Pronti per la penultima recensione della stagione 3 di Snowpiercer. Terza stagione dello show seriale, spin-off del film Snowpiercer, che racconta le vicende dell’omonimo treno, una sorta di Arca di Noè, salvezza dell’umanità in un mondo colpito da una nuova grande glaciazione. Grazie al film sappiamo che il treno è comandato da Joseph Wilford e che compie innumerevoli rivoluzioni intorno al mondo (circa tre ogni anno), in un moto perpetuo che gli consente di produrre energia e soprattutto riscaldamento per i propri passeggeri, che sono circa tremila. La serie è la scusa per raccontare una delle crisi del treno che nel film vengono solamente menzionate. Essa vede il fondo, composto dalle ultime delle 1001 carrozze del treno, ribellarsi alle classi superiori ed iniziare una guerra sia diplomatica che fisica. Grazie alla leadership di Layton, unico detective del treno e persona indispensabile alla prima classe per la risoluzione di un caso, il fondo avrà un’occasione per contare davvero qualcosa. È necessario un grande ripasso, perché siamo davvero vicini ad un finale che puzza di delusione.
Si scopre che Wilford non è veramente a bordo dello Snowpiercer, ma della Big Alice, treno secondario, che durante la seconda stagione si aggancia e conquista il primo. Nasce una guerra che dura sostanzialmente una stagione tra Layton e Wilford, mentre Melanie, la donna che si era sostituita al creatore del treno fin dall’inizio, scompare in missione alla ricerca di posti caldi sperduti nel mondo. E arriviamo alla stagione numero 3, di cui siamo alla nona recensione sempre con la solita sofferenza. Lo show ha dato tutto quello che poteva, con moltissimi meriti visti i piccoli spazi in cui si poteva sviluppare. Indispensabile infatti il moltiplicarsi dei personaggi, proprio per aumentare le sottotrame che hanno riempito gli episodi. Però i nodi vengono al pettine.
Proprio in questa terza stagione le idee sono finite. Orfana del personaggio più interessante, Melanie e arricchita di un personaggio inutile e fastidioso, la figlia Alex, è stata un susseguirsi di episodi sostanzialmente filler in cui sono accadute cose quasi prive di senso. Tre episodi in cui Snowpiercer e Big Alice si sono inseguiti a vicenda mentre Layton riusciva a convincere un intero treno di essere stato in un Eden, nel Corno d’Africa, dove avrebbero trovato territori colonizzabili. Un Wilford sconfitto e prigioniero, ma rivalutato dalla figlia adottiva Alex, senza senso. Il capo frenatore Roche che, risvegliatosi dal cassetto in cui era stato rinchiuso, conduce un attentato omicida alla volta di Wilford fallendolo, ma mandandolo in coma… senza senso. Relazioni e matrimoni improbabili; migliori amici che devono sfidarsi all’ultimo sangue alla maniera del fondo e la morte di Pike, indovinate un po’: senza senso. Una montagna russa di spunti non approfonditi e puntate filler mentre il treno continuava a non viaggiare verso il finale di stagione.
Snowpiercer 3: altra recensione di un episodio senza meta
Ecco che al nono episodio abbiamo finalmente una traccia vera dell’esistenza e resistenza di Melanie, ancora viva in un mini-treno, ma sospesa tra la vita e la morte grazie alla sospensione per sopravvivere il più a lungo possibile nella speranza di essere individuata. Grazie allo stesso Wilford, con stupore di Layton, così è. Melanie viene riportata sullo Snowpiercer con gioia di tutti, specialmente della figlia Alex e in men che non si dica, si riprende ed è capace di rendere inverosimile quello che in un primo momento era l’unico episodio sensato della stagione. Mentre a Wilford vengono lasciate tutte le occasioni del mondo per tornare forte come prima e riprendersi il treno, Melanie viene informata della missione dello Snowpiercer. Lei, che è una macchinista seria come Wilford e non come la figlia Alex, sa che si tratterà di una missione suicida e tenta di convincere Layton e gli altri a desistere: a continuare a viaggiare intorno al mondo aspettando dati più affidabili prima di compiere un viaggio senza possibilità di ritorno, verso l’ignoto.
Non ci riesce, quindi che fa? Passa istantaneamente ed in un certo senso anche giustamente alle maniere forti: annuncia a tutto il treno che Layton sta mentendo, che non esiste nessun Eden, che non c’è mai stato e che quella sarà una missione suicida. E il treno cosa fa? Crede a Layton che ha vinto la battaglia tra fondo e prima classe, conquistato la Big Alice e destituito Wilford oppure a Melanie, che ha ingannato per anni tutti fingendosi lo stesso Wilford, che invece aveva confinato nella Big Alice prima ancora che lo Snowpiercer partisse? Scontato… crede a Melanie, che in una manciata di sequenze confina Layton sulla Big Alice, riconquista lo Snowpiercer e si separa nuovamente dalla figlia Alex. Il tutto mentre Wilford fugge con una facilità inaudita. Sono davvero queste le premesse per il finale?