The Crow – Il corvo: Recensione, la nuova incarnazione dello spirito vendicatore

The Crow - Il corvo è l'esempio perfetto di come certi cult del passato vanno lasciati lì dove sono: la pellicola è un disastro annunciato.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 6 minuti
4 Insufficiente
The Crow - Il corvo

The Crow è la nuova incarnazione di una serie che non ha certo bisogno di presentazioni: il film originale del 1994, con protagonista il compianto Brandon Lee, già figlio di Bruce Lee, fu un cult non compreso da subito, per quanto ebbe un discreto afflusso di pubblico in sala dato dalla morte sul set dell’attore protagonista (che perì in un tragico incidente con un’arma da fuoco non caricata a salve). Il presente è ben diverso dal passato e oggi davanti alla cinepresa c’è Bill Istvan Günther Skarsgård (It e It – Capitolo due) mentre a dirigerlo c’è il cineasta inglese Rupert Miles Sanders (Biancaneve e il Cacciatore / Ghost in the Shell). Il duo sarà riuscito ad eguagliare i fasti del passato? Scopriamolo in questa recensione.

The Crow - Il corvo

Maledetto dall’Amore

Eric Draven è un ragazzo affrancato dalla vita che tenta in tutti i modi l’autodistruzione, e per un tentativo di suicidio finisce in riformatorio. Lì incontra Shelly, una ragazza che tenta di vivere il suo sogno come artista musicale. Tuttavia, per una questione di circostanze, è finita in un losco giro, dal quale tenta disperatamente di uscire. I due si innamorano perdutamente, fin quando quel losco giro non li raggiunge. I due vengono brutalmente uccisi, ma Eric ha un’ultima chance, quella di tornare sulla Terra con il potere del Corvo, uno spirito vendicatore che, se riuscirà a sconfiggere il male che li ha travolti, potrà salvare la vita della sua amata.

Tecnicamente la trama non ci stupisce, è del resto una rivisitazione in chiave moderna e realistica del film originale, sebbene vi siano delle intrinseche differenze, non tanto quelle tecnologiche (come la presenza di smartphone o dei social network) quanto proprio nella trama in sé, che questa volta pone come avversario del Corvo un nemico fatto sì di carne, ma che ha un potere demoniaco ben lontano dal suo predecessore.

The Crow - Il corvo

Epicamente disastroso

Rupert Miles Sanders fa di tutto per cercare di ricreare le atmosfere epiche del 1994, prendendosi interi minuiti per inquadrare una stanza, un ponte e un quadro con una musica in sottofondo che tenta di dare epicità alle scene. Tuttavia il solo risultato di ciò è rendere tedioso il film, mellifluo e in generale lento da morire. Sfortunatamente il regista fa di tutto per avvicinarsi ai fasti del passato, ma non è minimamente paragonabile a quel cult del “tempo che fu”. Il film non ha nemmeno una personalità propria, in quanto la costante ricerca di quel passato, genera un riflesso distorto che si infrange sul destino di questa pellicola, che dimenticherete dopo mezz’ora che sarete usciti dalla sala.

Bill Istvan Günther Skarsgård ci prova, fa del suo meglio per rendere giustizia a Eric Draven, ma il risultato non è altro che un mix tra il Joker dei fumetti DC e John Wick di Keanu Reaves: un mix davvero triste alla vista e poco credibile. Perfino il nemico principale, interpretato da Daniel Sallis Huston, è poco credibile: immaginate un uomo che ha fatto un patto col Diavolo, e l’unica cosa che gli viene in mente di fare è il mafioso di quartiere.

FKA twigs, pseudonimo di Tahliah Debrett Barnett porta sullo schermo la Shelly più caratterizzata che ci possa essere: nel film originale la ragazza di Eric è un’ombra, un rimpianto, mentre qui è la classica principessa da salvare. Sebbene anche lei abbia il suo spunto interessante all’inizio della pellicola, purtroppo le si è dedicato troppo o troppo poco tempo, a seconda da come la si vede.

The Crow - Il corvo

Dimenticare è meglio

The Crow – Il Corvo è un film da dimenticare, che non ha ne capo ne coda, in quanto tenta di farsi piacere a tutti i costi, in tutti i modi, con musiche epiche inserite a caso, decontestualizzate rispetto alle immagini, che però non hanno nulla di artistico, anzi, risultano fastidiose e non poco. Il film ricalca quello che ha funzionato sia nella vecchia pellicola, sia nei film moderni, ma si perde in contesti e situazioni che non hanno senso logico.

Le citazioni epiche presenti nei film precedenti qui sono un mero ricordo, l’esoterismo e l’idea del fato che si compie ancor meno, e dulcis in fundo, l’idea che Il Corvo potesse essere la manifestazione di una punizione divina sulla Terra viene completamente stravolta a maledizione, creata da chissà quale mitologia. Dimenticare la pellicola è il dono più grande che possiate farvi.

The Crow - Il corvo
Insufficiente 4
Voto 4
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.