Dopo tanta attesa, Spider-Man: No Way Home è finalmente sbarcato nei cinema di tutto il mondo, e in quasi due settimane è riuscito a superare l’incasso globale di un miliardo di dollari, con cifre che ricordano l’era pre-pandemia. Nonostante il film possa essere stato apprezzato, è però innegabile il fatto che Spider-Man: No Way Home abbia alcuni buchi di trama, falle logiche, problemi narrativi e leggerezze in sede di sceneggiatura, dal più piccolo dettaglio fino all’elemento di trama più grande. In quest’articolo cercheremo di analizzare quelli che, secondo noi, sono i problemi narrativi più evidenti del lungometraggio. Il nostro obiettivo con questo articolo non è quello di andare a trovare dettagli scomodi e evidenziarli come devastanti per il film, ma solo mettere nero su bianco tutto ciò che, a nostro dire, ha funzionato meno rispetto al resto del film, e dare magari delle risposte plausibili a tali problemi. Con “plausibili” non parliamo di risposte certe, ma logiche.
ATTENZIONE: visto che parleremo della trama nello specifico, da qui in avanti saranno presenti SPOILER sulla trama di Spider-Man: No Way Home.
Buchi di trama in Spider-Man: No Way Home
Flash Thompson
Partiamo con un problema “d’aperitivo”, un difetto narrativo che non inficia sul normale proseguimento della trama ma che fa comprendere come da parte degli sceneggiatori ci sia stata una sorta di pigrizia creativa anche in elementi di trama minori. Ad inizio film Peter cerca di convincere un’amministratrice del M.I.T. ad accettare le domande di Ned e MJ e per farlo contatta Flash Thompson per chiedergli dove si trova la donna. Flash inizialmente è restio al parlare con Peter al telefono, vista la sua pessima reputazione dopo i fatti di Far From Home, ma in un secondo momento dice che darà a Peter le informazioni di cui ha bisogno se dirà a tutti che è il suo migliore amico. Perché Flash ha paura di stare al telefono con Peter Parker ma non si fa problemi se quest’ultimo dovesse dire in giro che i due sono grandi amici? A tal proposito, dopo i fatti di Far From Home Flash ha scritto un libro che parla della sua (fantomatica) amicizia con Peter Parker/Spider-Man. Perché l’M.I.T. accetta la sua domanda di ammissione ma rifiuta quella di Ned ed MJ? E se il motivo è perché nessuno crede a Flash, perché l’M.I.T. rifiuta la domande di Peter e dei suoi amici, completamente scagionati grazie a Matt Murdock, ma accetta quella di un bugiardo? Con tutta probabilità la scelta è stata quella di giocare più sulla gag che sulla sceneggiatura legata a questo personaggio, che per il resto del film poi scompare.
Nick Fury e gli Skrull
Qui ci addentriamo maggiormente sui principali problemi del film. In Far From Home si scopre, in una scena dopo i titoli di coda, che Talos e sua moglie Soren hanno assunto le sembianze di Nick Fury e Maria Hill su ordine dello stesso Fury il quale si trova nello spazio su un’astronave degli Skrull. In Far From Home ciò sembra essere qualcosa di segreto, visto che nemmeno Happy Hogan è al corrente della cosa, ma in No Way Home la Damage Control è a conoscenza del fatto che Nick Fury si trovi nello spazio. Quello che però sfugge è il fatto che nessuno sia a conoscenza del fatto che degli Skrull abbiano sostituito Fury e Hill sotto ordine del “vero” Nick. Se l’informazione che Nick Fury si trovi nello spazio è a conoscenza del Damage Control, allora perché mettere dei “sostituti” Skrull al suo posto? Ma a parte questo, davvero nessuno in quello che rimane dello SHIELD era a conoscenza della vicenda? Tutta questa faccenda rimane alquanto fumosa ma potrebbe venire spiegata durante una delle prossime serie Disney+, ossia Secret Invasion.
