RecensioneCinema e TV

Strange World (Un Mondo Misterioso) – Recensione, in comunione con la natura

Strange World (Un Mondo Misterioso) è il nuovo film di produzione Disney su un soggetto originale. Il regista Don Hall già premio oscar per il miglior film d’animazione nel 2015 con Big Hero 6, ci catapulta in un’avventura dallo sfondo familiare ed eroico, spingendoci a porci domande sul futuro del nostro pianeta e suggerendo risposte più o meno adeguate alla domanda in oggetto. Sebbene l’intenzione sia giusta, il prodotto in genere non trova un riscontro effettivo nella realtà, andando a professare una retorica qualunquista e scontata come un prodotto tecnologico al Black Friday.

 

Le avventure dei Clade

Jaeger Clade è l’esploratore per eccellenza: grosso, impavido ed esperto è l’uomo d’azione ideale per tutte le avventure nella giungla, nei deserti aridi e sulle montagne. A fargli da spalla nelle sue mitiche imprese c’è suo figlio Searcher Clade che, nonostante non abbia il temperamento avventuroso del padre, lo segue ovunque fin dalla tenera età, dimostrando un’amore sconfinato per le piante e la botanica. Crescendo, Searcher capisce che la sua strada non è l’esplorazione, e nel corso dell’ennesimo tentativo del padre Jaeger di valicare le montagne che cingono Avalonia, il ragazzo trova una pianta portentosa capace di produrre energia mediante i suoi frutti.

Searcher e Jeager si separano, ciascuno convinto che la soluzione per salvaguardare il futuro di Avalonia sia quella per cui parteggiano, ovvero il padre punta al superamento delle montagne, il figlio alla coltivazione di questa pianta dalle capacità illimitate: grazie a Searcher Avalonia prospera, mentre dell’esploratore Jaeger Clade si perdono le tracce per 25 lunghi anni, periodo nel quale l’agricoltore Searcher Clade mette su famiglia e cresce Ethan (ora adolescente) che sogna un futuro armonioso con la natura, non disdegnando giochi di carte e un primo amore verso un ragazzo che ricambia anche se il loro rapporto è ancora agli inizi.

In questo scenario, il presidente Callisto Mal recluta Searcher per andare alla scoperta del male che sta infettando le piante miracolose, addentrandosi in un buco nel terreno. Inizia un viaggio nel sottosuolo popolato da mostri dalle più strane forme e colori, nel quale Searcher farà i conti con se stesso, con sua moglie Meridian e suo figlio Ethan (che si intrufola clandestinamente a bordo della nave volante): i tre faranno a loro volta i conti con Jaeger Clade, ritrovato vivo proprio in quel sottosuolo.

L’avventura dei Clade è un cliché abbastanza banale di rapporti padre/figlio e Nonno/nipote senza troppi voli pindarici: il primo dà la colpa al secondo, che dà la colpa al terzo, circa l’andamento della propria vita e delle aspettative che ognuno ha sull’altro. Il tutto collima sul banale e scontato “dobbiamo avere il rispetto per la natura” che obbiettivamente, per quanto importante, è un argomento che risulta abbastanza ridondante.

Strange World

Retorica da primato

In Strange World (Un Mondo Misterioso) il comparto tecnico è meraviglioso: si passa da una palette di colori freddi, con montagne gelate e rocce scure a colori tenui dei campi coltivati e del sole d’estate per poi sprofondare in un’arcobaleno d’emozioni, luci e suoni mai visti, con tinte forti di giallo, rosso e viola nel mondo sommerso che Searcher ed Ethan affrontano assieme a Jaeger e compagni. Disney in questo è maestra, e non ha badato a spese, ed ecco che elementi come erba, piante e ghiaccio sono riprodotti alla perfezione. Inoltre nel film compaiono diverse scene con immagine fissa ma tridimensionale, una sorta di statua modellata in 3D con una texture bidimensionale sopra davvero bellissima, un lavoro ad arte degno dei più grandi modellatori 3D che esistono oggi.

Se dal lato tecnico il film non sbaglia un colpo ed in italiano troviamo la voce di Pannofino nei panni di Jaeger Clade, dall’altro il problema sta proprio nei testi e nella retorica assoluta che il film tenta di imporci: il film sembra un’esasperazione dell’inclusività al punto da sembrare una parodia del mondo reale, personaggi ben scritti si ritrovano a sottolineare cliché scontatissimi, pieni di paternalismi e senza una vera soluzione di fondo ai problemi evidenziati dalle avventure dei protagonisti.

Un risultato “strano”

Sebbene Strange World (Un Mondo Misterioso) abbia i classici stilemi dell’inizio coinvolgente, lo svolgimento a tratti esilarante, e il finale a chiusura, uscendo dalla sala viene da chiedersi “ma cosa avrà voluto dire?”.

Da un lato come abbiamo detto c’è la retorica esasperata del “rispettiamo la natura” o del grido “stiamo uccidendo il nostro pianeta”, dall’altro c’è una presa di potere indiscriminata, per nulla democratica dei protagonisti, che scelgono di sana pianta “per il bene di tutti” di rinunciare all’uso della pianta energetica scoperta da Searcher, relegando Avalonia ad un mondo non più digitale ma analogico. Siamo in un film Disney, questo è chiaro, ma aspettarsi che un’intera società accetti la scelta di pochi anche se per nobili scopi, senza una minima parvenza di discussione, è alquanto strano, proprio come il titolo del lungometraggio. Il film è carino ma nulla di più.

Strange World (Un Mondo Misterioso)

5

Strange World (Un Mondo Misterioso) è un film tecnicamente all'avanguardia, senza troppi giri di parole però, è un cliché immenso, ricco di paternalismi qualunquisti e scelte preponderanti sulla vita di tutte le persone che popolano Avalonia, senza un minimo di parvenza democratica, al grido de salviamo il pianeta. Banale, scontato e senza una vera risposta alle domande poste. Il film è ben girato e ben realizzato, con personaggi caratterizzati bene ma che non fanno altro che compiere o dire le cose sbagliate. Può intrattenere per il tempo che viene visto, ma lo dimenticherete probabilmente il minuto dopo essere usciti dalla sala o aver chiuso l'app di Disney Plus.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche