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Snowpiercer 3 – Recensione del dimenticabile episodio 7

Ci siamo: pronti per una nuova recensione di Snowpiercer 3, episodio 7, per una stagione che abbiamo capito essere un po’ un riempitivo. Delle buone tre puntate iniziali, almeno per qualche punto di vista, un teoricamente interessante punto finale da raggiungere, ma senza ciccia in mezzo. Cosa c’è di peggio dopo un episodio 6 quasi completamente inutile in una stagione riempitiva? Un altro episodio, il settimo, altrettanto inutile! Ma andiamo per ordine: abbiamo lasciato LaytonPike battersi “con i coltelli” sullo Snowpiercer, alla maniera del fondo. Nella scorsa recensione non potevamo di certo fare spoiler su ciò che sarebbe accaduto proprio sul finale, ma la faccenda è stata sostanzialmente questa: Layton ha deciso di usare una sopravvissuta ai cassetti come finta testimone del Nuovo Eden, l’angolo africano che il treno avrebbe dovuto raggiungere per trovare un posto ancora caldo da colonizzare.

snowpiercer 3

Tutto ciò si basava essenzialmente su teorie che Layton ha voluto abbracciare troppo presto, dopo il presunto fallimento della missione di Melanie. Così, per riacquistare la leadership del treno, ha cavalcato l’onda della menzogna, iniziando a guidare la “sua” gente verso una destinazione incerta, con lo scopo principale dell’isolamento sempre più forte del vecchio leader: WilfordPike, vecchio compagno fondaio di Layton, era a conoscenza di tutto e ha deciso di opporsi a lui organizzando una serie di attentati esplosivi, a cui rinuncia alla fine del quinto episodio. Scoperto in seguito da Layton, i due si confrontano, per l’appunto, alla maniera del fondo, come raccontato nella scorsa recensione: si siedono a un tavolo per parlare e, dopo non aver trovato un accordo per mezzo del quale continuare la loro convivenza, decidono di terminare l’incontro con una sfida all’ultimo sangue. È Layton ad avere la meglio e il personaggio forse più interessante degli ultimi episodi, Pike, esce di scena definitivamente dalla serie. Bell’affare.

Un episodio inutile

Sì, perché ora abbiamo un personaggio interessante in meno e un personaggio non interessante (Layton) che acquisisce più peso. La recensione di questo episodio 7 sarà breve perché non c’è proprio niente da recensire. Il contenuto è per l’80% spazzatura. Un viaggio nell’inconscio di un Layton che si sta riprendendo dallo scontro che nella sua testa, abitata da personaggi improbabili in un altro episodio improvvisamente diventato noir, si diverte a fare azione e spionaggio. Inguardabile. Con il contorno di una color correction gialla, neanche fosse un episodio di Breaking Bad ambientato nelle cornici messicane dei Salamanca, sequenze su sequenze che non servono a niente.

Il viaggio dello Snowpiercer, ancora non pervenuto; il nuovo Eden, niente; i problemi alimentari e di equilibri sociali del treno, spariti, ma… arriva l’ultima sequenza dell’episodio, la conclusione di un’unica piccola serie di scene riguardarti Wilford che sembra aver ritrovato il senno, insieme ad Alex. Il vecchio leader sembra voler aiutare il treno e proprio sul finire dell’episodio espone l’unica teoria che servirà a portare avanti la storia. Insomma, bastava trasmettere solo gli ultimi due minuti ed avremmo avuto lo stesso episodio. Non potendola citare senza fare spoiler, non resta che parlarne prossimamente, nella prossima recensione di Snowpiercer 3 con l’uscita dell’episodio numero 8 su Netflix, sperando ci siano miglioramenti netti rispetto al 7.

Snowpiercer 3, episodio 7

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Un episodio inutile, pieno di sequenze che avvengono nella mente di Layton, in flussi di coscienza noiosi e pesanti. Filler in una stagione che è già filler di sé, con due informazioni in croce interessanti piazzate solo sul finale. L'episodio peggiore della serie.

Claudio Baldacci
Videogiocatore vecchio stampo, purista e rompiscatole. Di quelli cresciuti con Playstation 1, Playstation 2 e Game Boy Color. Amante del cinema e delle serie TV, sempre attento alle nuove uscite e speranzoso che nuovi e interessanti prodotti popolino la nostra vita fino a farci diventare asociali. No, forse questo è meglio di no. Speaker radiofonico di www.radioeverywhere.it dove il mercoledì dalle 18 alle 20 parla di colonne sonore di film, videogiochi e tv e anche giocatore semi-professionista di Texas Hold'em. Basta.

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