capire che, alla fine, Ellie abbandona la chitarra (in quello scorcio che ricorda molto l’inizio del primo gioco) e conseguentemente quel ricordo che, in qualche modo, ha un duplice significato. Se da un lato infatti permette alla ragazza di connettersi a Joel, dall’altro è un fardello che finalmente lascia indietro. Di certo andarsene via da quella casa può significare molte cose: magari Ellie ha deciso di farla finita, ma il fatto che con sé porti lo zaino (sinonimo nella saga di sopravvivenza) evidenzia che la ragazza, con molta probabilità, avrà qualcosa in mente.

The Last: come farsi terra bruciata

La cosa davvero particolare, che possiamo vedere solo dopo la Fattoria in poi, è come Ellie si trovi in un mondo che non sembra essere fittizio: di solito nelle trame di film e videogiochi i personaggi hanno sempre scelte che permettono di essere buoni o cattivi. In questo caso, invece, le scelte che Ellie fa da quel momento sono sempre neutre, grigie. Sceglie di andare via a cercare vendetta di nuovo (abbandonando Dina e J.J.), poi risparmia Abby (probabilmente dopo essersi rivista nel rapporto tra Abby e Lev). Se ci andiamo a riflettere, queste decisioni non solo hanno tagliato i rapporti con la sua amata e il figlio, ma anche con Tommy, già adirato per il desiderio iniziale di Ellie di non voler partire, e probabilmente non la prenderà bene sapere che ce l’aveva fatta ma che la ragazza che ha ucciso il fratello (e la morte di un sopravvissuto spesso pesa molto di più, visto che ogni rischio vissuto fa sembrare quella sua fine una beffa) sia stata lasciata andare.

In The Last of Us c’è il tema ricorrente della pluralità: gli ultimi di noi, perché appunto in quel mondo da soli non si sopravvive. Nei due giochi vediamo sempre come i rischi siano inferiori in coppia, che le pareti siano scalabili e che ogni ostacolo diventi più piccolo. Il voler rendere Ellie sola alla fine del gioco è quasi anticlimatico, atto ad evidenziare come l’aver voluto uccidere fino all’ultimo di loro (the last of them) l’abbia lasciata sola, in definitiva.

La schermata d’inizio gioco: Catalina Island

Passando ad Abby, nonostante la protagonista indiscussa dell’avventura rimanga Ellie, la schermata d’inizio gioco dopo aver finito il titolo mostra Catalina Island. Per chi non se lo ricordasse parliamo di quella che, per radio, viene definita come la nuova base delle Luci sopravvissute. L’unico bagliore di speranza sembra infatti essere quella location, e la barca ormeggiata sulla sabbia proprio davanti a quel palazzo (che potete vedere qui sotto) fa ben sperare che Abby e Lev siano riusciti ad arrivare dai pochi sopravvissuti, quasi con l’intento di riformare le Luci e continuare quella lotta che, se nel primo capitolo sembrava fatta da persone malvagie, invece è sempre stata l’unica cosa “illuminata” dei due giochi.

La mossa di Raiden

Per chi non lo sapesse, nel 2002 in Europa usciva Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, gioco di Hideo Kojima che a differenza del primo capitolo spiazzava i giocatori facendo giocare Solid Snake (protagonista) per poco tempo, spostando poi tutto su Raiden, personaggio opposto allo storico protagonista. Se Snake infatti era burbero, castano, segnato dalla guerra, l’aspetto di Raiden era androgino, puro. La scelta di Naughty Dog un po’ ricalca questo stile; a metà del gioco infatti smettiamo di utilizzare Ellie e passiamo ad Abby. Questo personaggio è forte, resistente, addestrato militarmente. Ricorda molto di più Joel nel gameplay (vedi le Bombe Tubo) di quanto lo facesse Ellie, che ha uno stile completamente diverso. Se a questo ci aggiungiamo che usando Abby iniziamo ad empatizzare anche con lei e che, addirittura, in-game ci ritroveremo a dover affrontare attivamente Ellie in un violento scontro (cosa che invece a parti invertite non succede), allora la mossa dei creatori del gioco è ancora più ardita: non esiste buono e cattivo, e ce lo fanno capire così.

