Sviluppato da inXile Entertainment e Brian Fargo, The Bard’s Tale IV: Barrows Deep nasce da una campagna Kickstarter andata a buon fine e riporta in scena una delle serie RPG più apprezzate dagli amanti del genere, nata nel 1985.
Questo titolo miscela meccaniche classiche di un RPG, come i combattimenti a turno, a elementi tipici dei Dungeon Crawler. The Bard’s Tale IV riprende esattamente da dove la serie si era interrotta, ovvero dal terzo capitolo, intitolato “Thief of Fate”, pubblicato nel lontano 1988 (il nome originale del progetto era “The Thief’s Tale”). Di acqua sotto i ponti, quindi, ne è passata, e gli sviluppatori sono stati costretti a pubblicare un titolo in grado di strizzare un occhio al passato, restando necessariamente al passo con i tempi.
È UN SECOLO CHE NON CI SI VEDE
The Bard’s Tale IV: Barrows Deep è ambientato 100 anni dopo gli eventi narrati dal capitolo precedente e i giocatori incroceranno spesso i loro passi con riferimenti e citazioni della prima trilogia della serie anche se, come dichiarato dagli sviluppatori prima del lancio del gioco, non abbiamo effettivamente riscontrato grossi problemi in termini di comprensione degli eventi narrati, anche non avendo giocato i precedenti capitoli (ci perdonerete, muovevamo a stento i primi passi a quell’epoca!). Superato il “problema” editor (per la verità, non molto profondo), ci ritroviamo nei panni di un membro della gilda dei guerrieri, una compagnia di mercenari sempre pronti al combattimento. Peccato che, a causa di un gruppo di fanatici religiosi, siamo stati “marchiati” come fuorilegge e, per questo, meritevoli della pena massima possibile (la morte, esatto). Come non bastasse, un oscuro male sta minacciando la sopravvivenza di tutti, e noi saremo gli unici a potervi porre rimedio radunando coraggiosi combattenti in giro per il mondo (che andranno a formare il classico party da RPG).
Per muovere i primi passi nel mondo di gioco saremo chiamati a scegliere tra le quattro classi iniziali proposte: Guerriero, Mago, Ladro e, ovviamente, Bardo. Ogni singola classe ha accesso a quasi 70 abilità uniche, senza tener conto delle varie specializzazioni. La razza e il carattere scelti, inoltre, cambieranno il modo in cui gli altri personaggi all’interno del mondo di gioco si relazioneranno con voi. InXile Entertainment, a questo proposito, ha sottolineato di aver realizzato oltre 350 personaggi (NPC) tutti singolarmente doppiati. Davvero un’opera titanica se si pensa poi che quasi tutti “nascondono” qualche missione secondaria (non tutte avvincenti, se vogliamo…) da attivare avviando un dialogo. Il sistema che regola i dialoghi, però, non ci ha convinti appieno a causa di una mancanza piuttosto marcata di risposte multiple. Nella stragrande maggioranza dei casi saremo praticamente costretti a seguire “la via” indicataci, perché così è stato deciso, punto e basta.
“SCACCO MATTO”
In The Bard’s Tale IV la storia viene narrata, come tradizione vuole, tra una fase di esplorazione e una di combattimento. I giocatori potranno vivere le vicende rigorosamente in prima persona, in livelli fortemente ispirati alle strutture classiche di un labirinto (come è giusto che sia per un Dungeon Crawler di stampo classico). Quasi ogni stanza e corridoio contengono bottini, enigmi da risolvere e creature di varia natura da abbattere. Se sarete abbastanza bravi da cogliere di sorpresa il vostro nemico, avrete la possibilità di giocare il primo turno in anticipo. Tutti gli “invitati” al combattimento vengono posizionati su una griglia 4×4 e per ogni turno potremo fare affidamento su tre punti abilità (che aumenteranno con il proseguire dell’avventura). Come da tradizione, i punti potranno essere spesi sia per scagliare un attacco contro il nemico, sia per cambiare casella (elemento da non sottovalutare, giacché ogni attacco ha un raggio d’azione ben preciso).
Ci ha piacevolmente colpiti la possibilità di interrompere un incantesimo di una creatura nemica provocando ingenti danni ai suoi punti spirito, prerogativa dei Bardi. Meno piacevolmente, invece, la scelta degli sviluppatori di non rendere disponibile qualche tipo di interazione con l’ambiente che ci circonda: gli esiti di ogni combattimento dipenderanno esclusivamente dalla nostra capacità di gestire i punti da spendere, senza alcun tipo di “extra”, come potrebbe essere ad esempio quello di utilizzare un barile esplosivo per far incassare ai nemici qualche punto danno extra. I combattimenti, dunque, a lungo andare rischiano di essere ripetitivi.
In The Bard’s Tale IV sono inoltre presenti i Santuari, la cui gestione influisce positivamente sulla profondità tattica del titolo sviluppato da inXile Entertainment. In pratica, attivando un Santuario potremo scegliere se utilizzarlo per salvare la partita o per ottenere un bonus all’esperienza accumulata. Una scelta davvero ardua che, ne siamo certi, in un più di un’occasione vi terrà inchiodati allo schermo, immobili, indecisi sul da farsi.
“ALTO” MEDIOEVO
The Bard’s Tale IV ci ha piacevolmente impressionati per la cura riposta nella ricostruzione del mondo di gioco, dove si respira in maniera indiscutibile un’atmosfera medievale, con tanto di menestrelli che tentano di tirare su il morale degli abitanti del posto inanellando note e melodie che irradiano nei dintorni un fascino di tutto rispetto. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, è evidente come l’Unreal Engine 4 non sia stato sfruttato a dovere: nessun dettaglio ci ha convinti in particolare, se non una forte componente artistica, che prova in tutti i modi a nascondere animazioni e modelli poligonali che non fanno di certo gridare al miracolo. Senza dubbio, però, gli sviluppatori hanno saputo ricreare a schermo scenari evocativi e ricchi di fascino medievale, che immergono il giocatore in un mondo fantasy, forse tra i più classici possibile, ma non per questo non meritevole di ammirazione.
In definitiva, The Bard’s Tale IV: Barrows Deep è un discreto RPG / Dungeon Crawler del quale, in fase di valutazione, si deve tener conto necessariamente del fatto che l’intero progetto è stato basato su una quantità non incredibile di fondi a disposizione. La ripetitività del sistema di combattimento può essere in fondo perdonata, grazie a una storia interessante (seppur banale in alcuni tratti) e a uno stile grafico indubbiamente ispirato. Il titolo sviluppato da inXile Entertainment è dunque consigliato a tutti gli appassionati dei generi di appartenenza, ma non ci sentiamo di definirlo “imperdibile”.