Eccoci nuovamente qui, tornati ancora una volta nelle selvagge e pericolose lande di Skyrim. Sicuramente quasi tutti i giocatori, in un modo o nell’altro, complici anche le varie edizioni del gioco, avranno sicuramente moltissimi ricordi legati al titolo Bethesda. A distanza di ben sei anni stiamo ancora analizziamo il videogame ma, questa volta, sotto una veste totalmente inedita: la casa di sviluppo ha infatti pensato di adattare una delle sue più grandi avventure alla realtà virtuale, cercando di far vivere agli utenti un’esperienza unica. D’altro canto, chi di noi non ha mai desiderato di avere veramente la sensazione di fronteggiare tutte le intemperie di questo pericoloso viaggio? Stiamo parlando di camminare in rigogliose foreste, muoversi tra le gelide montagne innevate, combattere contro oscure creature, prendersi una freccia nel ginocchio e tanto altro. Nonostante era già noto che questo prodotto non fosse una remastered, ma bensì una versione adattata alla VR, l’idea di poter essere i veri protagonisti di questa epopea era un biglietto da visita più che sufficiente.
Si torna a Skyrim
L’inizio è il classico: ci troviamo sul carretto con altri prigionieri mentre dei soldati ci scortano fondamentalmente al patibolo. La realtà virtuale spiazza immediatamente e non facciamo neanche caso ai dialoghi per quanto siamo impegnati nel guardarci intorno e sentirci, a tutti gli effetti, parte di quel mondo. Il tempo continua a passare fino ad arrivare, inesorabilmente, al momento dell’arrivo del drago e, di conseguenza, della nostra liberazione: finalmente possiamo muoverci senza nessun tipo di vincolo. Arriviamo al punto cruciale dell’intera esperienza, ovvero il motion sickness. Bethesda sicuramente si aspettava l’acquisto del gioco anche da tanti neofiti della realtà virtuale, ha dunque pensato saggiamente di inserire due modi per affrontare l’avventura: il primo è lo spostamento classico, ma vi assicuriamo che soprattutto all’inizio potrebbe crearvi qualche problema, il secondo invece è il teletrasporto che vi permetterà comunque di spostarvi senza vincoli ma rimanendo, in un certo senso, ben ancorati al suolo.
Ci teniamo a dirvi che il nostro consiglio è quello di iniziare a prendere l’abitudine con il teletrasporto: infatti, anche se potrebbe essere la scelta meno ”bella”, questa vi permetterà di adattarvi gradualmente al sistema dandovi poi la possibilità di passare tranquillamente alla mobilità classica. Oltre a questo la software house ha deciso di mettere opzioni aggiuntive per agevolare tutti gli utenti. Tra queste Bethesda ha inserito la possibilità di sfocare i bordi della visuale poiché lo schermo che visualizzerete non offre, almeno fin da subito, un movimento a 360 gradi. Preparatevi dunque al caotico inizio del gioco che metterà a dura prova la vostra resistenza. Man mano che progredirete nel titolo vi potrete permettere più leggerezza nei movimenti: se sentirete disagio nella fasi iniziali non preoccupatevi, stiamo comunque parlando di un’esperienza totalmente nuova e ci vuole dunque del tempo per abituarsi.
Skyrim VR
Dopo aver messo in risalto le caratteristiche più importanti del gioco, proseguiamo dicendo che l’intero videogame è interamente fruibile con il DualShock 4, ma sicuramente con l’utilizzo dei controller PlayStation Move il modus operandi del gioco cambia totalmente, andando a trovare quell’immersione ricercata fin dai primi attimi. Grazie ai Move le vostre mani saranno totalmente indipendenti, ampliando così l’intero contesto: potrete utilizzare infatti contemporaneamente due arti magiche, o alternare un incantesimo con una spada e così via. Immaginatevi di incoccare una freccia come se teneste davvero un arco tra le braccia, oppure di impugnare degli spadoni pesanti o tante altre varianti di armi. Purtroppo c’è da dire che i vostri arti virtuali, in alcuni casi, non seguiranno le direttive e il tutto viene ampliato anche dal non avere una reale sensazione fisica ma, in fin dei conti, tutto il contesto è studiato per farvi sentire al centro delle vicende in ogni momento.
Purtroppo, come detto in apertura di recensione, sono già passati sei anni dal primo debutto di questo titolo e a risentirne è grafico. Sarà a vostra discrezione scegliere se chiudere un occhio o no su alcune texture non proprio idilliache e una qualità dell’immagini non proprio eccezionali. Sicuramente il contesto ne esce danneggiato, anche perché la bellezza di alcuni paesaggi non è resa al meglio delle sue possibilità, ma ci rendiamo conto che lo sforzo fatto dalla software house per adattare il tutto alla realtà virtuale è davvero mastodontico e chiedere uno sforzo qualitativo anche sotto l’aspetto grafico sarebbe stato effettivamente troppo.
Tutto molto bello
In conclusione possiamo dire che Skyrim, sia per quel che concerne la sceneggiatura e il gameplay, è rimasto praticamente identico, è dunque inutile girarci intorno più di tanto. Skyrim VR è il sogno di tutti gli amanti dei giochi di ruolo e non solo. Nonostante molto probabilmente saprete a memoria ogni angolo della regione, in realtà virtuale il tutto prenderà un sapore nuovo, quasi irriconoscibile. Questa sensazione vi spingerà sempre più avanti sia all’interno dei dungeon che nelle varie location disponibili. Il videogame è coinvolgente come mai prima d’ora e avere un ecosistema con tanto di ciclo giorno/notte non fa altro che ampliare l’intera formula. Nonostante qualche difettuccio qua e là, il debutto di Skyrim nella realtà virtuale è da segnale sul calendario poiché, se siete possessori del visore Sony, non potete fare a meno di possederlo. In futuro, giocando a un titolo VR di questo genere, il confronto con l’opera Bethesda sarà inevitabile.