L’incantesimo di Strange
Il Vaso di Pandora (letteralmente) del film, che produce a sua volta tutta una serie di problemi che analizzeremo in seguito. In questo film si scopre che Strange è capace di lanciare un incantesimo che può cancellare specifici ricordi dalla mente delle persone, potenzialmente del mondo intero e, probabilmente, anche dell’universo. Se il primo incantesimo non va a buon fine a causa di Peter (come faceva già intuire il primo trailer) il secondo invece funziona perfettamente, e infatti nessuno ricorda dell’esistenza di Peter Parker.
Vista la potenza di quest’incantesimo, non si comprende il perché Strange non l’abbia utilizzato per far dimenticare a Thanos l’esistenza delle Gemme dell’Infinito. Una possibile risposta potrebbe essere legata alla natura di Thanos, essere più potente e evoluto degli umani e quindi è probabile che avrebbe resistito, motivo per cui Strange non tira in ballo l’incantesimo con lui. Il problema però rimane, e non è l’unico legato all’incantesimo di Strange.
Cancellare Peter dal mondo
Questo, più che un buco di trama, è un aspetto fumoso che potrebbe essere esplorato nei futuri film sul personaggio di Spider-Man. Nel momento in cui Strange lancia il secondo incantesimo, tutti, compreso lui, si dimenticano dell’esistenza di Peter Parker. Non è chiaro però se quest’incantesimo ha effetto solo sui ricordi, perché se fosse così rimarrebbero gli articoli, il video di Mysterio, i servisti giornalistici e persino il libro di Flash. Quest’aspetto però non è chiarito nel film e pertanto ci riserviamo il beneficio del dubbio, visto che si tratta di magia e Strange potrebbe aver cancellato effettivamente non solo i ricordi ma anche degli elementi “materiali” legati all’esistenza di Peter sulla terra. Qui però ci si pongono altri interrogativi. Peter Parker esiste ancora a livello burocratico per il mondo? O è stata cancellata solo la sua esistenza nei ricordi delle persone e la sua connessione con Spider-Man? Che ricordi hanno Strange, Ned ed MJ degli avvenimenti di No Way Home? Ned ed MJ nello specifico cosa ricordano della battaglia alla Statua della Liberta? Perché MJ indossa ancora il ciondolo regalatole da Peter nel secondo film? I due Spider-Man alternativi mantengono i ricordi su Peter Parker, essendo loro stessi Peter Parker? Una serie di interrogativi che, per adesso, non hanno risposta. Come non ha risposta il perché Peter non abbia semplicemente chiesto a Strange di cancellare dalla memoria delle persone il video di Mysterio. Alcuni di questi quesiti potrebbero avere risposta nei prossimi film, a partire da Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Octopus e l’identità di Goblin
Alla fine della battaglia con Octopus, subentra Goblin. Octopus, stupito della cosa, esclama il nome di Norman Osborn, ovvero l’uomo che si cela dietro la maschera del villain. Octopus racconta la storia di Norman, di come è diventato Goblin e di come è rimasto ucciso dal suo stesso aliante. Peccato che, però, queste informazioni non siano mai state rese pubbliche alla stampa nella trilogia di Sam Raimi. Qui, infatti, le cause della morte di Osborn rimangono un mistero per tutti tranne che per Peter Parker il quale, per proteggere l’immagine dell’uomo, lo spoglia dalle sue vesti di Goblin e lo riporta a casa sua. L’unico che scoprirà la verità è il figlio di Norman, Harry. La possibile risposta a questo problema narrativo potrebbe essere che Otto Octavius abbia indagato, prima dei fatti di Spider-Man 2, su Norman, scoprendo la verità. Il problema però rimane, visto che la battaglia finale tra Goblin e Spider-Man nel primo film della trilogia si è svolta in un luogo isolato e nessuno può aver visto il modo in cui Norman è morto.