Se andiamo a tirare le somme, infatti, con Abby non uccideremo mai un cane, ne qualche persona senza colpa (l’unica è Joel, ma non lo facciamo come giocatori), mentre con Ellie ci troveremo ad uccidere, oltre che i cani, anche gli amici di Abby. Se questo non basta, addirittura con Abby ci scontreremo con Tommy, che ucciderà un altro dei suoi compagni (Manny) ma contro il quale non riusciremo a concludere nulla. Alla fine del gioco, sembra come se Abby sia la vera diretta “discendente” del protagonista del primo capitolo, creando uno straniamento che di certo si farà sentire nel corso del gioco.

Abby è infetta?

Nel corso della missione a Santa Barbara con Ellie sentiamo dire da una guardia che Abby, essendo infetta, è stata messa ai pali: in realtà non sappiamo per certo se lei lo sia (soprattutto perché fin dal primo capitolo ci è stato fatto vedere che l’infezione è veloce). Non crediamo nemmeno che Abby sia immune, anche se potrebbe essere una teoria (alla fine, quando afferma davanti al padre che, al posto di Ellie, si sarebbe sacrificata volentieri, il dottore fa una curiosa smorfia). Di certo il suo sembrare deperita è dovuto ai 2 mesi di violenze subite, e le escoriazioni sulla pelle sembrano più bruciature che altro.

Cosa ci riserva il futuro?

Ora che abbiamo parlato di tutti i punti interessanti legati al finale del gioco, andiamo a fare qualche teoria sul possibile futuro. Neil Druckmann, durante un’intervista con GQ, ha affermato:

Quando inizi a chiudere le cose, ci sono sempre meno e meno responsabilità e la mia mente non può fare altro che pensare a cosa verrà dopo. Quindi si, la prossima cosa che farò potrebbe essere Parte 3, oppure una nuova IP.

Ovviamente la frase sembra circostanziale, eppure la speranza che la saga si concluda con una trilogia è davvero alta. Abbiamo quindi tirato giù tre possibili teorie di come potrebbe proseguire il gioco.

The Last of Us Parte 2

Nuovi personaggi

Uno dei rumor più pressanti relativi a questa seconda parte riguardava la possibilità che la nuova avventura sarebbe stata vissuta con personaggi inediti, abbandonando i volti che tutti quanti abbiamo imparato a conoscere e andando a far diventare la serie una sorta di antologia. Ovviamente quest’idea è sfumata, ma potrebbe tornare nella Parte 3, magari facendoci vivere le avventure di nuove persone del villaggio di Jackson. Questo, oppure altre due possibilità: puntare su Abby o chiudere la storia di Ellie.

Vecchie Glorie

Nel caso di Abby, sarebbe interessante vedere la sua lotta per ricostituire le Luci: magari questo suo viaggio potrebbe portarla a incrociare il cammino di altri personaggi noti, puntando quindi su una sorta di gioco dedicato alla ricostruzione, qualcosa che in The Last of Us sembra essere davvero difficile da trovare. Ovviamente ciò darebbe spazio ad un gameplay più strutturato verso l’azione, visto che Abby ricalca molto di più lo stile di gioco di Joel di quanto faccia Ellie. Il tutto aprirebbe strade nuove di gameplay che potrebbero essere percorse da Naughty Dog, ma la teoria che più ci piace rimane quella che segue.

Speranza, Rabbia, Redenzione

Ellie nel primo capitolo della serie vive di speranza: può essere la salvezza dell’umanità, e questo la spinge ad essere più ottimista del solito, addirittura felice. Questa felicità la vediamo anche nel museo durante The Last of Us Parte 2, mentre svanisce dopo aver scoperto cosa davvero è successo nell’ospedale. Per questo se il primo The Last of Us per Ellie è speranza, questa seconda parte è rabbia: la stessa muove la ragazza verso la vendetta, dall’inizio fino a poco prima della fine, dove vediamo che tale sentimento si tramuta in chiusura. Per questo sarebbe bello vedere The Last of Us Parte 3 riprendere qualche anno dopo la fine del secondo, con una Ellie ormai eremetica, costretta a tornare a Jackson per salvare la sua amata di sempre, o magari J.J.

Una simile base potrebbe dar forma a un delinearsi degli eventi assai intrigante, rimanendo al contempo in tema con la serie. E voi, cosa ne pensate? Di cosa vorreste che parlassimo riguardo il finale? Cosa vorreste da The Last of Us Parte 3?

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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