Rimanendo comunque sull’ipotesi che vede Otto Octavius aver indagato su Norman Osborn, la domanda che si potrebbe porre è il perché lo avrebbe fatto. In Spider-Man 2 il finanziatore del suo progetto è Harry Osborn, e magari Otto voleva avere maggiori informazioni sulla famiglia Osborn e sul suo conto. Il problema è che se indagando ha effettivamente scoperto chi fosse davvero Norman (il modo in cui ha scoperto la causa della morte rimane comunque inspiegabile), perché ha comunque deciso di continuare a lavorare per Harry? Per ottenere ugualmente il finanziamento? Forse, ma allora perché indagare se a prescindere avrebbe accettato di lavorare comunque con il figlio di Norman? L’unico modo per giustificare il tutto è scendere a patti con il fatto che questa sia una forzatura di sceneggiatura voluta, al fine di raccontare la storia di Norman Osborn, la sua discesa nella follia e la sua morte nello scontro con Spider-Man, elemento chiave per il film.
Electro
Tra i cattivi protagonisti del film, l’Electro di Jamie Foxx è decisamente il più problematico. Il problema principale è legato al fatto che in No Way Home vengano portati nel Marvel Cinematic Universe vari individui che conoscono l’identità di Spider-Man. Electro però, stando a quanto visto in The Amazing Spider-Man 2, non conosce la vera identità dell’Uomo Ragno. Alcuni potrebbero controbattere dicendo che sempre in The Amazing Spider-Man 2, durante la battaglia finale, Gwen pronuncia il nome “Peter”. Il punto è che Peter Parker non è l’unico Peter al mondo e che Electro non ha alcun legame con quest’ultimo per collegare le due cose. Inoltre, se Electro conoscesse effettivamente l’identità di Spider-Man, perché allora credeva che sotto la maschera ci fosse una persona nera? Se davvero avesse saputo ci fosse Peter Parker, avrebbe almeno dovuto sapere che si trattava di un ragazzo caucasico. D’altro canto l’incantesimo ha portato qui persone che sanno che Peter Parker è Spider-Man, e questa informazione (che Electro potrebbe anche aver appreso mentre assorbiva informazioni tramite la corrente elettrica nello scontro finale di The Amazing Spider-Man 2) alla fine non necessita di conoscere volto e dettagli di Peter.
Altro problema, seppur minore, è legato alla caratterizzazione del personaggio. Passi il cambio d’aspetto, giustificato narrativamente per via dell’energia diversa di quell’universo, ma perché cambia anche il carattere? Forse non tutti ricordano che Electro, prima di ottenere i poteri, era un sociopatico, caratteristica che non risalta mai durante il film. O abbiamo davanti una variante, oppure il carattere potrebbe essere legato al suo nuovo aspetto fisico.
L’Uomo Sabbia
Il ruolo dell’Uomo Sabbia nel film non ha granché senso. Il villain, infatti, aiuta gli altri cattivi al fine di ottenere la scatola magica di Strange. Ma questo non ha senso visto che l’obiettivo di Goblin ed Electro (Lizard non pervenuto) era quello di distruggere la scatola, permettendo loro di rimanere nell’MCU e cercare più potere piuttosto che tornare alle loro realtà. L’obiettivo dell’Uomo Sabbia era però quello di tornare da sua figlia nel suo universo, quindi avrebbe dovuto aiutare gli Spider-Men, i quali lo avrebbero curato e rimandato indietro, indipendentemente dal fatto che gli altri cattivi fossero guariti o meno. Non dimentichiamoci, inoltre, che alla fine di Spider-Man 3 l’Uomo Sabbia si redime e viene perdonato da Peter Parker per la morte di Ben, e quindi non avrebbe alcun motivo per attaccare lo Spider-Man di Maguire. L’Uomo Sabbia è anche un personaggio semplice, attacca chi pensa sia ostile, e forse vedere Spider-Man combatterlo basta per farlo attaccare.
Le varianti
Parlando di varianti, da questo punto ci potrebbero essere alcuni problemi di coerenza narrativa con What If…? e Loki. In quest’ultima serie viene specificato che le varianti della Sacra Linea Temporale hanno tutte il medesimo aspetto, elemento che sta alla base della serie animata What If…?, stando così le cose però allora perché le varianti dello Spider-Man di Tom Holland hanno aspetti differenti? È anche vero che nella stessa serie Loki le varianti del protagonista avevano quasi sempre aspetti differenti, ma sempre in Loki, Kang (o Colui che rimane) ironizza sul fatto che tutte le sue varianti siano identiche a lui. Insomma, le regole del Multiverso targato Marvel, fin qui, sono ancora da definire. Ovviamente la risposta in questo caso è legata alla volontà del pubblico di rivedere le precedenti iterazioni di Spider-Man al cinema, e per quanto vedere altri due Tom Holland da altrettanti universi sarebbe stato più coerente a livello narrativo con il concetto di Multiverso dell’MCU, avrebbe di certo deluso il pubblico.
Gli “altri” Spider-Man
L’evento più atteso del film era senza ombra di dubbio la comparsa degli Spider-Man di Andrew Garfield e Tobey Maguire. Anche il loro ingresso in scena, però, porta con sé alcuni problemi. Tralasciando la facilità con la quale Ned riesce ad aprire i portali (o il perché si fermi al “secondo” Peter che entra in scena e non riprovi a cercare quello vero o a trovarne di altri), viene fatto intuire nei dialoghi che i due sono arrivati in quell’universo nello stesso momento in cui sono stati attratti anche i villain. Se però i cattivi si manifestano subito, i due Spider-Man entrano in scena dopo due giorni dall’apertura temporanea del Multiverso. Cos’hanno fatto per tutto quel tempo? Dove sono stati? Perché non sono intervenuti già durante la battaglia con Octopus? Ci sono varie ipotesi, ma di base è scontato che il motivo sia creare suspance.
Le cure
La scuola dove studia Peter non sembra mancare di fondi. Tuttavia, è difficile credere che questa scuola abbia tutti gli ingredienti e la tecnologia necessari ai tre Peter per creare cure per i cattivi. Il più difficile da giustificare, in tal senso, è il mini super collisore creato per riportare l’Uomo Sabbia nella sua forma umana di Flint. Anche la cronologia degli eventi è difficile da definire. Quanto tempo ci è voluto per fare queste cure vitali? Ore? Eppure sembra sempre la stessa notte in cui accadano tutti gli avvenimenti tra il secondo e il terzo atto del film, dalla fuga dei villain fino alla battaglia alla Statua della Liberta. La tecnologia del MCU però è più avanzata degli altri due universi, e quindi questo potrebbe spiegare tutto.
Venom e la memoria collettiva dei simbionti
La presenza di Venom del film è probabilmente l’aspetto più deludente della pellicola. Dopo aver mostrato il suo passaggio nell’MCU in Venom: La furia di Carnage, in Spider-Man: No Way Home il personaggio è apparso solo nei titoli di coda prima di essere teletrasportato nuovamente nel suo mondo, non prima di lasciare un frammento del simbionte. La presenza del Venom di Tom Hardy è un problema così come quella di Electro per il medesimo motivo. Eddie Brock non conosce l’identità di Spider-Man e anzi, nel suo universo nemmeno esiste un Peter Parker (per adesso). Un dialogo alla fine di Venom: La furia di Carnage potrebbe però, in parte, spiegare la cosa. Venom fa infatti menzione della memoria collettiva dei simbionti, e il Venom di Tom Hardy potrebbe essere a conoscenza dell’identità di Spider-Man grazie a questa connessione multiversale tra i vari simbionti. Quello che non è chiaro è il perché venga attratto proprio quell’Eddie Brock che, in prima persona, non conosce Peter Parker, e non quello visto in Spider-Man 3, il quale scopriva la vera identità di Peter Parker. La soluzione qui è ovviamente legate a questioni puramente produttive: spingere il Venom di Hardy, che è ancora in circolazione e con progetti futuri alle porte, piuttosto che quello di Topher Grace.
Il cast del film vede coinvolti Tom Holland, Zendaya, Jacob Batalon, Marisa Tomei, Willem Dafoe, Jamie Foxx, Alfred Molina, Benedict Cumberbatch, Andrew Garfield e Tobey Maguire. Spider-Man: No Way Home di Sony e Marvel Studios è ora nelle sale. Se siete interessati alla nostra recensione dedicata al film, vi invitiamo a leggerla tramite il seguente link.